venerdì 11 ottobre 2019

39 - IL MOSTRO DELLA ZUIYO MARU




Sembra impossibile ma...
Una nave giapponese una quarantina d'anni fa pescò una carcassa parzialmente decomposta pesante oltre due tonnellate. I resti del gigantesco animale dopo un rapido esame furono scaricati di nuovo in mare, ma furono prese 5 foto: per molti degli scienziati che le esaminarono erano i resti di un plesiosauro, enorme rettile estinto.

25 aprile 1977, Oceano Pacifico, 30 miglia a Est di Christchurch, in Nuova Zelanda. Un peschereccio giapponese, lo Zuiyo Maru, getta le reti a strascico a una profondità di 300 metri. E tira su qualcosa di inatteso, e di molto pesante: una carcassa lunga più di 10 metri semidecomposta. Nessuno a bordo ha mai visto niente del genere. Il capitano Akira Tanaka teme che la “creatura” infetti il pescato, e decide di disfarsene; così dopo neanche un'ora viene ributtata in mare. Un tecnico della compagnia di navigazione, Michihiko Yano esperto di oceanografia, si fa prestare una macchina fotografica e scatta 5 immagini del “mostro”. Poi fa in tempo a prelevare da una delle pinne 42 frammenti. Yano torna in Giappone solo il 10 giugno e fa sviluppare le immagini scattate; porta anche ad analizzare i campioni nei laboratori Taiyo Fish Company.

La notizia si diffonde; i vertici della Taiyo Fish convocano una conferenza stampa e rivelano la scoperta. Diversi scienziati affermano di non aver mai visto nulla di simile: non è né un pesce né un mammifero, dicono con sicurezza, quasi sicuramente è un rettile gigante marino della famiglia dei Plesiosauri, vissuti tra 330 e 65 milioni di anni fa, ritenuti estinti come tutti i dinosauri. L'analisi dei frammenti però non è ancora stata completata. Il 25 luglio arrivano i risultati. Dal punto di vista biochimico, i campioni provengono con certezza da uno squalo. In tanti non ci credono, c'è chi parla di un complotto: quello è un plesiosauro. E il governo giapponese celebra l’evento emettendo anche un francobollo. In Giappone è "plesiosauromania". Ulteriori studi multidisciplinari dell'Università di Tokyo danno la certezza assoluta che i resti appartengono a uno squalo elefante, il pesce più grande in assoluto dopo lo squalo balena. 

Eppure ancora oggi sul web quella del plesiosauro è una delle fake news più gettonate. C'è da chiedersi cosa sarebbe successo se Yano non avesse scattato le foto e prelevato i campioni del “mostro”. 
Guarda nei video le immagini del ritrovamento e la spiegazione sulla vera natura del mostro.

 

 
 
 

 





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