Sembra
impossibile ma...
C'è
un bosco alle porte della Valtellina dove le galline vivono libere
fra gli alberi e producono uova così buone da essere l'oggetto del
desiderio di tanti chef stellati. Ma (per loro) averle non è facile.
Giugno
2013, a Morbegno in provincia di Sondrio Massimo Rapella e la moglie
Elisabetta, educatori professionali intorno ai quaranta, decidono di
chiudere la casa famiglia per minori che gestiscono da tempo, e di
combattere la crisi realizzando il loro sogno: l'Uovo di selva. I due
vivono con i tre figli Maria, Stefano e Davide nella valle del Bitto
di Albaredo dove, a 600 metri di altitudine, hanno una casa di
campagna e due ettari di bosco di castagni. Da sempre c'è anche un
piccolo pollaio, e Massimo nota che le 4 galline di famiglia
preferiscono
razzolare nel bosco invece che sul prato. Così nasce l'idea: i
Rapella decidono di lanciarsi nell'allevamento di galline, con i loro
risparmi ne comprano 500 e le lasciano libere di muoversi tra gli
alberi e le piante del sottobosco. Nasce l'azienda agricola “La
Gramola”, e il suo apprezzatissimo prodotto: l'Uovo di selva.
In
meno di 6 anni nel bosco la popolazione avicola passa da 4 a oltre
2000 galline, che ogni giorno, sole pioggia o neve, razzolano
schiamazzando fra gli alberi. Nel sottobosco si nutrono di insetti,
radici, erba e scelgono dove deporre le uova, a terra o sugli alberi,
spesso nelle ceppaie. Quando trovano un buon posto, ci tornano. Poi
la sera vengono ricondotte al pollaio, al sicuro dai predatori:
tassi, volpi e poiane. Oggi le galline della Gramola depongono 1.300
uova al giorno. Chi le assaggia ne rimane conquistato: non sono mai
uguali l’una all’altra, cambiano con il sottobosco dove sono
deposte e con il clima. Sono leggere e digeribili, il tuorlo è tanto
consistente da poter essere impanato e fritto senza romperlo,
l'albume può esser montato a 3 volte il volume di un uovo normale.
Una
volta raccolte, vengono consegnate entro 24 ore agli acquirenti,
senza intermediari: niente negozi, solo privati e gruppi d'acquisto
solidale. E ristoranti, una trentina, da grandi chef a modeste
trattorie. “Usano le mie uova in modo diverso – dice Massimo –
e poi l’uovo è democratico, non d’élite. Me le richiedono da
mezza Europa, compresi diversi 3 stelle Michelin, ma mica gliele
spedisco, non avrebbe senso: se le vogliono vengono a prenderle qui”.
Il prezzo? 70 centesimi l'una, per lo chef stellato come per la
casalinga.
bellissimo
RispondiEliminaBeh. Mio nonno faceva la stessa cosa. Le galline passavano la giornata nel bosco a razzolare. Io bevevo le uova sppena deposte e non ho mai preso salmonelle o simili. Anvora ne ricordonil sapore
RispondiEliminaChe meraviglia, è bello pensare che esistono posti come questo....dove le galline sono felici. Grazie
RispondiEliminaChe meraviglia, è bello pensare che esistono posti come questo....dove le galline sono felici. Grazie
RispondiEliminaChe meraviglia, è bello pensare che esistono posti come questo....dove le galline sono felici. Grazie
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