Sembra
impossibile ma...
Le
storie più belle nascono quando si vincono sfide che vanno contro
ogni logica, quando ciò che fino a un attimo prima sembrava
impossibile diventa realtà.
“L’ho
beccataaa!!! L’ho beccata…”. Oggi vi faccio rivivere
un’emozione vera, di quelle che rendono bella la vita. A
lanciare il grido è Giovanni Soldini, navigatore solitario, che
martedì 16 febbraio 1999, alle due e mezza del pomeriggio ora
italiana avvista in mezzo al mare in tempesta la barca rovesciata di
Isabelle Autissier, e riesce a portarla in salvo sulla sua
imbarcazione.
L’odissea
era cominciata 24 ore prima con il naufragio della velista francese.
"Non mollerò finché non l'avrò trovata" aveva detto
Soldini: una certezza dettata più che altro dalla disperazione, in
una situazione difficilissima. La Autissier, aggrappata allo scafo
ribaltato andava da ore alla deriva nei mari del Pacifico battuti dal
fortunale. I
due navigatori erano impegnati nella terza tappa della Around Alone,
da Auckland, in Nuova Zelanda a Punta del Este in Uruguay. Isabelle a
bordo della Prb era al comando della classifica, Giovanni con la sua
barca Fila era al terzo posto.
Appena
saputo dell'incidente Soldini ha abbandonato la gara e dopo una notte
di navigazione, ha raggiunto la zona a 2000 miglia da Capo Horn da
dove arrivavano i segnali di soccorso dell’amica-concorrente. "Ho
fatto tutta la notte di bolina, con vento a 45 nodi. Sono fradicio e
gelato. Ora sono a 18 miglia dall'ultimo segnaletrasmesso dalla barca
di Isabelle. C'è poca visibilità. Ci vorrà molta fortuna"
aveva scritto per posta elettronica alla base di Milano.
Poi,
un’ultima sfida contro il tempo incrociando sull’area da cui
arrivavano i segnali, cinque infinite miglia quadrate di mare
flagellato dalle onde alte anche dodici metri. Finché ha avvistato
l’ago nel pagliaio. Il resto è cronaca, da ricordare con un
brivido. Date un’occhiata al video: le emozioni vere, quelle che
nascono quando si vive l’impossibile, restano.
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