lunedì 29 giugno 2020

700 - IL BOSCO DELLE GALLINE




Sembra impossibile ma...
C'è un bosco alle porte della Valtellina dove le galline vivono libere fra gli alberi e producono uova così buone da essere l'oggetto del desiderio di tanti chef stellati. Ma (per loro) averle non è facile.

Giugno 2013, a Morbegno in provincia di Sondrio Massimo Rapella e la moglie Elisabetta, educatori professionali intorno ai quaranta, decidono di chiudere la casa famiglia per minori che gestiscono da tempo, e di combattere la crisi realizzando il loro sogno: l'Uovo di selva. I due vivono con i tre figli Maria, Stefano e Davide nella valle del Bitto di Albaredo dove, a 600 metri di altitudine, hanno una casa di campagna e due ettari di bosco di castagni. Da sempre c'è anche un piccolo pollaio, e Massimo nota che le 4 galline di famiglia
preferiscono razzolare nel bosco invece che sul prato. Così nasce l'idea: i Rapella decidono di lanciarsi nell'allevamento di galline, con i loro risparmi ne comprano 500 e le lasciano libere di muoversi tra gli alberi e le piante del sottobosco. Nasce l'azienda agricola “La Gramola”, e il suo apprezzatissimo prodotto: l'Uovo di selva.

In meno di 6 anni nel bosco la popolazione avicola passa da 4 a oltre 2000 galline, che ogni giorno, sole pioggia o neve, razzolano schiamazzando fra gli alberi. Nel sottobosco si nutrono di insetti, radici, erba e scelgono dove deporre le uova, a terra o sugli alberi, spesso nelle ceppaie. Quando trovano un buon posto, ci tornano. Poi la sera vengono ricondotte al pollaio, al sicuro dai predatori: tassi, volpi e poiane. Oggi le galline della Gramola depongono 1.300 uova al giorno. Chi le assaggia ne rimane conquistato: non sono mai uguali l’una all’altra, cambiano con il sottobosco dove sono deposte e con il clima. Sono leggere e digeribili, il tuorlo è tanto consistente da poter essere impanato e fritto senza romperlo, l'albume può esser montato a 3 volte il volume di un uovo normale.

Una volta raccolte, vengono consegnate entro 24 ore agli acquirenti, senza intermediari: niente negozi, solo privati e gruppi d'acquisto solidale. E ristoranti, una trentina, da grandi chef a modeste trattorie. “Usano le mie uova in modo diverso – dice Massimo – e poi l’uovo è democratico, non d’élite. Me le richiedono da mezza Europa, compresi diversi 3 stelle Michelin, ma mica gliele spedisco, non avrebbe senso: se le vogliono vengono a prenderle qui”. Il prezzo? 70 centesimi l'una, per lo chef stellato come per la casalinga.



5 commenti:

  1. Beh. Mio nonno faceva la stessa cosa. Le galline passavano la giornata nel bosco a razzolare. Io bevevo le uova sppena deposte e non ho mai preso salmonelle o simili. Anvora ne ricordonil sapore

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  2. Che meraviglia, è bello pensare che esistono posti come questo....dove le galline sono felici. Grazie

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  3. Che meraviglia, è bello pensare che esistono posti come questo....dove le galline sono felici. Grazie

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  4. Che meraviglia, è bello pensare che esistono posti come questo....dove le galline sono felici. Grazie

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