Sembra
impossibile ma…
Regine
Gries, biologa canadese della Simon Fraser University, da oltre 5
anni ogni sabato mattina si rimbocca le maniche, si toglie l'orologio
e lascia che migliaia di cimici affamate si nutrano a sue spese,
succhiando il sangue dalle sue braccia.
Con
il marito Gerhard, famoso a livello internazionale per le sue
ricerche nella comunicazione chimica tra insetti, da anni sta
cercando di individuare i feromoni in grado di attirare e
intrappolare la cimice, insetto ritenuto sradicato nei Paesi
industrializzati, che negli ultimi due decenni è invece riapparso
come una piaga globale capace di infestare hotel, appartamenti e
luoghi pubblici, a prescindere dalla pulizia e dalle condizioni degli
ambienti. Per portare avanti le loro ricerche, la coppia di biologi
ha allestito un laboratorio con una colonia di cimici; attualmente
sono circa 5.000 e vivono in 200 barattoli di vetro. Gli insetti però
si devono nutrire, e dopo tentativi andati a vuoto con polli e
porcellini d’India gli studiosi si sono dovuti arrendere al fatto
che l’unico nutrimento possibile è il sangue umano fresco.
Così,
come nel film “La piccola bottega degli orrori”, qualcuno si è
dovuto sacrificare. E visto che Gehrard al primo tentativo, urlando
dal dolore, ha visto il suo braccio gonfiarsi fino a diventare più
del doppio delle dimensioni normali per una reazione allergica, è
toccato a Regine provare. Risultato, un leggero gonfiore e un certo
prurito: è lei l’ospite ideale. Ed eccola novella madame Curie con
le cimici al posto dei raggi X, che ogni sabato nutre i piccoli
mostri tenendo 5 vasetti alla volta con l’imboccatura in giù
contro la pelle dell’avambraccio e lasciando che gli insetti,
affamati per il lungo digiuno, la mordano e succhino il sangue. Ci
vogliono 10 minuti per riempirli tutti: 8 turni per 40 vasetti e
mille cimici. Da quando la ricerca è iniziata, Regine Gries è stata
morsa circa 200.000 volte.
Alla
fine però sono arrivati i risultati, e l’esca chimica che attira
le cimici dei nostri materassi in trappole è oggi una realtà,
presentata sulle riviste scientifiche, pluripremiata, brevettata e a
breve commercializzata. La sperimentazione però non si ferma, e per
ottimizzare i risultati Regine ogni sabato continua a nutrire le sue
cimici. "Non ne sono entusiasta – dice - ma ne vale la pena:
dal buon esito della ricerca dipende il benessere di milioni di
persone”.

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