Sembra impossibile ma...
Avete
presente Groucho Marx in “Zuppa d’anitra”, quando ripete ogni
movimento del sosia di fronte a una cornice vuota creando l’effetto
di uno specchio? Si chiama “le miroir”, è un’antica gag
teatrale, e in questi giorni è stata rispolverata. Ma non da una
compagnia di teatranti. Protagonista è un cavallo. O meglio, un
gruppo di cavalli.
A
studiare a fondo le loro reazioni, un gruppo di ricercatori
dell’Università di Pisa. Obiettivo, verificare se i cavalli sono
capaci di riconoscersi allo specchio. E definire i contorni della
loro comprovata intelligenza, stimata seconda solo a quella delle
scimmie nella classifica evolutiva. I risultati dello studio pilota
sono apparsi sulla rivista PlosOne. I quadrupedi sono stati esaminati
con una tecnica messa a punto in passato per gli scimpanzè: il mark
test. Sul corpo dell’animale viene applicato un marchio colorato
che lui può vedere solo con l'aiuto di uno specchio. Un altro
marchio trasparente e invisibile, che ricrea la sensazione tattile di
quello colorato senza poter essere visto neanche con lo specchio,
serve poi da controllo.
E
a quel punto inizia lo spettacolo in stile “le miroir”: "In
un primo momento – dicono i ricercatori pisani - l’animale
interpreta l’immagine riflessa come un altro individuo e cerca di
instaurarci una relazione: non sono rari i comportamenti aggressivi".
Il cavallo ovviamente (per noi) riceve gli stessi segnali lanciati, e
dopo un po’ si rende conto che qualcosa non torna. Inizia quindi ad
esplorare il misterioso oggetto: annusa e tocca lo specchio, sporge
la testa per osservare cosa si nasconde oltre la superficie, sente un
odore che riconosce come il suo, poi va dietro allo specchio per
controllare se c’è un suo simile, e non trova nessuno…
Il
passo successivo è l’identificazione. Se e quando l’animale
capisce che non si tratta di un altro individuo e si riconosce
nell’immagine riflessa, tenta di pulirsi, ripete una serie di
movenze per rimuovere il marchio, prova a grattarlo via.
Nell’esperimento, tre dei quattro cavalli esaminati si grattavano
la guancia marchiata quando c’era il segno colorato, e non quando
c’era il segno trasparente.
Gli
studi sono ancora in corso, ma la lancetta dei ricercatori sembra
orientata verso una risposta affermativa: sì, i cavalli si
riconoscono allo specchio, come pochissimi altri animali: scimmie
antropomorfe, elefanti, delfini e gazze. Il che conferma una
complessità di elaborazione che qualcuno porta al limite
dell’autoconsapevolezza: “Quello riflesso sono io” è un
indizio di coscienza? Ipotesi affascinante ma impossibile, secondo
(quasi tutti) gli scienziati. Già, impossibile… o solo ad oggi non
verificabile?

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