Sembra
impossibile ma…
Vicino
al villaggio di Hirschbach, in Baviera, nel mezzo al bosco, ci sono i
resti di un’enorme tribuna sportiva. E’ il prototipo di quello
che doveva essere il Deutsches Stadion: un’opera faraonica con una
capienza di 405.000 spettatori. Ai giorni nostri il più grande
stadio del mondo, il Rungrado May Day Stadium in Corea del Nord, ha
114.000 posti, il Camp Nou di Barcellona non arriva a 100.000, e il
Maracanã di Rio, che toccava i 165.000, è stato ridotto a 78.000.
E’
il 9 settembre del 1937 quando Adolf Hitler a Norimberga mette la
prima pietra del gigantesco impianto progettato dal più celebre dei
suoi architetti, quell’Albert Speer che sta ridisegnando Berlino
secondo i piani del Partito nazista. L’anno precedente la capitale
tedesca ha ospitato le Olimpiadi davanti ai 110.000 spettatori dell’Olympiastadion.
Ma il sogno del fuhrer è assai più ambizioso: nel 1940 i Giochi
Olimpici si svolgeranno a Tokyo, l’inaugurazione del Deutsches
Stadion è prevista per il 1943 coi primi Giochi atletici
pan-germanici, poi tutte le Olimpiadi future si svolgeranno davanti
ai 405.000 di Norimberga. E quando Speer presenta il conto e
sottolinea il costo spropositato dell'opera, Hitler replica che
“tutto sommato ci costa meno di 2 navi da guerra classe Wolfgang
Lotz”.
Per
il progetto Speer si ispira allo Stadio Panatenaico di Atene: la
struttura a ferro di cavallo è lunga 875 metri e larga 500 ed è
circondata da una gradinata con 5 livelli di posti alta 100 metri.
Veloci ascensori portano rapidamente 100 spettatori alla volta ai
livelli superiori. La facciata esterna, in granito rosa, supera i 100
metri di altezza, sostenuta da una serie di archi alti 71 metri che
poggiano su un enorme podio di granito rosso. Gli ingegneri nazisti
decidono di realizzare un modello di prova a 25 chilometri di
distanza, a Hirschbach. In 18 mesi viene costruito sul fianco di una
collina un tratto di gradinata con 40.000 posti a sedere in legno. E’
immensa. Quando Hitler la visita è assai soddisfatto dei risultati
del test. E dà il via libera: i lavori per grande stadio possono
iniziare. Non sarà così. Quella che inizia è la guerra. Il
cantiere si ferma. Nella primavera del 1945 a Hirschbach arrivano
gli alleati e distruggono il villaggio. Il legno dei posti a sedere
viene usato per ricostruirlo. Restano le fondamenta, dimenticate per
50 anni. Poi nel 2002 il sito, ripulito dalla boscaglia cresciuta sui
gradoni, è dichiarato monumento storico. E i turisti iniziano ad
aggirarsi fra le macerie e i fantasmi di un colossale sogno nato
dentro un incubo.

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