Sembra
impossibile ma...
Questa
è una storia vera. Immagina di scoprire che qualcuno ha il tuo
stesso nome e cognome, è nato nello stesso luogo nel medesimo
giorno, e i dati sui suoi genitori corrispondono ai tuoi. Poi
incontri questa persona che sta vivendo la tua vita e lui afferma che
sei tu l'impostore. E' quanto è accaduto alle due Madeleine.
Anno
2004, Madeleine Morès, 80 anni, francese di Vittel, torna in patria
dopo molti anni in Algeria. Fa domanda per una nuova carta d'identità
e per la pensione che le spetta. La risposta è negativa: la carta
d'identità risulta già emessa, ce l'ha in tasca una donna di Saint
Etienne che riscuote da 20 anni la sua pensione. Madeleine
(chiamiamola A) inoltra una denuncia per furto di identità. La
polizia rintraccia Madeleine B. L'ipotesi è che un confronto diretto
nella stessa stanza risolverà la questione. Ed eccole: entrambe 80
anni, vestite in modo simile, si somigliano anche un po'. Tutte e due
producono certificati di nascita, passaporti, carte d'identità,
buste paga identiche: nate nel 1924 a Meurthe-et-Moselle da Albert e
Anna Morès, abbandonate quando erano bambine, date in affidamento a
altre famiglie. L'interrogatorio va avanti, diventa stringente: prima
o poi una delle due, sotto pressione, confesserà. Niente.
Si va avanti, si convocano i parenti. Il fratello di Madeleine A
presenta una vecchia fotografia che ingarbuglia ancora di più la
matassa: è stata scattata negli anni '40 e mostra due giovani donne
sedute in un prato: non c'è dubbio, sono le due Madeleine. Che
sembrano le più stupite. Ammettono di essere loro, ma negano di
essersi mai incontrate, e di aver fatto quella foto.
Non
resta che l'esame del Dna. Il sangue delle due donne viene
confrontato con quello del presunto fratello di Madeleine A, sicuramente
membro della famiglia Morès. Il test stabilisce che Madeleine
A è la "vera" Madeleine Morès. Il che non risolve il
mistero: chi è allora Madeleine B? Ulteriori indagini appurano che è davvero
nata e cresciuta col suo nome a Meurthe-et-Moselle e presa in carico
da una famiglia affidataria, che ha condotto una vita onesta, e
lavorato maturando il diritto alla pensione: quindi perché rubarla a
qualcun altro, visto anche che si parla di 600 euro al mese? Una
truffa sofisticata e di così lunga durata per una cifra simile? Un
improbabilissimo errore amministrativo? E poi c'è quella foto
insieme...
Oggi
Madeleine B è ancora viva, da 15 anni è in una sorta di limbo, come
se non esistesse, senza pensione e senza alcun aiuto del governo. La
sua identità resta un mistero.
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