Sembra
impossibile ma...
C'è
un'isola che sembra uscita da un incubo: amate emozioni forti ed
atmosfere inquietanti da film horror? Isla de las muñecas, pochi
chilometri a sud di Città del Messico, è il luogo che fa per voi.
La
fotoreporter Cindy Vasko, inviata qualche mese fa sull'isola,
racconta: "E' il luogo più inquietante che abbia mai visitato.
A bordo della tipica barca, la trajinera, attraversiamo un labirinto
di canali fra la vegetazione lussureggiante e gli uccelli canori.
Presto però le ninfee rallentano la barca e il canale diventa
minacciosamente silenzioso finché, dopo un'ampia curva nel corso
d'acqua, mi trovo davanti a una visione surreale: centinaia, forse
migliaia, di bambole appese agli alberi. Sono ovunque: ricoperte di
ragnatele e insetti pendono dai rami come fossero impiccate, ad
alcune manca un braccio, ad altre una gamba; teste di bambolotti sono
conficcate sulle canne, le orbite degli occhi spesso vuote, i sorrisi
macabri”.
Anche
la storia che c'è dietro è inquietante. Torniamo indietro di mezzo
secolo. Julián Santana Barrera ha un capanno di pesca sull'isola:
una mattina vede una bambina che affoga nelle acque della laguna, e
cerca inutilmente di salvarla. Un evento che cambia la sua vita. E'
sconvolto, dice che lo spirito della bimba lo perseguita. Qualche
tempo dopo lascia moglie e figli e va a vivere sull'isola. Sulla
spiaggia trova una bambola che immagina appartenuta alla bambina e la
lega a un albero per tener lontano lo spirito che lo perseguita; nel
tempo la sua diventa un'ossessione, e nei 50 anni successivi
raccoglie bambole ovunque, le cerca fra i rifiuti e le appende agli
alberi così come sono, rotte, mutilate, sporche. Oggi i parenti
dell'uomo lasciano intendere anche che la
bambina non sarebbe mai esistita, se non nella mente di un uomo
impazzito. Ma l'isola diventa veramente maledetta quando nel 2001
Juliàn viene trovato morto annegato esattamente nello stesso punto
dove diceva di aver raccolto la bimba.
Da allora molti turisti
approdano a Embarcadero Cuemanco; spesso portano con sé vecchie
bambole da lasciare sull'Isla de las muñecas, distante un'ora e
mezza di trajinera. Qui contrattano coi traghettatori. In molti
scuotono la testa, si fanno il segno della croce e rifiutano di
portarli.
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