Sembra impossibile ma...
Molti
di quelli che sono cresciuti a pane e Pokemon non sanno che c'è un
episodio della celebre serie animata che non potranno mai vedere, né
mai potranno verificare la potenza del tuonoshock di Pikachu, abilità
tanto potente da varcare i confini fra fiction e realtà e portare
all'ospedale su ambulanze a sirena spiegata centinaia di
telespettatori. Ringrazio Francesco Col e Alessandro Roccella, che
nel giro di poche ore incredibilmente mi hanno segnalato la stessa
storia e vi faccio rivivere i giorni del Pokemon panic.
Giappone,
martedì 16 dicembre 1997, ore 18,30. Quasi 27 milioni di
televisori sono sintonizzati su TV Tokyo e su altre 36 emittenti tv
(e già questi numeri hanno qualcosa di paranormale, per alcuni
commentatori di insano) che mandano in onda l’episodio numero 38
della prima stagione della serie animata Pokémon intitolata “Soldato
computer Porygon” . I protagonisti, Misty, Brock, Ash e Pikachu
sono in grossi guai: all'interno del sistema operativo di
un computer di un centro medico, stanno per soccombere. Ma Pikachu
per salvare i suoi amici usa contro una pioggia di missili una delle
sue più potenti abilità: il tuonoshock. Sul teleschermo si accende
un tourbillon di effetti visivi, immagini rosse e blu si alternano in
rapidissima sequenza, un lampeggiare stroboscopico ad
una frequenza di 12 Hz per una durata di 6 secondi 2 dei quali a
tutto schermo. Ed è l'apocalisse, che però come nella Cartoonia di
Roger Rabbit si sposta nel mondo reale.
In
tutto il Giappone12.000 persone denunciano malesseri più o meno
gravi. I centralini delle ambulanze impazziscono, 685 giovani fra i 3
e i 20 anni (310 maschi e 375 femmine) vengono portati d'urgenza
all'ospedale con convulsioni e crisi epilettiche. Di questi 150
vengono ricoverati con diverse prognosi, da un giorno fino ad oltre
due settimane, le restanti dimesse dopo la somministrazione di
robuste dosi di calmanti. Fra i disturbi riscontrati convulsioni,
mal di testa, nausea, vomito, cecità temporanea, crisi epilettiche.
Con una coda qualche ora dopo, quando un telegiornale per raccontare
la vicenda pensa bene di ritrasmettere la sequenza incriminata: nuovi
malori e nuove corse in ospedale.
E
veniamo al day after: pubbliche scuse dagli autori, dai notiziari,
dalle reti televisive e dalla Nintendo che produce i videogames su
cui si basa il cartone animato; l'azienda, per quanto incolpevole, in
poche ore perde il 5% delle sue azioni. L'episodio è cancellato e
mai più trasmesso e la serie bloccata per 4 mesi. Poi scattano le
misure precauzionali per il futuro: animazioni con strisce e cerchi
concentrici limitate e divieto di trasmetterle a tutto schermo,
divieto di far lampeggiare per più di duer secondi le immagini,
lampeggio vietato per tutte le scene che contengono il colore rosso.
Guarda
il video sull'episodio censurato dei Pokemon.

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