Sembra
impossibile ma...
Fra
il 2007 e il 2009 su un'isola del Golfo Persico è apparsa lettera
dopo lettera un'enorme scritta, ben visibile dallo spazio: HAMAD. Poi
nel 2012 ha iniziato a scomparire e oggi non ne resta traccia.
Hamad
bin Hamdan al Nahyan, sceicco miliardario membro della famiglia al
potere di Abu Dhabi, ha fatto incidere il suo nome sulla superficie
sabbiosa di una delle sue isole: Futaisi. Ogni lettera ha la
dimensione di un chilometro; l'insieme forma una rete di canali
scavati nella sabbia, corsi d'acqua nei quali defluisce la marea e
sui quali lo sceicco è stato visto navigare bordo dei suoi yacht.
Sebbene l'arabo sia la lingua ufficiale degli Emirati, il nome è in
caratteri latini e in maiuscolo. Secondo alcuni il motivo sarebbe di
rendere la scritta leggibile da più persone, per altri il fatto che
le lettere arabe, mancando di linee rette, non avrebbe facilitato la
costruzione dei canali. Le immagini satellitari mostrano però che a
un certo punto nel 2012 la scritta ha iniziato a sparire, e oggi non
esiste più. Una recente visita all'isola di Futaisi ha rivelato solo
una distesa di sabbia piatta: soltanto la base della H, l'entrata
principale delle acque, è ancora al suo posto, tutti i canali sono
stati riempiti. Il motivo è un mistero: non si sa perché lo sceicco
abbia intrapreso il bizzarro progetto, né perché l'abbia poi
frettolosamente cancellato. Ad Abu Dhabi nessuno ne vuol parlare, a
cominciare dall'ingegnere che ha gestito l'operazione: “Mi hanno
assunto per fare un lavoro – dice - non per fare domande al
riguardo”. Fra le possibili spiegazioni, l'ipotesi che l'opera non
si adattasse all'immagine moderna di Abu Dhabi, che per il 2030 ha
avviato a suon di miliardi un grande piano di sviluppo urbanistico,
sociale e artistico destinato a farne un punto di riferimento
culturale nel mondo.
Al
povero Hamad non resterà che consolarsi con gli altri suoi
giocattoli: il Dodge Power Wagon, il più grande camion del mondo (64
volte l'originale) con appartamento all'interno; la Jeep Willys
grande quanto un edificio di tre piani; il museo in un'enorme
piramide nel deserto con centinaia di auto di grossa cilindrata; le 7
Mercedes 500 SEL di 7 colori diversi che regalò alla moglie e che
gli valsero il soprannome di “sceicco dell’arcobaleno”.
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