martedì 30 giugno 2020

709 - ROCCIA CON VISTA




Sembra impossibile ma...
I turisti in cerca di emozioni facili e immagini forti da riportare a casa hanno scoperto il Kjeragbolten, una roccia incastonata in un crepaccio e sospesa su un abisso profondo mille metri.

Siamo sul monte Kjerag, che si affaccia sul Lysefjorden. nella contea di Rogaland, in Norvegia. La roccia, un deposito glaciale di 5 metricubi, è accessibile praticamente a tutti, senza attrezzature da arrampicata. La prima vista toglie il fiato: sospesa sul fiordo con in mezzo 984 metri di vuoto; non a caso è molto popolare anche fra gli appassionati di “base jumping”. La pietra è lì da sempre, incastrata alla perfezione, ed è assolutamente stabile. I rischi per chi sale sopra sono altri: vertigini, folate di vento, un piede fuori posto. E in effetti non sono mancate le morti accidentali, anche grazie alle performance di esaltati che si esibiscono in salti mortali e acrobazie varie. Per il visitatore cauto le cose sono meno difficili di quello che sembrano: la roccia dimostra una stabilità inaspettata, la superficie è più ampia di quanto ci si possa aspettare e le pareti laterali danno un senso di protezione. Il Kjeragbolten si raggiunge da Stavanger: si risale la strada tortuosa per Lyseboth, e si prosegue con una camminata di 10 chilometri su un facile sentiero.

A pochi chilometri di distanza c'è il Preikestolen, o roccia del pulpito, un'imponente piattaforma di osservazione molto apprezzata dai turisti (ogni anno ne arrivano più di 200.000) che offre un panorama fantastico sul Lysefjord. Si tratta di una falesia di granito alta 604 metri che termina a strapiombo sul fiordo, proprio di fronte al Kjeragbolten, non lontano dal villaggio di Forsand. Lo straordinario tour panoramico si completa con il Trolltunga 10 chilometri a est del Sørfjorden: un belvedere roccioso che sporge dalla montagna affacciata sul lago Ringedalsvatnet. Lo stretto spuntone di roccia si allunga su uno strapiombo di 700 metri; qui i turisti si fanno fotografare, spesso in gruppo, mentre saltano in modo solo apparentemente pericoloso vicino al bordo. Un tris di indimenticabili scenari distanti meno di un’ora l’uno dall’altro.





708 - L'ISOLA DELLE QUERCE




Sembra impossibile ma...
Oltre 400 gigantesche querce secolari si allineano all'ingresso di quella che un tempo fu una ricca piantagione su un'isola della Georgia. E disegnano uno dei viali alberati più belli del mondo.

Siamo sull'isola di St Simons, sulla costa atlantica, a un centinaio di chilometri da Savannah, in Georgia. Qui a metà Ottocento sorgeva la Retreat Plantation. Avete presente il colonnato bianco di Tara, la villa di “Via col vento”? Ecco, qualcosa del genere, anche perché il periodo e la regione sono le stesse. La piantagione al tempo era nota per la qualità superiore del suo cotone, e per i vasti e profumatissimi giardini fioriti. Si diceva che gli aromi emanati dai giardini di Retreat Plantation fossero così intensi che i marinai in navigazione verso l'isola potevano sentire l'odore dei fiori molto prima di raggiungere la costa. Sono passati più di 150 anni da quando fu realizzato il nuovo ingresso per le carrozze alla tenuta; in quell'occasione Anne Page King, la Scarlett O'Hara di Retreat Plantation, fece piantare ai bordi dell'ampio viale di accesso oltre 400 querce. Nacque così la Live Oak Avenue. Del resto St. Simons era sede di una fiorente industria del legname, e le querce tagliate sull'isola furono usate per costruire diverse navi e, nel 1874, anche per la struttura del Ponte di Brooklyn.

Oggi Live Oak Avenue attrae turisti da tutto il mondo, e il fantastico viale sembra un grande tunnel verde, con i rami che si intrecciano alti sulle teste dei visitatori. La piantagione non esiste più, e al suo posto c'è il lussureggiante Sea Island Golf Club. I visitatori possono seguire il percorso del Viale delle Querce guidando verso il lodge del club, il cui ingresso è però riservato ai soci. Giunti davanti al cancello d'ingresso, devono fare marcia indietro, sempre all'ombra della tettoia naturale offerta dagli alberi secolari. Una toccata e fuga, ok, ma gratuita e aperta tutto il giorno, tutti i giorni. Quanto basta per riportare a casa una splendida foto del Live Oak Avenue.



707 - LE SABBIE CHE CANTANO




Sembra impossibile ma...
Ci sono diverse spiagge nel mondo dove, lasciando scorrere lentamente la sabbia tra le dita o semplicemente camminandoci sopra, si sente chiaramente una sorta di musica, con tonalità che vanno dal basso profondo all'acuto. Sono le sabbie che cantano.

Il nome viene dal gaelico Camas Sgiotaig, perché la più famosa di queste spiagge è quella dell'isola di Eigg, di fronte alla costa occidentale della Scozia. I motivi di questo strano fenomeno fino a poco tempo fa erano un mistero, che oggi le indagini scientifiche hanno risolto. La sabbia di queste spiagge è composta da granelli di quarzo levigato, ogni granello è circondato da una sacca d'aria e l'attrito produce una vibrazione che crea note musicali variabili a seconda del livello d'umidità dell'aria e della pressione applicata. Questo però accade solo quando si sommano diverse condizioni: i granelli devono essere rotondi e di diametro compreso tra 0,1 e 0,5 millimetri, la sabbia deve contenere silice e deve essere ad una certa umidità. Un equilibrio precario, come conferma il fatto che con l'inquinamento alcune spiagge canterine sono diventate silenti. Fenomeno simile ma meno raro è quello delle "sabbie tuonanti" nel deserto; il meccanismo è lo stesso, il suono però è simile a un cupo rombo di tuono. Lo si può sentire in 35 località nei deserti di tutto il mondo, dalla California alla Cina, dal Galles al Sinai.

Tornando alle spiagge, se la più famosa è nella Baia di Laig sull'Isola di Eigg, le sabbie cantano più o meno nitidamente in diverse altre località: 33 solo nelle isole britanniche, poi a Babadejuka vicino a Rio de Janeiro, nella Taylor Valley in Antartide, a Souris sull'isola Prince Edward in Canada, a Singing Beach nel Massachussets. In Giappone le sabbie cantano lontano dal mare: sono i resti di antiche spiagge, e i nomi parlano da soli (baia del Flauto, cala dell'Arpa). E dalle nostre parti? Beh, fate un salto a Cala Violina nella Maremma grossetana, una tra le più belle spiagge d’Italia. La sabbia è chiara e granulosa, e quando “canta” il suono ricorda le corde di un violino.

