martedì 5 novembre 2019

121 - HAMELIN HORROR STORY




Sembra impossibile ma...
Il pifferaio magico” non è una favola ma una storia vera. Quella che conosciamo noi è la versione scritta nel 1816 dai fratelli Grimm: un suonatore di piffero su richiesta del borgomastro irretisce con la sua musica tutti i ratti e li allontana da Hamelin; la cittadinanza però rifiuta di pagargli il servizio, e lui per vendetta “incanta” 130 bambini del paese, che lo seguono verso le montagne e vengono rinchiusi in una caverna. Se ne salverà solo uno, zoppo, che non è riuscito a star dietro ai compagni. Di tutti gli altri non si saprà più nulla.

Questa la favola. La storia però è molto più antica, una leggenda tedesca dei primi del Trecento basata su un tragico evento accaduto nel 1284 ad Hameln. Già illustrata in una vetrata trecentesca della chiesa di Hameln, andata distrutta ma descritta in diversi documenti, ne parlano poi varie fonti: in un' iscrizione del 1602 trovata nella città della fiaba si legge: “Nell'anno 1284, il 26 di giugno giorno di Giovanni e Paolo, da un pifferaio vestito di ogni colore furono sedotti 130 bambini nati ad Hameln e furono persi nel luogo dell'esecuzione vicino alle colline”.

Le ricerche storiche hanno appurato che 130 bambini sparirono, ma non si sa cosa successe. L'unica certezza è che la parte iniziale della storia, quella dei ratti, è un'aggiunta del XVI secolo. Il che esclude l'ipotesi già debole della peste (portata appunto dai ratti), visto anche che la grande epidemia arrivò in Germania solo nel 1347. Fra le altre ipotesi, la danza dietro al pifferaio ha fatto pensare a un'epidemia coreutica (ballo di San Vito o “Corea di Sydenham”, come accaduto a Erfurt nel 1237 e a Maastricht nel 1278), coi bimbi portati a morire in montagna per evitare il contagio di tutta la città. La tesi più accreditata è però che la storia sia l'eco di un esodo di massa (le migrazioni di bambini nel XIII secolo sono ampiamente documentate) verso l'est europeo (la caverna dei Grimm conduce in Transilvania) al seguito di un reclutatore (il pifferaio) che li incantò con le sue parole. Ad oggi una risposta non c'è, ma se passate da Hameln in Bassa Sassonia, attenti al divieto di cantare, fare musica o suonare il clacson in Bungelosenstrasse (Strada senza tamburi). Lo prevede un'antichissima legge in segno di rispetto per i bimbi scomparsi.

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