lunedì 8 giugno 2020

548 - IL FILIPPINO RAMPANTE




Sembra impossibile ma…
La realtà a volte pare prendere spunto dalla fantasia. Ricordate “Il barone rampante” di Italo Calvino? Racconta la storia di Cosimo, figlio primogenito del barone di Rondò, che dopo un litigio col padre decide di rifugiarsi sugli alberi. E lassù rimane tutta la vita.

Gilbert Sanchez ha 47 anni, e vive in un paesino delle Filippine, La Ruz, nella provincia Agusan. Primogenito di otto figli, è sposato con due figli, ma la moglie è morta nel 2000 dando alla luce il suo secondogenito. Gilbert per tre lunghi anni ha vissuto su un albero, una palma alta 20 metri vicina a casa sua, permettendo solo alla madre di portargli acqua e cibo. Tutti gli altri venivano respinti con alte urla e minacce lanciate agitando un vecchio coltello.

Ma perché Sanchez, che non aveva mai dato segni di scompenso, è salito su un albero con l’intenzione di non scendere più? Dicembre 2014, l’uomo è protagonista di una lite furiosa; un certo punto l’avversario estrae una pistola e gli assesta un colpo in testa con il calcio. Agustin, stordito, ha paura di essere ucciso, e scappa più veloce che può; inseguito, non sa dove rifugiarsi e alla fine non trova di meglio che salire sulla palma più alta e nascondersi nel fogliame. La sera la madre Winifreda non lo vede rientrare e lo va a cercare. Lo trova in cima all’albero. Cerca di convincerlo a scendere, lui non ci pensa nemmeno. Ritenterà inutilmente ogni giorno nei 3 anni successivi, senza rassegnarsi. Nel frattempo lo accudisce come può, gli porta acqua, cibo, vestiti, sigarette. Li mette in un paniere, e lui li tira su con una corda.

Gilbert non scende mai, neanche per una doccia. Resiste al freddo e a diverse tempeste, si ripara con le foglie dal caldo terribile, lotta contro insetti di ogni tipo che non gli danno pace. Tutti in paese conoscono la situazione, ma nessuno riesce a fare niente. Finché “la storia dell’uomo sulla palma” diventa virale sui social. Solo allora le autorità decidono che, volente o nolente, deve scendere dall’albero. Alla fine decidono di tagliare la palma, con estrema cautela, con una motosega.

Così Agustin è costretto a tornare a terra. Sono passati 3 anni. All’ospedale gli riscontrano vesciche su tutto il corpo, morsi di insetti, atrofia muscolare, la colonna vertebrale deformata e soprattutto i segni di una psicosi ormai irreversibile. A pensarci bene, più che il barone rampante il povero Agustin ricorda il personaggio interpretato da Ciccio Ingrassia nel film Amarcord. Ma almeno lui un motivo valido per stare lassù ce l’aveva: abbarbicato al suo albero gridava a tutta voce “Voglio una donnaaaa!!!”








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