Sembra
impossibile ma...
“Il
pifferaio magico” non è una favola ma una storia vera. Quella che
conosciamo noi è la versione scritta nel 1816 dai fratelli Grimm: un
suonatore di piffero su richiesta del borgomastro irretisce
con la sua musica tutti i ratti e li allontana da Hamelin; la
cittadinanza però rifiuta di pagargli il servizio, e lui per
vendetta “incanta” 130 bambini del paese, che lo seguono verso
le montagne e vengono rinchiusi in una caverna. Se ne salverà solo
uno, zoppo, che non è riuscito a star dietro ai compagni. Di tutti
gli altri non si saprà più nulla.
Questa
la favola. La storia però è molto più antica, una leggenda tedesca
dei primi del Trecento basata su un tragico evento accaduto nel 1284
ad Hameln. Già illustrata in una vetrata trecentesca della chiesa di
Hameln, andata distrutta ma descritta in diversi documenti, ne
parlano poi varie fonti: in un' iscrizione del 1602 trovata nella
città della fiaba si legge: “Nell'anno 1284, il 26 di giugno
giorno di Giovanni e Paolo, da un pifferaio vestito di ogni colore
furono sedotti 130 bambini nati ad Hameln e furono persi nel luogo
dell'esecuzione vicino alle colline”.
Le
ricerche storiche hanno appurato che 130 bambini sparirono, ma non si
sa cosa successe. L'unica certezza è che la parte iniziale della
storia, quella dei ratti, è un'aggiunta del XVI secolo. Il che
esclude l'ipotesi già debole della peste (portata appunto dai
ratti), visto anche che la grande epidemia arrivò in Germania solo
nel 1347. Fra le altre ipotesi, la danza dietro al pifferaio ha fatto
pensare a un'epidemia coreutica (ballo di San Vito o “Corea di
Sydenham”, come accaduto a Erfurt nel 1237 e a Maastricht nel
1278), coi bimbi portati a morire in montagna per evitare il contagio
di tutta la città. La tesi più accreditata è però che la storia
sia l'eco di un esodo di massa (le migrazioni di bambini nel XIII
secolo sono ampiamente documentate) verso l'est europeo (la caverna
dei Grimm conduce in Transilvania) al seguito di un reclutatore (il
pifferaio) che li incantò con le sue parole. Ad oggi una risposta
non c'è, ma se passate da Hameln in Bassa Sassonia, attenti al
divieto di cantare, fare musica o suonare il clacson in
Bungelosenstrasse (Strada senza tamburi). Lo prevede un'antichissima
legge in segno di rispetto per i bimbi scomparsi.
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