Sembra
impossibile ma...
Il
pirata più potente, temerario e crudele della storia... è stata una
donna: la vedova Ching. La sua storia è un romanzo di avventure.
Canton,
anno 1801, i pirati della Red Flag Fleet durante una delle tante
razzie nei porti del Mar Cinese rapiscono Shi Yang, una
prostituta di 26 anni che lavora in un bordello galleggiante. Il
comandante assoluto della flotta, Cheng Ho, si innamora della donna a
prima vista e la sposa. Per 6 anni i due condividono una vita fatta
di continue scorrerie, finché lui muore durante un tifone in
Vietnam. Da allora lei si farà chiamare Ching Shih, “la vedova di
Cheng”. La lotta per succedergli al comando è cruenta, e la donna
si allea col ventunenne Cheung Po Tsai, figlio adottivo del marito.
Che dopo averlo fatto prigioniero a 15 anni, ne aveva fatto il suo
amante. Lo stesso fa la vedova: i due diventano amanti e poche
settimane dopo si sposano. E' la mossa vincente: il nuovo marito si
tira indietro, e lei prende le redini della Red Flag Fleet. Che sotto
il suo comando diventa la più grande flotta pirata della storia.
Arriverà a contare su oltre mille giunche con a bordo fra 40 e
80.000 uomini.
Per
governarla, emana un codice di leggi severissime, e le fa applicare
rigorosamente. Chi disubbidisce agli ordini viene decapitato sul
posto, il bottino delle razzie va per il 20% a chi l'ha procurato, il
resto viene versato in un fondo comune. Per chi nasconde un bottino
la prima volta c'è la fustigazione, poi la pena di morte, che spetta
anche a chi ruba dal fondo comune o danneggia i cittadini che
riforniscono i pirati. Per altre violazioni le pene vanno dalla messa
ai ferri fino allo squartamento. Per le prigioniere ci sono regole
speciali: le donne catturate vengono rilasciate se brutte, per le
belle viene chiesto un riscatto. Se un pirata lo desidera ne può
sposare una, ma poi dovrà esserle fedele. Vietato, pena la testa,
violentare le prigioniere, e vietati i rapporti anche consenzienti.
La
Red Flag Fleet, sotto il comando di Ching Shih, combatte senza mai
una sconfitta con le Marine imperiali cinese, britannica e
portoghese. Dopo tre anni di scorrerie, la vedova Ching accetta
l'offerta di amnistia per lei e per tutti i suoi pirati e nel 1810, a
35 anni, si ritira a vita privata. Per i suoi crimini non subirà mai
nessuna punizione, anzi, il governo cinese la insignisce di un titolo
nobiliare e le permette di tenersi tutte le ricchezze razziate, con
le quali apre una casa da gioco che gestirà fino alla morte, a 69
anni, nel 1844. Su di lei sono stati scritti diversi libri, e al
cinema compare fra l'altro nei Pirati dei Caraibi (la potente
Mistress Ching) ed è la protagonista di “Cantando dietro i
paraventi” di Ermanno Olmi.
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