giovedì 17 ottobre 2019

70 - UN TRANSGENDER PER IL FUHRER




Sembra impossibile ma...
Dora Ratjen, campionessa di salto in alto nella Germania nazista, dopo anni di successi a livello mondiale si rivelò essere un uomo.

Dora nasce ad Ericshof, vicino a Brema, nel 1918. L’ostetrica è la prima ad essere perplessa: è maschio? Sì, ma... I genitori la registrano all’anagrafe come femmina e la allevano come una bambina, con le tre sorelle maggiori. A 10 inizia a capire di non essere femmina, e decide di nascondere i suoi caratteri maschili (si depila ogni due giorni, non si mette in costume, non va neanche a ballare). Solitaria e taciturna, Dora nel 1934 scopre lo sport; in breve diventa una saltatrice fortissima, ed entra nella squadra olimpica tedesca. Più forte di lei c'è solo la compagna di stanza, Gretel Bergmann. Che però è di origine ebrea: estromessa dalla squadra tedesca, viene richiamata per le Olimpiadi del 1936 su direttiva del Comitato Olimpico Internazionale; alla vigilia della gara olimpica però viene esclusa con una scusa. La sostituisce Dora, che arriverà quarta. Da allora i successi si susseguiranno, fino al titolo mondiale vinto a Vienna nel 1938. Ma il destino è in agguato.

Di ritorno in Germania dal successo austriaco (con tanto di record mondiale), forse dimentica di farsi la barba, e in treno due donne la notano e chiamano il controllore. Imbarazzata, Dora a Magdeburgo viene accompagnata alla stazione di polizia. Dove confessa. Un medico la visita, e conferma che è un maschio, seppur con qualche anomalia anatomica. I nazisti, a quanto pare, non ne sapevano niente. La stessa Bergmann dirà di non aver mai avuto sospetti, anche se erano compagne di stanza. Da Berlino arriva l'ordine di processare l'atleta per frode sportiva. Tutte le sue medaglie vengono confiscate e riassegnate alle seconde classificate, i record cancellati e lei squalificata a vita. Dora si ritira a Ericshof, diventa Heinrich Ratjen, eredita il bar dei genitori e lo gestisce fino al 2008, anno della morte. Condurrà sempre una vita molto riservata rifiutando ogni contatto coi giornalisti. Solo una volta, nel 1957, dichiarerà di aver partecipato alle olimpiadi in vesti femminili su richiesta della Gioventù hitleriana. Secondo un articolo di Time Magazine il partito nazista sarebbe stato a conoscenza fin dall'inizio della situazione di Ratjen, e l'avrebbe costretto a fare la donna per avere chance di vittoria alle Olimpiadi anche senza la Bergmann.

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