Sembra
impossibile ma…
C’è
una miniserie televisiva, andata in onda più di 20 anni fa, che ha
avuto una vita tormentata, strana e per certi versi misteriosa. La
fiction, o come si diceva all’epoca lo sceneggiato, si chiama “Voci
notturne”, un thriller esoterico ambientato in una Roma inquietante
e ambigua fra sette segrete, enigmatici personaggi e rituali arcani.
L’anno è il 1995, il regista di gran nome: Pupi Avati. Che, prima
stranezza, non la cita mai fra le sue opere.
La
serie va in onda su RaiUno in prima serata, e già questo è
sorprendente. Non sono più i tempi del Segno del comando o di
Ritratto di donna velata, capofila del genere, e mammaRai preferisce
puntare su prodotti più tranquilli e rassicuranti. “Voci notturne”
è un’eccezione, un’ anomalia. Una frase di senso oscuro come
incipit, musiche d’atmosfera e un cadavere ritrovato nel Tevere. Da
qui si dipana una trama avvincente che ruota attorno a una sorta di
immortale principe di Saint Germain. Tre puntate filano via con
discreti ascolti. Le ultime due vengono accorpate e mandate in onda
insieme, come per chiudere la questione prima possibile. Dopo il “the
end” lo sceneggiato scompare dai palinsesti, nessuna replica sulle
varie spin-off Rai. Nasce la leggenda della fiction maledetta. Mentre
un plotone di fans si scambia logori Vhs, circola la voce che i
master originali siano scomparsi dagli archivi Rai.
Ma
a fine 2009 la serie torna in Tv: alle due e mezza di notte. Nel 2013
poi la replica su Rai Premium. Ma gli appassionati si accorgono
subito che le puntate sono abbondantemente tagliate. La Rai spiega il
motivo dei tagli: nella serie compare una “Società Teosofica per
il Ritorno dello Spirito Originario”. La Società Teosofica
Italiana non apprezza e chiede e ottiene il taglio di ogni
riferimento. Nel 2015 Gian Lorenzo Franzi scrive anche un libro sulla
vicenda. A oggi non esistono dvd o cofanetti, You Tube è l’unico
modo per vedere (malino) “Voci notturne”. Che non ha perso niente
del suo fascino, “fa paura”, coinvolge e inquieta come e più dei
vari True detective o Twin peaks. Guardare per credere.

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