giovedì 9 luglio 2020

711 - LA DOTTORESSA TROTULA




Sembra impossibile ma...
La prima donna medico di una certa fama fu la salernitana Trotula de Ruggiero. Cancellata per secoli dalla storia e relegata nella leggenda, troverà il suo posto nei libri di storia della medicina solo negli ultimi decenni, e non senza voci discordi. Ringrazio Giusi Voza per la segnalazione, e vi porto nella Salerno dell'XI secolo.

Dove intorno al 1050 opera la giovane Trotula, della nobile famiglia normanna De Ruggiero, famosa per aver donato a Roberto il Guiscardo i fondi per costruire il Duomo. Cosa che, oltre al far parte della nobiltà cittadina, le spiana la strada per intraprendere studi superiori di medicina. Non si tratta però di un caso unico, perché il signore della città è l'ultimo principe longobardo Gisulfo II, e la prestigiosa Scuola Medica di Salerno, centro di cultura non controllato dalla Chiesa, è espressione delle tradizioni longobarde che vedono la donna condividere con l'uomo responsabilità politiche, religiose e militari. La Scuola medica dunque non preclude alle donne né l'accesso né la possibilità di divenire Magistra. Così Trotula è la più nota tra le mulieres Salernitanae, la cerchia di studiose che esercita la pratica medica, insegna e produce libri: di molti ci è pervenuto solo il nome, di alcuni anche il testo. Tra le “dottoresse” di cui ci è giunta notizia Sichelgaita (seconda moglie di Roberto il Guiscardo), Rebecca Guarna, Costanza Calenda, Mercuriade, Abella Salernitana.

Tornando a Trotula, la medicina è un vizio di famiglia: medico è il marito Giovanni Plateario, così come i due figli, Giovanni il giovane e Matteo, ricordati tutti come i Magistri Platearii. La donna, ritenuta un luminare in ginecologia ed ostetricia, studia metodi per rendere il parto meno doloroso e per il controllo delle nascite, e rimedi per l'infertilità (la prima a ricercarne le cause anche negli uomini, il che per l'epoca è un'eresia). A lei sono attribuiti il trattato “De passionibus mulierum ante in et post partum”, oltre 60 capitoli con consigli per tutte le età delle donne, e il “De Ornatu Mulierum”, che rivela i segreti di pozioni e decotti per la bellezza e l'igiene femminile, con l’analisi e il trattamento di 96 piante per ottenere 63 ricette per rimedi cosmetici e medicinali. Fra questi, l'antenato del detergente intimo antibatterico con petali di rosa e lavande con bicarbonato. I suoi obiettivi dichiarati sono migliorare gli standard di vita femminili e promuovere la cura dell’igiene. I suoi insegnamenti nella Scuola Medica infine sono inclusi nel “De agritudinum curatione” che raccoglie le lezioni dei 7 Maestri più illustri.

Dopo la sua morte le cose cambiano, l'affermarsi di una visione più maschilista anche in culture di tradizione aperta porta a rileggere il ruolo della donna. Dalla storia della medicina scompare o viene relegata a ruoli marginali, la figura di Trotula sfuma lentamente nella leggenda; e gli studiosi ne mettono in dubbio la storicità, fino a negare la paternità dei suoi libri, e ad attribuirli ad altri autori.

Solo a fine Ottocento la sua esistenza viene di nuovo riconosciuta; del resto i riferimenti storici e le citazioni di Trotula sono numerosi, dal “Dit de l'Herberie” del poeta satirico Rutebeuf ai "Racconti di Canterbury" di Chaucer, fino alla Historia Ecclesiastica di Orderico Vitale che accenna alla “coltissima matrona” che nel 1059 a Salerno dialogò col più famoso medico normanno dell'epoca, Rodolfo Malacorona, unica studiosa a possedere una cultura tale da poter discutere di medicina da pari a pari con lui.
Guarda nei video la storia di Trotula raccontata dall'autrice di uno dei libri scritti su di lei, e una lezione sulla dottoressa salernitana tenuta al festival del Medioevo.