Un'ultima curiosità: secondo alcuni studiosi le sabbie che cantano, un tempo molto meno rare di oggi, avrebbero dato origine al mito delle sirene: attratti dai misteriosi suoni gli antichi naviganti che abitualmente bordeggiavano sottocosta sarebbero finiti dritti sugli scogli “per seguir virtute e canoscenza”. 



 

706 - PADRE IN AFFITTO




Sembra impossibile ma...
Una madre single da oltre 10 anni paga un attore per fingersi il padre di sua figlia. La storia inizia una ventina di anni fa quando Asako, una giovane giapponese, si separa dal marito che scompare dalla sua vita e da quella della piccola Megumi, la figlia appena nata. La bambina cresce senza un padre, e sviluppa un senso di colpa perché collega l'abbandono alla sua nascita. La situazione peggiora quando, a 10 anni, i compagni di classe la prendono in giro perché non ha un papà; tanto che si chiude in se stessa e rifiuta di andare a scuola. La madre disperata cerca una soluzione: "devo trovare un uomo gentile, un padre ideale che la faccia sentire meglio". Ed ecco l'idea: qualcuno le ha parlato di agenzie di noleggio che ti affittano un attore per recitare un ruolo nella vita reale, di solito per un incontro o per tempi molto brevi. Gli aspiranti sono 5, Asako li seleziona e sceglie Takashi. “L'ho trovato gentile e dolce – dice – e ho seguito il mio istinto." Takashi è esperto, ha interpretato fidanzati, uomini d'affari, amici, è stato lo sposo in 5 falsi matrimoni. Si prepara per il ruolo guardando film di Hollywood come Little Miss Sunshine o The Descendants.

Asako incontra Takashi molte volte e gli spiega il tipo di padre che vuole per Megumi. Poi passa all'azione: dice alla bambina che suo padre si è risposato, vive con la nuova famiglia ma dopo anni si è messo in contatto e vuole conoscerla. Megumi è scioccata, ma accetta di vederlo. L'incontro con Takashi, che si fa chiamare Yamada, avviene più di 10 anni fa. E per l'attore inizia la recita più lunga, che va ancora avanti. "La bambina mi ha chiesto perché non ero andato a trovarla prima, ho sentito un forte risentimento, poi è scoppiata a piangere”. Da quel primo incontro, “padre e figlia” si vedono diverse volte al mese, Megumi è diventata più allegra ed estroversa.

Qualche tempo fa Asako ha proposto a Takashi di sposarla davvero: “Parliamo molto, ridiamo, è gentile; ed è stato nelle nostre vite per così tanto tempo...”. Ma lui ha scosso la testa: “Questo è solo il mio lavoro, ed è già molto complicato”. Così l'insolito menage va avanti, con Asako che paga 90 euro a incontro. “Meguro ormai ha passato i 20 anni, vorrei che lui l'accompagnasse all'altare, e che facesse il nonno quando avrà un figlio. La cosa peggiore che può succedere è che lei scopra tutto. Sarebbe un dolore tremendo”.





705 - UN TANTO AL CHILO




Sembra impossibile ma...
Un'importante azienda cinese ha fissato un insolito premio di risultato per i suoi dipendenti. Chiunque riesce a dimagrire si aggiudica una ricompensa in denaro: 15 euro per ogni chilo perso.

Per quanto strano possa sembrare, la Cina di oggi è una lontana parente di quella che solo pochi anni fa era alle prese con problemi di sussistenza, e con le condizioni di vita più agiate sono arrivati anche i problemi legati al benessere diffuso: il tasso di obesità sta raggiungendo proporzioni preoccupanti, e anche le patologie collegate all'eccesso di peso sono in crescita vertiginosa. Si stima che un bambino cinese su 4 entro il 2030 sarà a rischio obesità, mentre gli adulti stanno scoprendo diete e palestre.

Wang Xuebao, direttore della Xian Jingtian Investment Consulting, società di consulenza sugli investimenti che ha sede a Xian nello Shaanxi si è reso conto che stava mettendo su pancetta, cosa comune a gran parte dei suoi collaboratori. La vita sedentaria sempre davanti a un computer, stava minacciando la loro salute, e i permessi per malattia aumentavano giorno per giorno. Così ha deciso di incentivare i dipendenti a prendersi cura della propria forma fisica. “Ero veramente preoccupato – ha detto – perché sia io che loro stiamo sempre seduti in ufficio, nessuno fa più movimento, e siamo un po' tutti in sovrappeso. Così mi è venuta questa idea: soldi in cambio di chili, ogni mese tutti sulla bilancia e chi dimostra di aver perso almeno tre chili guadagna 15 euro al chilo. Il mio obiettivo è di sviluppare una cultura più salutista e creare una competizione che non può fare che bene a tutti noi”.

L’iniziativa sta funzionando ottimamente, in pochi mesi più di metà dei dipendenti ha perso peso, Hanno iniziato a mangiare più sano e ad andare in palestra in ogni ritaglio di tempo. Il premio più grosso finora se lo è aggiudicato Zhou Wei, una giovane impiegata che in due mesi ha perso 20 chili e si è messa in tasca 2.000 yuan ovvero 300 euro. Tutti i giorni va in palestra e ha radicalmente cambiato la sua dieta. Wang sborsa volentieri i soldi promessi, anche perché la produttività è migliorata, ma ha solo un piccolo rimpianto: non è riuscito a guadagnare un solo euro di bonus, perché non ha perso neanche un etto. Per lui, che di soldi ne ha tanti, non sono un incentivo sufficiente.



704 - TUTTI I LIBRI DEL MONDO




Sembra impossibile ma...
Sir Thomas Phillipps ha messo insieme la più grande collezione di libri che un uomo abbia mai creato; e l'ha dispersa perché non andasse in mano all'odiatissimo genero James Orchard Halliwell.

Phillips, erudito e bibliofilo, nasce a Manchester nel 1792. Per tutta la vita rincorrerà un sogno impossibile: possedere una copia di tutti i libri esistenti al mondo. Giovanissimo, comincia a raccogliere libri e manoscritti in tutta Europa. Per anni acquista interi stock nei negozi di libri, riceve cataloghi di rivenditori, ne compra interi elenchi e fa comprare dai suoi agenti interi lotti all'asta superando spesso l'accesa rivalità del British Museum. Nel tempo mette insieme un'incredibile collezione di oltre 100.000 volumi: 40.000 stampati, 60.000 manoscritti e incunaboli rari di altissimo valore.

