martedì 30 giugno 2020

701 - IL MOSTRO DEL TORRENTE




Sembra impossibile ma…
Se fate il bagno in un torrente di montagna del Giappone vi può capitare di andare a sbattere su un animale lungo un metro e mezzo e grosso come un cinghiale. Vi diranno che è un Ōsanshōuo, ma non vi preoccupate, è solo una salamandra.

Quella giapponese è, con la cugina cinese, la più grande del mondo della sua specie. L’Andrias japonicus, questo il nome scientifico, è protagonista di storie e leggende medievali; in base ad una di queste, è chiamata “la creatura delle due metà” (hanzaki). Ma più comunemente è nota come “il pesce gigante del pepe” (ōsanshōuo appunto), perché se minacciata, secerne ed emette una sostanza dall'aspetto lattiginoso con un forte odore di zenzero. Le più grandi arrivano a un metro e mezzo di lunghezza, ma le antiche storie trasformano il placido anfibio in un pericoloso mostro grosso come un autobus. Il suo aspetto alieno ne fa, nel racconto di chi la incontra, uno “Yōkai”, una creatura “dell’altra parte” giunta nel mondo degli umani con intenzioni, il più delle volte, cattive.

In realtà la salamandra giapponese è un animale acquatico e notturno, assai timido e schivo, tra i pochi rappresentanti rimasti della famiglia preistorica dei Cryptobranchidae, gli anfibi più imponenti apparsi sul pianeta. La prima volta è stata studiata nel 1820 dal medico olandese Philipp Franz von Siebold, che ne catturò un esemplare nei pressi di Nagasaki e lo spedì a Leida.

Oggi sappiamo che vive solo in torrenti con acque limpide e fredde, ha una vista molto scarsa e si affida ai noduli sensitivi che ha sulla fronte per individuare i movimenti nell'acqua. Si nutre di insetti, rane e pesci, ed essendo priva di competitori naturali, è una specie longeva: un esemplare vissuto al Natura Artis Magistra, nei Paesi Bassi, raggiunse i 52 anni. Per accoppiarsi e deporre le uova (le più grandi tra quelle degli anfibi) risale i corsi d'acqua sino alle montagne. In passato era oggetto di pesca e ricercata come cibo; oggi la sua pesca è vietata, e l’inquinamento delle acque e la costruzione delle dighe ne minaccia la sopravvivenza.



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