mercoledì 10 giugno 2020

572 - LE DONNE VOLANTI DI ALICUDI




Sembra impossibile ma…
C’è stato un tempo su un’isoletta remota in cui le donne volavano, gli uomini sapevano come fermare il vento e non passava giorno che gli abitanti non fossero protagonisti di magie e prodigi.

Non è l’incipit di un libro fantasy, ma quanto realmente accaduto ad Alicudi, la più piccola e impervia delle Eolie. Rotonda come le isole delle barzellette, emerge per quasi 700 metri da un mare blu intenso. Gli abitanti fino a metà 900 erano 1500, oggi sono meno di 150. Poche case, una sola strada, servizi ridotti all’essenziale su un versante. L’altro è dominio delle capre. Tutto qui? No, c’è anche un soprannome: l’isola delle donne volanti. Ecco come è nato.

Lo spettacolo comincia nei primi mesi del 1902. I primi racconti sono fatti in confidenza, sottovoce, “Non mi prendere per matto… lo so che è strano, ma l’ho visto con i miei occhi…”. Giorno dopo giorno gli eventi prodigiosi si moltiplicano. In breve tutti, ma proprio tutti in paese vivono esperienze ai confini della realtà e oltre. Storie che parlano di donne che si lanciano dal balcone e volano sull’isola, di uomini che tagliano le trombe marine come spighe di grano e comandano ai venti e alle tempeste, di giovani che si trasformano in strani animali, di marinai che volano in cielo con le loro barche, di oggetti incantati e di incontri con gnomi, diavoli e santi.

Per quasi 4 anni, fino al 1905, Alicudi diventa la Terra di Mezzo tolkeniana. Poi la spiegazione. Il pane sull’isola da sempre si fa con la segale. Che in quei mesi era strana, con la spiga che si biforcava in due cornetti. Chi poteva immaginare che un parassita, la Claviceps purpurea, l’avesse infestata e trasformata in segale cornuta? Una mutazione letale che nel medioevo aveva sterminato intere città. Nel pane, in dosi contenute, si limita a causare potenti allucinazioni: il principio attivo è lo stesso dell’acido lisergico, l’LSD.

Cosa è rimasto un secolo dopo di tanto rumore? Un mare di leggende, un insolito numero di guaritori, fattucchiere e indovini. E il fascino del mistero che, come una nuvola, avvolge Alicudi.



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