Phillips ha tre figlie, e nel 1842 un suo collaboratore, lo studioso shakesperiano James Orchard Halliwell, ha una relazione con Harriett, la maggiore, e ne chiede la mano. Il padre però è contrario, e di fronte al suo rifiuto la coppia fugge e si sposa contro la sua volontà. Phillips non li perdonerà mai, e il suo odio per il genero crescerà anno dopo anno. Lo accuserà di essere un ladro di libri, di aver rubato la sua copia del 1603 dell'Amleto per venderla al British Museum e di aver distrutto un gran numero di volumi antichi, ritagliando le pagine per attaccarle nei suoi album. Il timore che alla sua morte Halliwell erediti la sua casa di Middle Hill, piena fino al soffitto di libri, con i pavimenti che cedono sotto il peso di tonnellate di carta, lo spingono a traslocare ogni sua proprietà. Il trasloco avviene nel 1863: per trasferire l'immensa biblioteca utilizza 160 uomini, 105 carri e 230 cavalli che per 8 mesi fanno su e giù fra la vecchia e la nuova residenza, mentre lui controlla la costruzione delle scaffalature passando a cavallo da una stanza all'altra.

Poco prima di morire, nel 1872, Phillips tenta di lasciare la sua collezione al British Museum, e al premier Disraeli detta le sue condizioni: nessun libraio o estraneo deve riorganizzarli, nessun cattolico consultarli, e soprattutto suo genero James Halliwell non ci deve mettere piede, mai. La trattativa fallisce anche per i pessimi rapporti col museo, e l'Inghilterra perde l'immenso patrimonio. La collezione viene smembrata e venduta a blocchi, inestimabili tesori vanno smarriti. Ci vorranno più di 100 anni per venderla tutta; l'ultimo lotto va all'asta da Christie's nel 2006. 



703 - MAMMA MIA!




Sembra impossibile ma...
Nel 1994 una donna ha partorito una coppia di gemelli; poi nel 1996 ha avuto un parto trigemino, e nel 1998 i gemelli erano 4. Nei 19 anni successivi ha avuto altri 35 figli. Oggi ha 42 anni e 44 figli.

Mariam Nabatanzi nasce nel 1978 a Kabimbiri, in Uganda. A 12 anni sopravvive ad un tentativo di omicidio da parte della matrigna che le mette del vetro tritato nel cibo e uccide così 4 dei suoi fratelli. Subito dopo è costretta a sposare un conoscente di 28 anni più anziano, un violento che trova ogni pretesto per picchiarla e abusa di lei per punirla. Sarà l'unico uomo della sua vita, il padre di tutti i suoi figli. Che un paio di anni fa la abbandona e la lascia sola a portare avanti la famiglia. Ovvero i 38 figli sopravvissuti dei 44 nati.

Fra il 1994 e il 2016 infatti Mariam ha dato alla luce 8 bambini “singoli”, 6 coppie di gemelli, 4 serie di trigemini e 3 serie di quadrigemini. La maggior parte vive ancora con lei, il più grande ha 25 anni, il più piccolo 2. I medici studiano il caso e arrivano alla conclusione che la donna rilascia più uova in un ciclo, e la sua
predisposizione genetica all’iperovulazione aumenta notevolmente la possibilità di avere parti multipli. Per lei fra l'altro l'accumulo di uova non fecondate potrebbe essere letale, e quando ha provato a usare contraccettivi si è ammalata ed è andata in coma per un mese. A risolvere i suoi problemi di fertilità ci pensa a fine 2016 un medico: “Mi ha detto di aver tagliato il mio utero dall'interno – spiega Mariam – e non potrò più avere figli”. Così oggi lei è single, e mantiene la famiglia facendo diversi lavori: raccoglie e vende erbe curative, intreccia e acconcia i capelli, prepara decorazioni per i matrimoni. Coi soldi guadagnati compra ogni giorno 10 chili di farina di mais, 4 di zucchero e 3 saponette. Di recente un crowdfunding ha raccolto quasi 8.000 sterline per lei. Che ha ringraziato dicendo: “Dio è stato buono con me, i miei figli non sono mai rimasti un giorno senza un pasto".

Mariam oggi è la donna vivente più fertile del mondo. Ma il primato assoluto spetta a Valentina Vassilyeva, una contadina di Suja in Russia. Tra il 1707 e il 1765 portò avanti 16 gravidanze gemellari, 7 trigemine e 4 quadrigemine per un totale di 27 travagli. In tutto con il marito Fëdor Vasil’ev mise al mondo 69 figli, 67 dei quali raggiunsero l’età adulta. 



 

702 - PIOVONO PESCI




Sembra impossibile ma…
Ogni tanto da qualche parte del mondo piovono pesci, molluschi e altri animali marini e qualche volta con la grandine vengono giù anche rane, merli e piccioni. Eventi che si registrano sempre più spesso, secondo molti studiosi a causa dei cambiamenti climatici.

L’ultima volta è capitato di recente nella città costiera di Qingdao, in Cina (ringrazio l’amico Enrico Spagnoli per la segnalazione). L'amministrazione locale ha confermato l’evento e ha pubblicato le immagini dell’incredibile pioggia. Qui sono stati polpi e molluschi a cadere dal cielo in gran quantità dopo esser stati risucchiati dall'oceano da una tromba marina. Il violentissimo tornado, col vento che ha raggiunto velocità da record, ha aspirato dal mare l’acqua con tutti gli animali e li ha trasportati per miglia prima di rilasciarli sulle strade della città, dove la gente stupita si è trovata a ripararsi dalla caduta di polpi, crostacei e stelle marine. Gran parte delle immagini pubblicate sul web però sono fake, a partire dalle più famose, con una strada letteralmente coperta di grossi pesci: in realtà si trattava di un tir carico di pesce che si era rovesciato.

Il fenomeno però è reale, è segnalato fin dall'antichità, e ha coinvolto diversi animali. Già nel primo secolo Plinio il Vecchio scrive di tempeste di rane e pesci. Nel 1794 i soldati francesi di stanza a Lalain, vicino a Lille, riferiscono di rospi che cadono dal cielo durante la pioggia battente. Nel 1876 nel Kentucky cadono dal cielo brandelli di carne. Le analisi accertano che si tratta di carne di cervo. Nel 1915, una gigantesca nube riversa rane su Gibilterra. Nel 1976 a San Luis Opisbo in California, merli e piccioni piovono dal cielo per due giorni. Ancora pioggia di rane nel 1981 a Nauplia in Grecia, e poi nel 2005 in Serbia. Nel 2008 grossi pesci cadono su un villaggio del Kerala, in India. Nel 2010 centinaia di esemplari di pesce persico bombardano i 650 abitanti di Lajamanu in Australia. Nel 2014 in Sri Lanka, gli abitanti di un villaggio hanno banchettato con 50 chili di pesce caduto dal cielo. Nel 2017 a Tampico in Messico una delle piogge più abbondanti, e a maggio 2018 Oroville in California ha sperimentato la pioggia di centinaia di carpe.


