Sembra
impossibile ma…
Questa
è una storia vera. La vicenda kafkiana di Nasseri Mehran, che per 18
anni ha vissuto nel Terminal 1 dell'aeroporto di Parigi Charles de
Gaulle. Sì, vi ricordate bene, c’è un film con una storia simile:
The Terminal, girato da Steven Spielberg nel 2004, protagonista Tom
Hanks. Sicuramente il regista si è ispirato alla storia di Nasseri,
ma sull’uso che ne ha fatto c’è un mistero.
Nasseri
Karimi Mehran nasce in Iran nel 1942, il padre è un medico, la
madre, che non conoscerà mai, a suo dire un’infermiera scozzese.
Con una laurea in psicologia in tasca, nel 1972 si trasferisce a
Bradford in Inghilterra per studiare scienze sociali. Torna in Iran
nel 1976, ma il suo attivismo contro lo Scià lo porterà in breve a
fuggire (una sua presunta espulsione non è stata mai accertata). Lui
sogna l’Inghilterra, vuol ritrovare la madre, ma il Regno Unito gli
rifiuta l’asilo politico. E qui comincia la sua odissea.
Per
5 anni Nasseri gira per l’Europa finché nel 1981 il governo belga
gli concede la tessera di rifugiato. Fra il 1985 e il 1988 tenta più
volte di passare la Manica e farsi riconoscere documenti alla mano il
suo status, ma ogni volta viene respinto. In questo concitato
andirivieni, sparisce (probabilmente gli viene rubata) proprio la
valigetta con le sue credenziali. Ora è senza documenti, anche il
Belgio gli nega l’ingresso. In Francia si fa 3 mesi di carcere per
soggiorno illegale sul territorio, poi riprende a vagabondare. L’8
agosto 1988 all’aeroporto De Gaulle lo fermano mentre tenta di
imbarcarsi per l'Inghilterra. Ma non lo arrestano, non ha commesso
alcun reato. Così si ferma lì, nel terminal 1. Ci resterà 18 anni.
Ha il bagaglio al suo fianco e passa il tempo a leggere, scrivere nel
suo diario e studiare economia. I dipendenti dell’aeroporto gli
portano cibo e giornali. Nel 1999 gli portano anche i suoi
documenti, e sia Francia che Belgio gli offrono la residenza. Lui
rifiuta. “mi chiamo Sir Alfred Mehran e sono inglese” dice.
Nell’agosto 2006 ha problemi di salute. Lo ricoverano in ospedale,
poi la Croce Rossa lo porta in una casa accoglienza di Parigi dove
dovrebbe risiedere ancora oggi. E il mistero? La DreamWorks di
Spielberg sostiene di aver pagato nel 2003 a Nasseri 250.000 dollari
per i diritti sulla sua storia. Che poi non ha usato, se non come
spunto per The Terminal. Perché? E perché l’iraniano non è mai
neanche citato nei materiali sul film? E soprattutto, che fine hanno
fatto i soldi?

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