domenica 6 ottobre 2019

11 - L'ISOLA DELLE BAMBOLE




Sembra impossibile ma...
C'è un'isola che sembra uscita da un incubo: amate emozioni forti ed atmosfere inquietanti da film horror? Isla de las muñecas, pochi chilometri a sud di Città del Messico, è il luogo che fa per voi.

La fotoreporter Cindy Vasko, inviata qualche mese fa sull'isola, racconta: "E' il luogo più inquietante che abbia mai visitato. A bordo della tipica barca, la trajinera, attraversiamo un labirinto di canali fra la vegetazione lussureggiante e gli uccelli canori. Presto però le ninfee rallentano la barca e il canale diventa minacciosamente silenzioso finché, dopo un'ampia curva nel corso d'acqua, mi trovo davanti a una visione surreale: centinaia, forse migliaia, di bambole appese agli alberi. Sono ovunque: ricoperte di ragnatele e insetti pendono dai rami come fossero impiccate, ad alcune manca un braccio, ad altre una gamba; teste di bambolotti sono conficcate sulle canne, le orbite degli occhi spesso vuote, i sorrisi macabri”.

Anche la storia che c'è dietro è inquietante. Torniamo indietro di mezzo secolo. Julián Santana Barrera ha un capanno di pesca sull'isola: una mattina vede una bambina che affoga nelle acque della laguna, e cerca inutilmente di salvarla. Un evento che cambia la sua vita. E' sconvolto, dice che lo spirito della bimba lo perseguita. Qualche tempo dopo lascia moglie e figli e va a vivere sull'isola. Sulla spiaggia trova una bambola che immagina appartenuta alla bambina e la lega a un albero per tener lontano lo spirito che lo perseguita; nel tempo la sua diventa un'ossessione, e nei 50 anni successivi raccoglie bambole ovunque, le cerca fra i rifiuti e le appende agli alberi così come sono, rotte, mutilate, sporche. Oggi i parenti dell'uomo lasciano intendere anche che la bambina non sarebbe mai esistita, se non nella mente di un uomo impazzito. Ma l'isola diventa veramente maledetta quando nel 2001 Juliàn viene trovato morto annegato esattamente nello stesso punto dove diceva di aver raccolto la bimba.

Da allora molti turisti approdano a Embarcadero Cuemanco; spesso portano con sé vecchie bambole da lasciare sull'Isla de las muñecas, distante un'ora e mezza di trajinera. Qui contrattano coi traghettatori. In molti scuotono la testa, si fanno il segno della croce e rifiutano di portarli.


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