A Yoro, in Honduras, la pioggia di sardine è addirittura una tradizione: ogni anno tra maggio e luglio si aspetta il "raccolto" del cielo. La gente celebra la Sagra del pesce piovuto, che prevede il rituale della grande nube scura, fulmini e tuoni ricreati, e infine, la tempesta che porta la pioggia miracolosa di sardine, raccolte, cucinate e mangiate. Il filmato non è bellissimo, ma le immagini sono quelle vere di Qingdao.



701 - IL MOSTRO DEL TORRENTE




Sembra impossibile ma…
Se fate il bagno in un torrente di montagna del Giappone vi può capitare di andare a sbattere su un animale lungo un metro e mezzo e grosso come un cinghiale. Vi diranno che è un Ōsanshōuo, ma non vi preoccupate, è solo una salamandra.

Quella giapponese è, con la cugina cinese, la più grande del mondo della sua specie. L’Andrias japonicus, questo il nome scientifico, è protagonista di storie e leggende medievali; in base ad una di queste, è chiamata “la creatura delle due metà” (hanzaki). Ma più comunemente è nota come “il pesce gigante del pepe” (ōsanshōuo appunto), perché se minacciata, secerne ed emette una sostanza dall'aspetto lattiginoso con un forte odore di zenzero. Le più grandi arrivano a un metro e mezzo di lunghezza, ma le antiche storie trasformano il placido anfibio in un pericoloso mostro grosso come un autobus. Il suo aspetto alieno ne fa, nel racconto di chi la incontra, uno “Yōkai”, una creatura “dell’altra parte” giunta nel mondo degli umani con intenzioni, il più delle volte, cattive.

In realtà la salamandra giapponese è un animale acquatico e notturno, assai timido e schivo, tra i pochi rappresentanti rimasti della famiglia preistorica dei Cryptobranchidae, gli anfibi più imponenti apparsi sul pianeta. La prima volta è stata studiata nel 1820 dal medico olandese Philipp Franz von Siebold, che ne catturò un esemplare nei pressi di Nagasaki e lo spedì a Leida.

Oggi sappiamo che vive solo in torrenti con acque limpide e fredde, ha una vista molto scarsa e si affida ai noduli sensitivi che ha sulla fronte per individuare i movimenti nell'acqua. Si nutre di insetti, rane e pesci, ed essendo priva di competitori naturali, è una specie longeva: un esemplare vissuto al Natura Artis Magistra, nei Paesi Bassi, raggiunse i 52 anni. Per accoppiarsi e deporre le uova (le più grandi tra quelle degli anfibi) risale i corsi d'acqua sino alle montagne. In passato era oggetto di pesca e ricercata come cibo; oggi la sua pesca è vietata, e l’inquinamento delle acque e la costruzione delle dighe ne minaccia la sopravvivenza.



lunedì 29 giugno 2020

700 - IL BOSCO DELLE GALLINE




Sembra impossibile ma...
C'è un bosco alle porte della Valtellina dove le galline vivono libere fra gli alberi e producono uova così buone da essere l'oggetto del desiderio di tanti chef stellati. Ma (per loro) averle non è facile.

Giugno 2013, a Morbegno in provincia di Sondrio Massimo Rapella e la moglie Elisabetta, educatori professionali intorno ai quaranta, decidono di chiudere la casa famiglia per minori che gestiscono da tempo, e di combattere la crisi realizzando il loro sogno: l'Uovo di selva. I due vivono con i tre figli Maria, Stefano e Davide nella valle del Bitto di Albaredo dove, a 600 metri di altitudine, hanno una casa di campagna e due ettari di bosco di castagni. Da sempre c'è anche un piccolo pollaio, e Massimo nota che le 4 galline di famiglia
preferiscono razzolare nel bosco invece che sul prato. Così nasce l'idea: i Rapella decidono di lanciarsi nell'allevamento di galline, con i loro risparmi ne comprano 500 e le lasciano libere di muoversi tra gli alberi e le piante del sottobosco. Nasce l'azienda agricola “La Gramola”, e il suo apprezzatissimo prodotto: l'Uovo di selva.

In meno di 6 anni nel bosco la popolazione avicola passa da 4 a oltre 2000 galline, che ogni giorno, sole pioggia o neve, razzolano schiamazzando fra gli alberi. Nel sottobosco si nutrono di insetti, radici, erba e scelgono dove deporre le uova, a terra o sugli alberi, spesso nelle ceppaie. Quando trovano un buon posto, ci tornano. Poi la sera vengono ricondotte al pollaio, al sicuro dai predatori: tassi, volpi e poiane. Oggi le galline della Gramola depongono 1.300 uova al giorno. Chi le assaggia ne rimane conquistato: non sono mai uguali l’una all’altra, cambiano con il sottobosco dove sono deposte e con il clima. Sono leggere e digeribili, il tuorlo è tanto consistente da poter essere impanato e fritto senza romperlo, l'albume può esser montato a 3 volte il volume di un uovo normale.

Una volta raccolte, vengono consegnate entro 24 ore agli acquirenti, senza intermediari: niente negozi, solo privati e gruppi d'acquisto solidale. E ristoranti, una trentina, da grandi chef a modeste trattorie. “Usano le mie uova in modo diverso – dice Massimo – e poi l’uovo è democratico, non d’élite. Me le richiedono da mezza Europa, compresi diversi 3 stelle Michelin, ma mica gliele spedisco, non avrebbe senso: se le vogliono vengono a prenderle qui”. Il prezzo? 70 centesimi l'una, per lo chef stellato come per la casalinga.



699 - LE PIETRE CHE CAMMINANO




Sembra impossibile ma...
Nella Death Valley in California c'è una piana desertica dove grosse pietre pesanti fino a 300 chili si spostano per molte decine di metri lasciando una scia sul terreno, e cambiano anche direzione. Per secoli al misterioso fenomeno sono state date le più fantastiche spiegazioni, e solo di recente la scienza ha risolto l'enigma.

La Valle della Morte è veramente un mondo a parte, uno dei luoghi più affascinanti del pianeta, e fra le tante meraviglie che attraggono i turisti c'è la Racetrack Playa, un pianoro piatto come una pista di pattinaggio e lungo quasi 5 chilometri, punteggiato da centinaia di rocce: le sliding rocks (o sailing stones). L'ecosistema della Playa è in realtà molto particolare: si tratta infatti della superficie di un lago asciutto che quando piove si riempie di acqua piovana; spesso la spianata è battuta dai venti, che durante le tempeste invernali raggiungono i 145 km/h. Di notte poi la temperatura scende spesso sotto lo zero, e l'acqua, diventa ghiaccio. Nelle stagioni calde invece è una tavola desertica arsa dal sole. Le scie lasciate dai massi sono molto evidenti e diverse fra loro, alcune corte, altre lunghe fino a 300 metri, alcune dritte, altre ricurve, altre ancora a zig zag. E hanno alimentato per anni leggende di ogni tipo, finché un team di scienziati è riuscito a filmare i massi proprio mentre si spostavano.

