Questa
è una storia vera. Che avrebbe tutte le caratteristiche di una
bufala, se la conferma non arrivasse dalla pagina ufficiale del
dipartimento di polizia che si è occupato del caso. Questo è il
link.
E
questo ciò che è accaduto. Siamo a Lima, una cittadina di neanche
quarantamila abitanti nel nord dell’Ohio. Donald “Chip” Pugh,
45 anni, è ricercato per atti vandalici, per aver appiccato incendi
e per guida in stato di ubriachezza. Sul sito della polizia, sui
giornali e affisse in tutta la contea, due sue foto segnaletiche. Ma
a Donald, che a certe cose ci tiene, non piacciono.
Così
non ci pensa due volte: si fa un selfie dove appare assai meno
trasandato, e lo spedisce al dipartimento di polizia. Gli agenti non
credono ai propri occhi. E postano subito la foto online: “Questa
immagine – scrivono - ci è stata spedita dal ricercato stesso. Lo
ringraziamo di cuore per la gentilezza e lo invitiamo a consegnarsi
prima possibile per evitare situazioni spiacevoli”.
La
notizia, con tanto di selfie, rimbalza in tutti gli States. “Siamo
molto contenti – dicono ancora i cops di Lima - del clamore
suscitato, più gente legge questa storia, più sarà facile
riconoscere il ricercato, individuarlo e ottenere testimonianze sul
luogo dove si rifugia”. E in effetti 7 giorni dopo Donald viene
riconosciuto dai passanti e arrestato a Century, nella lontana
Florida.
“Non
ne potevo più – dirà lui alla stampa – mi disturbava vedere
ovunque quelle foto messe in giro dalla polizia, dove sembravo uno
straccione strafatto, un James Brown in fuga. Per questo ho spedito
il selfie che ho scattato per l’occasione. Lì almeno ho un aspetto
decente”.
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