Sembra
impossibile ma…
La
vita di Andrew Jackson, settimo presidente degli Stati Uniti, è
un’avventura picaresca con un sanguigno, rissoso, spregiudicato
filibustiere come protagonista. Lo so, nell’era Trump, che pure a
Jackson dice di ispirarsi, la cosa non fa notizia. Ma la storia di
Old Hickory, la vecchia quercia come lo chiamavano è davvero ai
confini della realtà Giudicate voi.
Jackson
nasce a Waxhaw, cittadina del North Carolina, nel 1767,
da
un’umile famiglia di immigrati irlandesi. Orfano di padre, la madre
lo alleva e gli insegna a leggere e a scrivere. A13 anni, volontario
nella Guerra d'Indipendenza, è catturato e imprigionato. Al rifiuto
di pulire gli stivali a un ufficiale inglese si prende una
sciabolata in faccia. La guerra si porta via la madre e i due
fratelli.
Rimasto
solo, fa l’apprendista sellaio; nel 1787 con vari espedienti
guadagna un titolo di studio, e da avvocato diventa speculatore
terriero, poi mercante di cavalli e di schiavi. Frequenta taverne,
gioca a carte e a dadi, ama ballare, ed è sempre pronto a menare le
mani. Nel 1791 si sposa con Rachel. Lei però un marito lo ha già,
un ufficiale dell’esercito. Che fa annullare le nozze. Jackson lo
sfida a duello e vince, segue divorzio (il primo nel Tennessee) e
nuovo matrimonio. Con i duelli risolverà diverse questioni: nel 1806
uccide un uomo che su un giornale lo aveva definito “farabutto da
niente”.
Eletto
giudice della Corte Suprema, si dimette perché detesta le assemblee,
dove ha l’abitudine di passare sul più bello alle vie di fatto.
Nel 1812 è generale nella guerra contro gli indiani Creek e gli
inglesi. L'8 gennaio 1815 a New Orleans alla testa di 2500 uomini
“privi di scrupoli” sbaraglia le truppe inglesi, 12.000 soldati
veterani. Al termine, 700 morti e 1400 feriti per gli inglesi, 8
morti e 13 feriti per la banda di Jackson. Che diventa un eroe
nazionale.
Accanito
cacciatore di indiani, anche se ha una figlia adottiva indiana
raccolta a 2 anni dopo una battaglia, sgominerà oltre ai Creek anche
i Seminole. E da presidente risolverà alla sua maniera parecchie
“questioni indiane”. Il primo tentativo per la Casa Bianca lo fa
nel 1824. Gli avversari (e anche qualche alleato) lo sottovalutano,
lo considerano un analfabeta. Perde al ballottaggio. Si rifarà 4
anni dopo (e verrà rieletto nel 1832), primo presidente non espresso
dall’aristocrazia.
E
anche il primo oggetto di un attentato: 30 gennaio 1835, ai funerali
di un deputato un uomo gli punta una pistola contro. L’arma si
inceppa. Ne estrare un’altra, si inceppa anche questa. Il
presidente gli salta al collo e lo riduce in fin di vita a colpi di
bastone da passeggio.
Andrew
Jackson muore a 78 anni per il lento avvelenamento da piombo causato
dai 2 proiettili che aveva in corpo dal tempo dei duelli. Ma questi
sono solo gli highlights di una vita che pare un vecchio film
western, di quando i cattivi erano sempre gli indiani. Per saperne di
più, guardatevi questo documentario.

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