E' il 2011 quando un gruppo di geologi fissa unità GPS attivate dal movimento su 15 pietre, che poi saranno monitorate utilizzando anche telecamere time-lapse. Per due anni non succede niente, poi nel dicembre 2013 le rocce si muovono. A mezzogiorno di una giornata di sole dopo una notte molto fredda, il lago è coperto da 7 centimetri d'acqua, ghiacciata in superficie; il ghiaccio inizia a incrinarsi, poi inizia l'incredibile danza: poggiate su sottili lastre di ghiaccio si spostano come su pannelli fluttuanti spinti dal vento su uno strato di acqua e fango, dove imprimono le scie. Ed è il vento a determinare velocità e traiettorie. I ricercatori le vedono camminare a lungo, alcune per 16 minuti; una percorre 224 metri.

Scoprono così che il fenomeno richiede diverse circostanze concomitanti: lo strato d'acqua piovana deve poter ghiacciare ma essere abbastanza basso da lasciare le rocce scoperte, il ghiaccio deve essere spesso da 3 a 6 millimetri in modo da potersi rompere col sole, ma abbastanza da far da zattera alla roccia. E il vento forte serve solo per l'impulso iniziale, poi basta una leggera brezza a far fluttuare le pietre su sottili lastre di ghiaccio.



 

698 - IL TUNNEL DELL'AMORE




Sembra impossibile ma...
Se pensi all'Ucraina difficilmente ti vengono in mente immagini poetiche e scorci idilliaci. Eppure se fai un salto a Klevan, in Volinia ci trovi uno dei luoghi più romantici del mondo.

Klevan è un'antica cittadina di 7000 abitanti che sorge 400 chilometri a ovest da Kiev (e da Chernobyl), nel bel mezzo di una sconfinata e anonima pianura. Qui puoi visitare i resti di un castello del 1475, la Chiesa dell’Annunziata del Seicento, quella della Natività del Settecento. E un incredibile Tunnel dell'amore: un lungo corridoio ricoperto dalla vegetazione che crea un'atmosfera surreale e fiabesca: archi verdi, pareti verdi, pavimento verde, un capolavoro della natura che va avanti per quasi 5 chilometri. Percorrerlo a piedi è possibile con un minimo di attenzione, perché ogni tanto, a bassa velocità, passa qualche treno carico di tronchi di betulla.

Il Tunnel dell'amore è una sezione della ferrovia industriale che parte dalla stazione di Klevan e raggiunge Orzhivt. E il paradosso è che la suggestiva architettura naturale, nasce in un contesto paramilitare. La linea infatti a un certo punto si sdoppia: la parte che oggi è sommersa dal verde fu realizzata negli anni della guerra fredda per raggiungere una base militare segreta nascosta nella foresta, e gli alberi e la folta vegetazione che corre lungo i binari furono piantati per nasconderla. Poi, negli anni, è stata la natura a trasformare un luogo di guerra in un luogo d’amore. Qui oggi si riuniscono a migliaia gli innamorati, e mentre si baciano esprimono un desiderio, perché la leggenda vuole che se il legame fra i due è sincero, il desiderio sarà esaudito.

Il tunnel dell'amore va bene per tutte le stagioni: in estate la vegetazione rigogliosa lo ricopre di verde intenso, in autunno si tinge di rosso, marrone e giallo, in inverno il ghiaccio lo trasforma in una magica galleria bianca, in primavera ha i mille colori dei fiori.





697 - L'ACQUA E IL VINO




Sembra impossibile ma...
Duemila anni dopo il miracolo delle nozze di Cana un'azienda vinicola spagnola concede il bis e trasforma l'acqua in vino.

L'ultima novità nel mondo dell’enologia arriva dalla Galizia, si chiama Vida Gallaecia ed è la prima acqua aromatizzata al vino, una bevanda che permette di assaporare il gusto del vino, sia rosso che bianco, senza i problemi normalmente legati al consumo di bevande alcoliche. Infatti la Vida Gallaecia ha pochissime calorie, quindi si può bere senza il rischio di ingrassare, e soprattutto il contenuto di alcol è pari a zero: insomma, si potrà alzare il gomito senza ubriacarsi. Il sapore, assicura chi l'ha assaggiata, è straordinariamente simile a quello di un buon vino, e regala al palato sensazioni inedite. Le varietà di uva utilizzate per aromatizzare la Vida Gallaecia sono due fra le più pregiate della prioduzione iberica, la Mencia e il Godello, l’una per il rosso l’altra per il bianco. Il nuovo prodotto nasce da una collaborazione durata due anni tra la Bodega Líquido Gallaecia e i ricercatori del Consejo Superior de Investigaciones Científicas.

Ma come si ottiene la Vida Gallaecia? In che modo e con quali prodotti l'acqua viene aromatizzata? La formula viene mantenuta rigorosamente segreta. Di sicuro si sa solo che una componente importante sono i flavanoli dell'uva, e i residui del processo di vinificazione. I flavanoli – spiega Carmen Martìnez, biologa e ricercatrice - sono benefici per la salute, e hanno effetti positivi per il diabete, oltre ad essere antiossidanti, cardioprotettivi e antibatterici“. Il mercato più promettente per il nuovo prodotto sembra essere quello giapponese, sempre pronto a sperimentare le novità, mentre una compagnia aerea sembra abbia acquisito i diritti per distribuire l’acqua aromatizzata sui voli, e negli Stati Uniti c'è grande interesse per la Vida Gallaecia. Un po' meno in Paesi come la Francia e l'Italia, dove il vino buono non è solo una bevanda, ma è storia, cultura, fascino romantico: un amore scritto nel Dna. 


696 - PRONTO... PARLO CON DIO?




Sembra impossibile ma...
Un predicatore africano sta raccogliendo un gran numero di adepti e fedeli ai quali racconta di avere un canale diretto con Dio: “Ho il suo numero di cellulare e posso chiamarlo quando ce n’è bisogno”.

Paul Sanyagore racconta di aver ricevuto la sua chiamata ministeriale nel 2005 mentre studiava ingegneria a Kwekwe. Da ubriacone e fumatore accanito diventa un fervente fedele di Tavonga Vutabwashe, fondatrice dei Ministries International di Heartfelt, e nel 2001 svolge il primo ministero a Mbare. Nel 2014 si mette in proprio, fonda la Chiesa Internazionale dei Ministri della Vittoria Mondiale (con tanto di seguitissimo canale televisivo, Victory TV) e si fa chiamare “Pastor Talent”. Subito dopo iniziano le interurbane con l'Altissimo: “È possibile parlare con Dio – dice ai giornalisti - perché dubitate che gli parli al telefono? Ho il numero diretto, devo solo chiamarlo e lui mi dà istruzioni. L’ho avuto mentre stavo pregando e ho sentito una voce che mi diceva di chiamare”.

