Sembra
impossibile ma...
Un
architetto paesaggistico di Brindisi rischia di passare alla storia
come l’autore di una piccola rivoluzione nel mondo delle energie
rinnovabili e dell’ecosostenibilità. Chissà se l’idea del nome,
“Tree Life”, l’albero della vita, gli è venuta pensando al bel
film di Torrence Malick. Certo che la sua invenzione è un po’ come
il film, bella e apparentemente semplice, come tutte le cose geniali.
Lui
si chiama Piero Petrosillo; i suoi alberi della vita nascono da un
sogno, che in soli sei anni è diventato realtà. Il problema di
partenza è questo: le energie rinnovabili in tempi brevi
sostituiranno le altre fonti di energia, con vantaggi per tutto il
pianeta. Ma se già oggi che coprono solo il 5% del fabbisogno, pale
eoliche e pannelli fotovoltaici si vedono un po’ ovunque, quello
che si prepara è un futuro pulito per tutte le forme di
inquinamento, meno che per quello paesaggistico. A meno che, si è
detto l’architetto pugliese, per limitare l’impatto non si
immagini un sistema “mimetico” che si confonda nel paesaggio e
non lo alteri. E cosa si può inserire nel verde di campi, colline e
vallate, se non alberi? Così ecco prendere forma l’idea
dell’albero della vita, capace di fornire tutte le “energie
pulite”.
Il
sistema ideato da Petrosillo è in grado di produrre
contemporaneamente energia eolica, fotovoltaica ed idrica, sia
tramite erogazione diretta che con la conservazione in batterie
all’interno dell’albero. E sempre all’interno un altro sistema
è in grado di raccogliere l’acqua piovana in apposite cisterne e
di depurarla. I Tree Life insomma sono generatori energetici
costruiti con la forma di alberi, con tanto di foglie in tessuto
fotovoltaico. Possono essere inseriti in modo armonico sia in
contesti urbani che nel verde. Fra
l’altro, le forme naturali si sono dimostrate le più adatte non
solo esteticamente, ma anche dal punto di vista funzionale. Come
dire, le soluzioni migliori le aveva già trovate qualcuno “più in
alto”. L’idea per raccogliere più acqua possibile – dice
l’architetto – è invece arrivata pensando a uno spremiagrumi.
Fino
ad oggi sono stati realizzati 12 “modelli” di albero dai costi
diversi a seconda delle funzioni.
“La
mia città ideale – conclude Petrosillo - prevede la massima
integrazione tra il costruito e gli ambienti naturali, con
un’architettura di qualità con forme essenziali, originali e
moderne, capaci di dialogare con le caratteristiche storico-culturali
e naturalistiche dei luoghi. Dovrebbe poi basarsi su sistemi di
produzione energetica ad impatto paesaggistico nullo, in grado di
sfruttare tutte le fonti rinnovabili”. Immagini che sembrano un
sogno impossibile, lontane anni luce da una realtà fatta di
fabbriche, auto e discariche che inquinano aria e acqua. Ma progetti
come Tree Life tracciano il sentiero: oggi è appena visibile, eppure
potrebbe diventare un’autostrada. Verde, naturalmente.

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