martedì 7 luglio 2020

710 - LO SPADONE DI GRUTTE PIER




Sembra impossibile ma...
Questa è una storia vera. Ringrazio l'amico Gei Gi per la segnalazione. Pier Gerlofs Donia nasce nel 1480 a Kimswerd in Frisia. Discendente di un antico capo frisone, all'inizio è un uomo tranquillo che coltiva la terra nella sua fattoria, ma i compaesani lo conoscono già come Grutte Pier, il grande Pier, per la sua corporatura: le cronache parlano di un gigante alto 7 piedi (2,13 metri) con una forza fisica eccezionale. Si sposa giovanissimo e ha due figli, e nel caos di guerre e guerricciole che si susseguono nella regione, riesce ad evitare di servire militarmente una delle fazioni in lotta.

Finché nel 1515 il suo villaggio viene saccheggiato da una banda di mercenari Schieringers, partigiani del dominio asburgico sui Paesi Bassi. La sua fattoria viene bruciata, sua moglie violentata e uccisa. A lui non resta che la vendetta: così si allea col duca di Gheldria, principale oppositore di Filippo il Bello e di suo figlio Carlo V d'Asburgo e costituisce una banda armata, gli "Arumer Zwarte Hoop" (la Banda nera di Arum). E siccome il suo esercito non può competere col nemico a terra, sceglie di diventare un pirata. Il suo regno è lo Zuiderzee, il grande golfo (oggi chiuso da una diga) a nordest di Amsterdam. Qui costruisce la sua leggenda.

In breve il gigate diventa un simbolo della guerriglia frisone: quando i nemici lo vedono lanciarsi all'attacco armato del suo Biedenhänder (un enorme spadone a due mani) fuggono terrorizzati. In pochi mesi Pier affonda 132 navi nemiche, 28 delle quali nello stesso giorno, in una sola battaglia, e si guadagna il soprannome di "Croce degli Olandesi". Nel 1517 si impadronisce della città di Medemblik, la rade al suolo e massacra gli abitanti, colpevoli di aver collaborato con le armate olandesi. Lo stesso farà con i castelli di Nieuwburg e di Middelbourg e con la città di Asperen.

Gli olandesi reagiscono affidando una flotta nuova di zecca ad Anthonius van den Houte, nominato "ammiraglio del Zuiderzee", che all'inizio ottiene qualche successo, ma nel 1518 Grutte Pier lo sconfigge ripetutamente a Hoorn e a Hindeloopen catturando 11 navi. Più volte ferito in battaglia, nel 1519 lascia la guerra e si ritira nella sua casa nella città di Sneek. Muore nel suo letto l'anno successivo, a 40 anni, e viene sepolto nella chiesa di Martinikerk. Il suo luogotenente Wijerd porta avanti la lotta, ma sul ponte della nave non c'è più il gigante, e lui dopo diverse sconfitte viene catturato e decapitato nel 1523.

Nel 1791 a Leeuwarden vengono ritrovati sopra un portico due spadoni; il più grande secondo gli storici è il Biedenhänder di Grutte Pier. Misura 2,15 metri di altezza e pesa 6,6 chili. Oggi è esposto nel Museo della Frisia di Leeuwarden, mentre un enorme elmo è conservato nel municipio di Sneek. Fra storia e leggenda, di Grutte Pier si racconta che era così forte da piegare una moneta con il pollice e l'indice, che avrebbe ucciso con un solo colpo di spadone 5 sicari che cercavano di assassinarlo, che tirava lui stesso l'aratro per coltivare le sue terre, e che più volte i suoi armati lo abbiano visto sollevare un cavallo al di sopra della sua testa.
Guarda il video con la storia di Grutte Pier e il museo con la sua spada e il monumento a lui dedicato.






760 - DIETRO IL PADRINO

    Un'offerta che non si può rifiutare. A trovarsela davanti è stato Francis Ford Coppola al momento di iniziare a girare I...