Sanyagore sostiene di compiere miracoli, ma mai per farsi pubblicità: nel 2015 ha profetizzato a una donna abbandonata dal marito da 2 anni che questo sarebbe tornato; dopo pochi giorni durante la messa lei si è presentata felice per il ritorno del coniuge. Lui ha benedetto una scatola di preservativi, e le ha raccomandato di usarli. Il motivo? “Chissà dove e con chi era stato il marito” spiega il pastore. Ma da allora decine di donne gli portano i profilattici da benedire. Pochi mesi dopo Sanyagore avrebbe camminato sull'acqua: “Era un segreto, ho fatto qualche passo sulla piscina, ma alcuni adepti mi hanno fotografato. Poi le immagini hanno iniziato a circolare. Ma la gente non è pronta: ho cacciato chi aveva diffuso le immagini”. In un'altra occasione il pastore ha fatto bere a degli operai assetati acqua di fogna che, dopo una preghiera e una spruzzata di sale, sarebbe diventata potabile.

Ma la linea diretta col paradiso è il suo capolavoro. Sanyagore durante le funzioni chiama Dio al telefono e fa da tramite per le richieste dei fedeli; le sue profezie sono accompagnate da scrosci di applausi. A chi gli chiede di rivelare il numero, promette che presto lo farà. Durante una messa nella quale avrebbe dovuto riverlarlo, ha squillato il cellulare di un adepto: chi era? Il Signore, che gli ha comunicato una serie di profezie. Una prova più che sufficiente per il predicatore. Che di recente ha querelato una rivista sudafricana che raccontava la storia, e rivelava il numero divino. “E' falso – si è arrabbiato lui – io non l'ho mai dato a nessuno”.



695 - IL SERGENTE YORK




Sembra impossibile ma...
Il sergente York”, celebre film diretto nel 1941 da Howard Hawks e interpretato da Gary Cooper racconta una storia incredibile. Eppure, anche al netto della propaganda bellica, è vera in ogni dettaglio.

Alvin Cullum York nasce a Pall Mall, cittadina agricola del Tennesse, nel 1887. Figlio di un contadino, da ragazzo è assai turbolento, si ubriaca spesso e volentieri con gli amici al bar e dimostra un'abilità impressionante con le pistole: non sbaglia un colpo. Cambia vita quando il suo il miglior amico viene ucciso in una rissa: chiude con l'alcol, giura di non combattere più e diventa seguace della Chiesa di Cristo. Nel 1917 gli Stati Uniti entrano in guerra e Alvin viene chiamato alle armi; fedele ai canoni della comunità religiosa, fa obiezione di coscienza. Arruolato a forza, viene inviato al fronte francese con l'82ª divisione di fanteria e dopo una profonda crisi si convince che combattere è il male minore.

L'8 ottobre del 1918 sul fronte delle Argonne è protagonista dell'azione di guerra che gli cambierà la vita. Parte all'alba con 16 soldati; missione, prendere il controllo della ferrovia di Decauville. Le mappe sono scritte in francese, e lui non le capisce; non dice niente, finge padronanza e avanza. Si ritrova così dietro le linee nemiche. I tedeschi, vistisi presi alle spalle, in un primo momento si arrendono, ma quando capiscono che gli americani sono in pochi, reagiscono e dalla collina dove sono appostati in gran numero aprono il fuoco. In pochi secondi 9 americani cadono uccisi, gli altri si riparano come possono. York si ritrova in piedi da solo, bersaglio di 32 mitragliatrici e un centinaio di fucili e pistole; si sdraia e col suo fucile Enfield spara su qualunque cosa vede come faceva nelle gare di tiro sulle montagne del Tennessee. Qui i bersagli sono assai più grandi, non ne manca uno. Una squadra di fanti tedeschi lo carica con le baionette: finiti i proiettili del fucile, li falcia uno dopo l'altro con la Colt 45; poi è lui a caricare, aggira i nidi di mitragliatrici e le rende inoffensive una dopo l'altra. Il fuoco cessa all'improvviso: un maggiore tedesco si alza dalla trincea con le mani alzate, "Non sparate più, ci arrendiamo" dice in inglese. Getta le armi e quando si trova davanti un uomo solo dice : "Ma quanti uomini hai ?" York risponde secco: "Quanti bastano"- Con i compagni americani increduli che escono dai rifugi senza aver sparato un colpo, scorta i prigionieri al campo base statunitense.

Il generale Lindsay lo vede arrivare ed esclama: "Gesù Cristo York, hai catturato l'intero fottuto esercito tedesco!". Lui risponde: "No signore, solo 132 di loro". Alla fine il sergente ha ucciso da solo 28 soldati nemici e catturato 128 soldati, 4 ufficiali e 35 mitragliatrici. Decorato con la Medal of Honor torna a casa accolto come una gloria nazionale. Muore nel 1964. 



 

694 - LA MAMMA BAMBINA




Sembra impossibile ma…
Nel novembre del 2015 è morta Lina Medina Vásquez. Nata il 27 settembre 1933, era madre di due figli: Il più piccolo, Raul, nato nel 1972; il più grande, Gerardo, nel maggio 1939. Sì, avete letto bene: quando è nato Gerardo, Lina aveva 5 anni, 7 mesi e 21 giorni. Ringrazio Monica Brachini per la segnalazione e vi racconto una delle storie più incredibili fra le centinaia che abbiamo visto insieme.

Lina nasce a Ticrapo in Perù, nel marzo del 1939; quando ha poco più di 5 anni, i genitori Tiburcio e Victoria, preoccupati per il ventre che continua a crescere, la portano dal medico. Temono un tumore allo stomaco, ma la diagnosi li lascia di sasso: la bambina è incinta di 7 mesi. Il dottor Gerardo Lozada la conduce a Lima e la fa visitare da diversi specialisti, che confermano la gravidanza. Il 14 maggio la bimba dà alla luce con parto cesareo un bambino di 2,7 chili, che viene chiamato Gerardo in onore del medico. Gravidanza e parto sono dettagliatamente documentati su La Presse Medicale dal dottor Edmundo Escomel, che riferisce di condizioni ormonali rarissime che hanno portato allo sviluppo del seno a 4 anni e ad allargamento pelvico e maturazione ossea avanzata a 5, oltre ad un precocissimo menarca.

Lina ovviamente non si rende conto di ciò che le sta capitando, dopo il parto trascorre 11 mesi in ospedale e torna in famiglia solo con l’autorizzazione della Corte Suprema. Mentre lei gioca con le bambole, il figlio viene alimentato da un’infermiera e allevato da uno zio. Crescerà pensando che la bimba sia sua sorella, ma a 10 anni i compagni di scuola gli riveleranno la verità. Gerardo morirà nel 1979 a 40 anni per una malattia del midollo osseo per la quale viene escluso ogni legame con le circostanze della nascita.

