Sembra
impossibile ma...
Un
tenore francese ha vissuto dentro una balena, proprio come Giona, il
barone di Munchausen e Geppetto. Anzi, ha fatto di più, ci ha
costruito un teatro e ha dato rappresentazioni per un'intera
stagione, sempre col tutto esaurito.
Nicolas-Marie
Simon nasce a Reims nel 1847; giovanissimo, inizia la carriera di
cantante, e col nome d'arte di Simon Max si fa conoscere in tutta la
Francia come uno dei migliori tenori di opera buffa. Dopo una tournée
in Russia, dove si esibisce davanti allo zar, torna a Parigi e per
oltre 20 anni è protagonista delle più importanti produzioni del
settore; al culmine del successo nel 1877 sposa la giovane soprano
Juliette Simon-Girard da cui avrà due figli. Il matrimonio però
finisce male, e dopo la separazione lui si sposta a Villerville,
paese di pescatori della Bassa Normandia, di fronte a Le Havre, che
si sta rapidamente trasformando in una delle più apprezzate località
di villeggiatura. Qui con i soldi guadagnati apre un casinò; nel
1893 viene a sapere che una balena si è spiaggiata nelle vicinanze,
fatto non raro sulla costa della Normandia a causa delle basse maree.
E decide di realizzare una fantastica idea.
Simon
Max acquista la balena dai pescatori, rivende l’olio e la carne,
poi con le ossa e la pelle costruisce una struttura. E il
primo luglio 1894 inaugura il Theatre-Baleine, un teatro-museo che
ospita i visitatori all’interno della carcassa del cetaceo. Il
pubblico entra dalla bocca della balena, assiste allo spettacolo
nella sala interna che può contenere 99 persone, poi esce da una
porticina praticata nella coda. Protagonista dello spettacolo,
intitolato Jonas Revue (La rivista di Giona) è lo stesso tenore.
L'idea funziona, e in breve il Théatre-Baleine è soldout per tutta
la stagione, con diversi spettacoli al giorno.
Della
trovata parla tutta la Francia, e Simon Max con l'arrivo dell'inverno
decide di spostarsi con balena e tutto al Casino de Paris; la
carcassa formata da ossa e pelle della balena diventa qui sala da
concerto, ed è rivestita di cartapesta. Ma al termine della prima
rappresentazione prende fuoco. Le fiamme mandano in cenere la balena
e danneggiano parte del casinò. Il tenore non è giudicato
responsabile dell'incendio, ma non è assicurato e perde tutti i suoi
soldi. Si guadagnerà da vivere cantando fino al 1923, anno della
sua morte. Del resto, ok la balena, ma lo spettacolo su Giona, che
proprio bene bene non porta, poteva risparmiarselo.
Guarda i video con le foto di Villerville ai tempi di Simon Max e la rielaborazione di uno degli spettacoli messi in scena all'epoca.
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