domenica 30 agosto 2020

730 - I MORTI VIVENTI DI SULAWESI

 


Sembra impossibile ma...

Partecipare a un rito funebre sull'isola indonesiana di Sulawesi e come fare un giro nel tunnel dell'orrore. Ringrazio Luca Ramacciotti e Andrea Moretti per la segnalazione e vi racconto le insolite usanze dei Toraja.

La parola significa "popolo degli altipiani" e loro sono un milione; circa la metà vive nella reggenza di Tana Toraja, e molti abitano le “tongkonan”, grandi case tradizionali col tetto a punta. Ma da qualche anno sono conosciuti in tutto il mondo per i loro particolarissimi riti funebri. Il rapporto con l'aldilà è fondamentale nella cultura Toraja: lo spirito dei morti deve restare o poter ritornare al villaggio, e se qualcuno muore lontano i parenti fanno l'impossibile per riportare il corpo a casa. Più ricco e potente è il defunto, più complesso e costoso sarà il rituale. La festa per la morte di un nobile può durare diversi giorni, e vi partecipano migliaia di persone. La tomba è assai costosa e spesso richiede tempo per esser completata. Così in attesa che la famiglia raccolga i fondi necessari, il funerale si tiene settimane o mesi dopo la morte. In questo periodo il corpo del defunto, trattato per non decomporsi, viene avvolto in stoffe e tenuto nel tongkonan. Non solo, ma fa anche vita sociale: siede a tavola con la famiglia, riposa in poltrona, dorme nel letto, e se arrivano ospiti sono tenuti a comportarsi come fosse ancora vivo, salutarlo, discutere con lui e rendergli omaggio.

Poi arriva il giorno del funerale, il Tomate, così cruento che turisti e curiosi che iniziano a seguirlo, spesso non reggono e se ne vanno sconvolti. Si inizia con combattimenti fra tori, segue il sacrificio degli animali appartenuti al morto e il massacro dei bufali d'acqua. Ne vengono macellati in quantità proporzionale all'importanza del defunto, poi le carcasse, testa compresa, sono allineate in attesa del defunto, al quale saranno indispensabili per approdare nell'aldià: più bufali avrà, più velocemente arriverà e troverà pace. Bufali, maiali e altri animali vengono macellati a decine col machete, e i getti di sangue vengono raccolti in lunghi tubi di bambù, mentre i giovani fanno festa ballando a ritmo di musiche tradizionali. Segue una serie di combattimenti di galli (almeno 25 coppie), poi la salma viene inumata. Finisce qui? Macché.

Ogni anno in agosto si svolge il Ma'Nene, un rituale che prevede la riesumazione dei corpi dei defunti sepolti da almeno tre anni. Che vengono riportati a casa dove i parenti li lavano, li pettinano, li vestono con abiti nuovi. Poi ricevono ospiti e scattano foto di gruppo con la mummia al centro sorretta dal loro abbraccio. Segue la processione per le strade del villaggio. Anche chi è morto da decine di anni viene riesumato, e se si trovano solo ossa, vengono raccolte in stoffe pregiate; alla sera i corpi vengono ricomposti nelle bare e riportati al cimitero. Una pratica che si ripete da oltre 700 anni, ma che negli ultimi decenni è diventata un vero Festival della morte che attira ogni anno migliaia di turisti. Così tanti che Sulawesi è oggi la seconda meta turistica in Indonesia dopo Bali. E voi cosa preferite, i morti dei Toraja o le spiagge balinesi?

Intanto che ci pensate, guardate i video per assistere agli incredibili rituali funebri.

 



Nessun commento:

Posta un commento

760 - DIETRO IL PADRINO

    Un'offerta che non si può rifiutare. A trovarsela davanti è stato Francis Ford Coppola al momento di iniziare a girare I...