Ma chi è il padre del bambino? Non lo sapremo mai; Lina ovviamente non ricorda. Il padre Tiburcio, arrestato per stupro e incesto, viene presto rilasciato: non ci sono prove. I sospetti ricadono su un fratello di Lina affetto da handicap mentale. Ma restano tali. Intanto la notizia della mamma bambina fa il giro del mondo, piovono offerte perché madre e figlio si mostrino in pubblico, ma il governo peruviano lo proibisce. Così la ragazza cresce nel più misero quartiere di Lima, aiutata solo dal dottor Lozada che le permette di studiare e poi la assume come segretaria nella sua clinica. Nel 1972 Lina si sposa e, a 38 anni, ha il secondo figlio. La madre più giovane in tutta la storia dell’umanità muore a 82 anni, povera come ha sempre vissuto. A ricordarla c’è solo una statua che il Museo delle cere di New York le ha dedicato.





693 - L'ORSO WOJTEK VA ALLA GUERRA




Sembra impossibile ma…
Fra le truppe polacche impegnate a combattere i nazisti c’era anche un orso. Come il babbuino Jackie, caporale dell’esercito sudafricano nella prima guerra mondiale (che i lettori più affezionati ricorderanno protagonista di una storia impossibile di parecchio tempo fa) l’orso Wojtek è stato a tutti gli effetti un soldato regolarmente arruolato nell’esercito prima polacco, poi britannico.

Wojtek nasce nel 1942 vicino a Hamadan in Persia. E’ un orso bruno che da adulto toccherà i due metri per 250 chili di peso. Come nelle favole i cacciatori gli uccidono la madre quando è cucciolo, e una ragazza del villaggio lo adotta e lo nutre. Presto il cucciolo diventa troppo grande, e la giovane chiede aiuto al generale Spiechowitz, che accoglie Wojtek nella 22ª Compagnia di artiglieria del II Corpo d'armata polacco, di stanza da quelle parti. Il graduato pensa che possa migliorare il morale dei propri uomini, e lo affida a un caporale. In breve l’animale diventa il beniamino di tutti i soldati, che gli danno il nome Wojtek, diminutivo di Wojciech, che significa "guerriero sorridente", e lo addestrano a restituire il saluto e a spostare oggetti pesanti; lo nutrono con frutti, marmellata miele e sciroppo e lo ricompensano quando fa lavori di fatica con bottiglie di birra, che dopo il succo di lampone, di cui ingurgita quantità industriali, diventa la sua bevanda preferita, tanto che impara a prendere la bottiglia tra le zampe e scolarne il contenuto. Gli piace anche masticare le sigarette e fare il bagno sguazzando nell’acqua coi soldati, e con loro ama giocare alla lotta corpo a corpo: sembra divertirsi a fingere assalti per poi lasciar vincere l’avversario e farlo salire in groppa in segno di sottomissione. Non ha paura di niente, meno due cose: le scimmie e il raglio degli asini.

Wojtek segue la compagnia in Siria ed Egitto. E lì, per poterlo imbarcare su un trasporto con l'Ottava armata britannica diretta in Italia, viene arruolato ufficialmente; come soldato, vive con gli altri soldati nelle tende in una cesta di legno, trasportata su camion. Durante la battaglia di Monte Cassino, l’orso si distingue trasportando quintali di casse di munizioni, senza lasciarne cadere una. Da allora l’emblema ufficiale della sua compagnia è un orso che trasporta un proiettile, e lui viene ufficialmente impiegato dall’esercito e regolarmente retribuito da Sua Maestà: ha il suo denaro, le sue sigarette e le sue razioni di cibo. Al termine della guerra nel 1945 Wojtek finisce in Scozia, e nel 1947 viene congedato: lo aspetta una grande gabbia dello zoo di Edimburgo, dove per anni gli amici polacchi lo vanno a trovare con le famiglie. Wojtek muore a 22 anni nel 1963. Su di lui vengono girati film e scritti libri, e Londra, Cracovia, Edimburgo e Imola (liberata dai polacchi) per ricordarlo gli dedicano un monumento.





692 - UN MONDO DI PARASSITI




392 – UN MONDO DI PARASSITI

Sembra impossibile ma…
C’è un luogo dove si può passeggiare indenni in mezzo a migliaia di animali letali per l’uomo. Se avete in programma un viaggio a Tokyo, e volete uscire dai classici itinerari turistici, fate un salto nel quartiere residenziale di Meguro. Vi troverete di colpo in un pianeta alieno, popolato da strani esseri di tutte le dimensioni, simili a insetti, a vermi o a crostacei: è il Meguro Parasitological Museum.

Un viaggio allucinante nel mondo dei parassiti, in una struttura unica al mondo finanziata e realizzata nel 1953 del medico Satoru Kamegai. Il museo è dedicato a tutti quegli animali che vivono e si nutrono a spese e spesso all’interno di altri esseri viventi. Nelle sue sale sono esposti conservati in formalina oltre 300 diversi tipi di parassiti, selezionati in una collezione di oltre 60.000 esemplari. L’attrazione più gettonata è il verme solitario più lungo del mondo: raggiunge la lunghezza di 8,8 metri. E il pensiero vola solidale al poveraccio che l’ha ospitato nel suo intestino.

Oltre ai 60.000 esemplari custoditi, il museo mette a disposizione dei visitatori 6.000 volumi, circa 50.000 documenti sui parassiti e sulle malattie legate ad essi, e la collezione di ceroplastiche di Jinkichi Numata. La sala “Diversity of Parasites” mostra le varie specie presenti in Giappone, la “Human and Zoonotic Parasites” illustra le varie forme di infezioni che questi esseri causano nell’uomo e negli animali, i sintomi che si avvertono durante l’infezione e gli effetti sul corpo umano. Nella struttura si svolgono anche attività di ricerca e di istruzione, mentre nello shop sono in vendita gadget insoliti e quasi sempre ributtanti.

Al museo si imparano un sacco di cose. Ad esempio che mangiando trote crude si può ingerire un verme solitario che produce nel nostro intestino un milione di uova al giorno, che il 90% dei parassiti anche molto dannosi sarebbero destinati ad altri ospiti ma finiscono nel corpo umano per errore, che quasi tutti i parassiti non arrecano danni letali all’ospite, perché è loro interesse non ucciderlo, che non si sa quante specie ne esistano in natura. E che ogni essere vivente, nessuno escluso, ha al suo interno una vasta popolazione di inquilini che campano a spese sue.





691 - LA CASA DI BILBO




Sembra impossibile ma...
Un ex insegnante di educazione artistica si è costruito una casa che pare uscita dal villaggio hobbit di Tolkien; l'ha fatto utilizzando solo materiali naturali e riciclati. E con una spesa complessiva di 180 euro.

