giovedì 10 ottobre 2019

28 - IL CAPITANO DI KOPENICK



Sembra impossibile ma...
Un truffatore finse un colpo di stato, fece imprigionare le autorità e fuggì col tesoro cittadino. In Germania oggi è un eroe popolare.

Friedrich Wilhelm Voigt detto il Capitano di Köpenick nasce a Tilsit in Prussia nel 1849. A 14 anni si fa due settimane di carcere per furto e viene espulso dalla scuola; dopo aver provato a fare il calzolaio col padre, colleziona una lunga serie di condanne per furto e truffa. Nel 1906, uscito di prigione dopo 25 anni, vorrebbe mettere la testa a posto, ma resta intrappolato in un paradosso in stile “comma 22”: non può avere un lavoro perché è privo di passaporto, ma non può avere un passaporto perché non ha un lavoro. Arrabbiato per quella che vive come una grossa ingiustizia, Voigt progetta la truffa che lo renderà famoso. E il 16 ottobre 1906 a Berlino, dopo una lunga preparazione, entra in azione.

Acquista in vari negozi pezzi di divise militari usate e si cuce un'uniforme da capitano; dopo averne provato l'effetto con con alcuni soldati si dirige a una vicina caserma dove raduna 4 granatieri e un sergente e gli ordina di seguirlo. I militi, alla vista dell'uniforme, obbediscono; lungo la strada recluta altri 6 soldati al poligono di tiro. Con la sua milizia prende il treno per Köpenick, cittadina a est di Berlino: lì il plotone occupa il municipio e dopo aver bloccato le uscite ordina alla polizia locale di occuparsi dell'ordine pubblico, e ai dipendenti dell'ufficio postale di impedire ogni comunicazione per un'ora. Quindi fa arrestare il sindaco Langerhans e il tesoriere Von Wiltberg con l'accusa di irregolarità nei bilanci, confisca 4002 marchi e 37 pfennig, lascia una ricevuta (che firma col nome del direttore del carcere dove era stato detenuto), requisisce due carri e ordina ai “suoi” granatieri di portare gli arrestati a Berlino per l'interrogatorio, e agli altri militari di restare immobili nel municipio per mezz'ora. Subito dopo va alla stazione, si cambia di abito e scompare.

La notizia del “colpo” fa il giro della Germania, la polizia indaga a tappeto. E 10 giorni dopo arresta Voigt. Il tribunale lo condanna a 4 anni, ma l'opinione pubblica “adotta” il fantasioso truffatore; un anno dopo Guglielmo II gli concede la grazia dopo averlo definito un "amabile mascalzone". Voigt sfrutta la sua fama, appare in pubblico, interpreta se stesso in una commedia, scrive un libro, va in tournée all'estero. Nel 1910 si trasferisce in Lussemburgo dove muore nel 1922. Oggi i libri di scuola tedeschi raccontano la sua storia come esempio di coraggiosa ribellione contro leggi ingiuste.
Guarda nel video la storia del Capitano di Köpenick e il film del1956 che rievoca la vicenda.
 
 
 



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