lunedì 20 gennaio 2020

275 - LA DONNA CHE CADDE SULLA TERRA




Sembra impossibile ma...
Questa è una storia vera. Juliane Koepcke nasce nel 1954 a Lima, in Perù, figlia unica del biologo Hans e dell'ornitologa Maria, entrambi tedeschi, che lavorano a Panguana, sperduta stazione di ricerca nella foresta amazzonica a un'ora di volo da Lima. E' qui che cresce Juliane, che apprende dal padre le tecniche di sopravvivenza nella giungla. In seguito va a fare il liceo a Lima, dove si diploma nel 1971; il 23 dicembre è alla festa di fine anno della scuola, con la madre che ha rinviato di qualche giorno il rientro per accompagnarla. Il giorno dopo voleranno insieme a Panguana, ma tutti i voli sono pieni per il Natale, gli unici posti sono su un Lockheed della Lansa; il padre le sconsiglia, non si fida della Compagnia aerea, ma loro si imbarcano lo stesso. Dopo mezz'ora di volo un fulmine colpisce l'aereo che si spezza in aria, a 3.200 metri dal suolo. “Ho sentito mia madre che diceva 'Questa è la fine, è tutto finito' – racconta Juliane – la gente che urlava, poi il rumore fortissimo del motore ha coperto tutto; subito dopo la calma totale, solo il suono del vento. Ero ancora attaccata al sedile, in caduta libera, era come essere in un vortice. Ho perso conoscenza”.

Al risveglio è nella foresta amazzonica; ci mette ore per rimettersi in piedi. Ha una ferita profonda al braccio destro, la clavicola rotta, il legamento del crociato del ginocchio lacerato, profondi tagli sui polpacci, è miope, la poca vista residua dopo la rottura degli occhiali è annebbiata dai capillari rotti degli occhi. Si rende conto in breve di essere l'unica sopravvissuta dei 92 passeggeri. Avanza a tentoni nella vegetazione fitta, quando trova un ruscello lo segue verso valle come le aveva insegnato il padre, mangia poco o niente; dopo 4 giorni trova una fila di sedili con tre passeggeri morti, conficcati a testa in giù per un metro nel terreno. Scappa. Vede anche gli aerei di salvataggio volteggiare su di lei, poi li vede allontanarsi. Perde la cognizione del tempo. Quando scopre una barca pensa a un'allucinazione. Invece è vera, vicino c'è una capanna; tlì rova un litro di benzina e lo usa, come aveva imparato, per medicarsi la ferita infestata da vermi. Ormai semincosciente, sente delle voci di uomini, chiede aiuto. E' salva. Ad aspettarla all'ospedale trova il padre. Sono passati 11 giorni dal disastro.

Juliane oggi ha 66 anni, è biologa, lavora a Monaco. Ha vissuto in Germania ma è tornata più volte per le sue ricerche in Amazzonia; nel 1998 il regista Werner Herzog ha raccontato la sua storia nel film Wings of Hope; la conosceva bene, perché nel 1971 quando stava girando “Aguirre” in Perù, sarebbe dovuto salire sullo stesso volo di Juliane ma cambiò itinerario e scese dalla scaletta all'ultimo minuto. Così sono tornati insieme nella giungla amazzonica, hanno ritrovato i rottami dell'aereo, e hanno girato commossi il loro film. 
Guarda i video con la storia dell'incredibile incidente e il film di Herzog "Wings of hope".
 

 
 
 

 


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