Michael Buck appena andato in pensione ha realizzato un vecchio sogno nel suo giardino di Wolvercote, non lontano da Oxford. Utilizzando una tecnica costruzione antichissima, materiali come sabbia, argilla, paglia e acqua, in 8 mesi di lavoro ha edificato una casetta biologica di 30 metriquadri."Ho iniziato - spiega - con un cerchio di pietre prese da un muro che il mio vicino aveva abbattuto, e che originariamente provenivano dalle rovine di un monastero”. Buck ha sfruttato la normativa britannica che non richiede un permesso per costruire una casa estiva; ha rispolverato una tecnica preistorica che per le pareti utilizza una terra con poca sostanza organica e molta argilla (se bagnata è malleabile, ma una volta asciutta è dura e resistente) mentre il tetto è fatto di paglia. L'impasto, che va a costituire il riempimento della muratura e delle pareti, offre un ottimo isolamento termico: mantiene fresca la temperatura interna d'estate e conserva il calore della stufa a legna d'inverno. La struttura ha travi di pioppo; il pavimento è fatto con le assi di una barca abbandonata, le pareti tinteggiato con gesso e resina vegetale, le finestre costruite con vecchi parabrezza di autocarri.

La"Cob House" ha al suo interno cucina, zona pranzo e zona letto (a castello), mentre Il bagno è fuori, un gabinetto di compostaggio in una dependance di paglia; sulla parete esterna c'è poi la vasca, di latta, che può essere riempita e svuotata. L'acqua, incanalata in un condotto che serve la casa, proviene da un vicino torrente. Non c'è energia elettrica, per far luce si usano le candele; il frigorifero è una cavità creata nel terreno che sfrutta le caratteristiche geodetiche per mantenere freddi gli alimenti; la cucina sfrutta un sistema a legna per cuocere i cibi, e in caso di emergenza c'è anche un fornello a gas. Insomma, è l'ultima frontiera del “fai da te” ecologico e sostenibile che non solo è quasi a costo zero, ma non comporta spese future di bollette o oneri del genere.

"Ho deciso di costruire questa casetta - racconta Buck - ispirato da madre natura. Viviamo in una società dove ci stressiamo passando le nostre vite a pagare mutui. Invece per realizzarla ho avuto bisogno solo di un pezzo di terra: come l'ho fatto io, lo può fare chiunque ”.


690 - VIENI, C'E' UNA BOLLA NEL BOSCO




Sembra impossibile ma…
C’è un bosco vicino a Marsiglia dove è possibile passare la notte in una bolla trasparente. La privacy forse è un po’ sacrificata, ma vuoi mettere rilassarsi circondati dal verde e immersi nella natura, e addormentarsi con l’immagine di un cielo stellato negli occhi.

Si chiama Attrap’Reves, è una catena di alberghi cresciuti come funghi (è il caso di dirlo) nel sud della Francia, all’ombra di un’idea semplice ma insolita: il Bubble Hotel. Camere a forma di bolla dove passare la notte con tutti i comfort eppure in mezzo alla natura: un po’ come la vecchia tenda del campeggio, però assai più comoda, senza tutti i disagi che questa comporta, e sicuramente più panoramica. E’ possibile scegliere tra 5 diversi luoghi: Allauch, Saint-Maime, La Bouilladisse, Montagnac-Montpezat e Puget-Ville.

L’idea della vacanza glamping è venuta nel 2010 a una famiglia francese, madre e due figli, con specifiche competenze nei diversi settori dell’alberghiero. “Il nostro obiettivo – dicono – era creare una vera esperienza poetica e sensoriale attraverso l'installazione di design e sistemazioni ecologiche ma senza sacrificare l'ambiente”. Così è nato un progetto eco-friendly: per tutte le strutture, che possono essere montate e smontate con facilità è stato utilizzato solo materiale riciclabile. Ogni bolla poi è stata installata in modo da proteggere la privacy degli ospiti: per raggiungere la propria stanza, infatti, bisogna percorrere un sentiero privato.

Gli ospiti possono scegliere tra diverse "bubbles": Zen, Love Nature, Chic & Design, Glamour, Mille e una notte, Tahiti… Sono previsti pacchetti relax e trattamenti benessere. I prezzi? Variano a seconda della camera scelta tra i 109 e i 499 euro a notte. Ad esempio la Constellations secondo la stagione costa da 119 a 149 euro, prezzo di una bolla per due persone colazione compresa, con un telescopio e mappa delle stelle a disposizione.



689 - UOMINI DELLE CAVERNE




Sembra impossibile ma…
Sono oltre 30 milioni i cinesi che attualmente vivono in una caverna, più dell’intera popolazione dell’Australia, o se preferite degli abitanti di tutti i Paesi scandinavi messi insieme.

Ma la vita per gli uomini delle caverne del terzo millennio è meno brutta di quanto si possa immaginare. Se il paesaggio è più o meno quello dei Sassi di Matera, la maggior parte delle case sotterranee ha tutte le comodità delle dimore moderne, ed è più efficiente dal punto di vista energetico delle abitazioni di un condominio medio. La provincia cinese dello Shaanxi è la più ricca di case-grotta, che i cinesi chiamano yaodong; le scogliere gialle di terreno poroso dell'altopiano di Loess rendono facile lo scavo e la realizzazione di livelli terrazzati collegati da scale di pietra.

Gli ingressi semicircolari sono rivestiti con carta di riso o coperte, ogni grotta ha un’ampia sala a volta, i soffitti sono alti e davanti a ogni casa c’è un cortile. Le migliori sporgono dalla montagna e sono rinforzate con mattoni in muratura. Le caverne hanno impianti elettrici e acqua corrente, e gli abitanti dormono su grandi letti di pietra detti kang; d’estate gli ambienti sono freschi, e d’inverno vengono accesi fuochi in apposite cavità sottostanti. La buona notizia è il prezzo: a Yanan una grande grotta con tre camere, bagno e cortile (750 metri quadrati) costa l’equivalente di 40.000 euro. Una più modesta, di una sola stanza, può essere affittata con 25 euro al mese. La maggior parte delle abitazioni però non è in vendita, perché viene tramandata da una generazione all'altra.

Le case-grotta hanno un ruolo importante anche nella storia cinese: durante la lunga marcia negli anni trenta, Mao Tse Tung si rifugiò nelle a Yanan e vi rimase a lungo in una caverna con due camere, mentre il presidente cinese Xi, esiliato nel periodo della Rivoluzione culturale, ha vissuto dal 1968 al 1975 in una grotta a Liangjiahe.





760 - DIETRO IL PADRINO

    Un'offerta che non si può rifiutare. A trovarsela davanti è stato Francis Ford Coppola al momento di iniziare a girare I...