Sembra
impossibile ma...
La
geniale intuizione di un medico ungherese salvò migliaia di
puerpere, ma la comunità scientifica la bocciò e screditò i suoi
inconfutabili risultati; lui impazzì, e le donne ripresero a morire.
Ignác
Semmelweis nasce nel 1818 a Buda quinto di nove figli di un
droghiere. Con una laurea presa alla famosa Scuola Medica Viennese
entra in clinica di ostetricia. Una terribile malattia, la febbre
puerperale, in quegli anni decima letteralmente le puerpere ricoverate
negli ospedali. Sulle cause vengono fatte le ipotesi più fantasiose,
senza esito; Semmelweis è ossessionato da queste morti così
frequenti, e pratica centinaia di autopsie sui cadaveri delle donne
per capire i motivi. Finché si rende conto di un dato di fatto: in
un altro padiglione dell'ospedale gestito non da medici ma da
ostetriche la mortalità per febbre puerperale è 10 volte più
bassa. Perché? Ed ecco l'intuizione: la malattia viene trasmessa dal
contatto che i medici del reparto hanno prima con i cadaveri delle
donne cui praticano autopsia, poi con le partorienti visitate in
corsia. Una teoria sconvolgente per i tempi, ai confini con la magia.
Se
è così, la soluzione è semplice: lavarsi le mani (con soluzione di
cloruro di calce) prima di operare, curare l'igiene e cambiare spesso
le lenzuola delle partorienti. Il medico dispone queste misure, e il tasso
di mortalità cala drasticamente: nel 1846 su 4.000 ricoverate 459
(l'11%) muoiono di febbre puerperale. Nel 1848 sono l'1%. Dati
strepitosi a conforto della sua teoria. Che però gli attirano
gelosie e invidie. Il suo direttore, che lo ha sempre detestato,
coglie anzi l'occasione e lo licenzia per aver emanato disposizioni
offensive per il personale, come l'obbligo di lavarsi le mani. Tra i
suoi più accaniti oppositori c'è Rudolf Virchow, il padre
dell'istologia moderna; ma è tutta la comunità scientifica che gli
si rivolta contro: Semmelweis è un ciarlatano. Deriso e screditato,
torna in Ungheria; la rabbia si trasforma in mania di persecuzione,
finisce anche in manicomio. Muore nel 1865 per infezione setticemica
contratta durante un intervento chirurgico, l'ultima beffarda
conferma della bontà della sua teoria. Ferdinand von Hebra. uno dei
pochi amici rimastigli, lo ricorda così: "Quando qualcuno
scriverà la storia degli errori umani ne troverà pochi più gravi
di quello commesso dalla scienza nei confronti di Semmelweis".
La dimostrazione della contaminazione batterica sarà data da Pasteur
solo 40 anni dopo, nel frattempo le morti per setticemia non si
conteranno.
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