mercoledì 13 novembre 2019

145 - GLI ALBERI DELLA VITA




Sembra impossibile ma...
Un architetto paesaggistico di Brindisi rischia di passare alla storia come l’autore di una piccola rivoluzione nel mondo delle energie rinnovabili e dell’ecosostenibilità. Chissà se l’idea del nome, “Tree Life”, l’albero della vita, gli è venuta pensando al bel film di Torrence Malick. Certo che la sua invenzione è un po’ come il film, bella e apparentemente semplice, come tutte le cose geniali.

Lui si chiama Piero Petrosillo; i suoi alberi della vita nascono da un sogno, che in soli sei anni è diventato realtà. Il problema di partenza è questo: le energie rinnovabili in tempi brevi sostituiranno le altre fonti di energia, con vantaggi per tutto il pianeta. Ma se già oggi che coprono solo il 5% del fabbisogno, pale eoliche e pannelli fotovoltaici si vedono un po’ ovunque, quello che si prepara è un futuro pulito per tutte le forme di inquinamento, meno che per quello paesaggistico. A meno che, si è detto l’architetto pugliese, per limitare l’impatto non si immagini un sistema “mimetico” che si confonda nel paesaggio e non lo alteri. E cosa si può inserire nel verde di campi, colline e vallate, se non alberi? Così ecco prendere forma l’idea dell’albero della vita, capace di fornire tutte le “energie pulite”.

Il sistema ideato da Petrosillo è in grado di produrre contemporaneamente energia eolica, fotovoltaica ed idrica, sia tramite erogazione diretta che con la conservazione in batterie all’interno dell’albero. E sempre all’interno un altro sistema è in grado di raccogliere l’acqua piovana in apposite cisterne e di depurarla. I Tree Life insomma sono generatori energetici costruiti con la forma di alberi, con tanto di foglie in tessuto fotovoltaico. Possono essere inseriti in modo armonico sia in contesti urbani che nel verde. Fra l’altro, le forme naturali si sono dimostrate le più adatte non solo esteticamente, ma anche dal punto di vista funzionale. Come dire, le soluzioni migliori le aveva già trovate qualcuno “più in alto”. L’idea per raccogliere più acqua possibile – dice l’architetto – è invece arrivata pensando a uno spremiagrumi. Fino ad oggi sono stati realizzati 12 “modelli” di albero dai costi diversi a seconda delle funzioni.

La mia città ideale – conclude Petrosillo - prevede la massima integrazione tra il costruito e gli ambienti naturali, con un’architettura di qualità con forme essenziali, originali e moderne, capaci di dialogare con le caratteristiche storico-culturali e naturalistiche dei luoghi. Dovrebbe poi basarsi su sistemi di produzione energetica ad impatto paesaggistico nullo, in grado di sfruttare tutte le fonti rinnovabili”. Immagini che sembrano un sogno impossibile, lontane anni luce da una realtà fatta di fabbriche, auto e discariche che inquinano aria e acqua. Ma progetti come Tree Life tracciano il sentiero: oggi è appena visibile, eppure potrebbe diventare un’autostrada. Verde, naturalmente.

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