Sembra
impossibile ma...
“Vedi
il film 'Benvenuti a Marwen' convinto che sia una storia di fantasia,
e alla fine scopri che è tutto vero” mi scrive Laura Belforte. La
ringrazio per la segnalazione, e vado a “spoilerarvi”, come si
dice (purtroppo) oggi, l'incredibile vicenda raccontata da Zemeckis.
Mark
Hogancamp nasce e cresce a Kingston, 150 chilometri da New York; dopo
una carriera scolastica mediocre passa 5 anni nella Marina militare,
poi si sposa, lavora come carpentiere e ha l'hobby del modellismo.
Una storia come tante, rovinata dall'alcol che lo porta al divorzio e
a perdere il lavoro. L'8 aprile del 2000 è in un bar; beve molto, e
confessa una sua debolezza: quando è solo, ama mettersi scarpe da
donna. Tanto basta perché 5 uomini lo aggrediscano selvaggiamente.
Si sveglia in ospedale dopo 9 giorni di coma; il medico gli chiede
“In che anno siamo?”. “Il 1984 risponde lui”. “No, è il
2000. Ti hanno picchiato in 5, hai rischiato di morire. Ora sei fuori
pericolo”. “Li perdono” dice lui, parlando a fatica. Le botte
gli hanno fracassato tutto, non cammina; e i calci in testa gli hanno
rubato la memoria. Non ha i soldi per l’assicurazione medica, per
la riabilitazione deve arrangiarsi. Impara a fatica di nuovo ogni
cosa: camminare, parlare. Il periodo che ricorda meglio è quello
trascorso nell’esercito. Ma gli ultimi 15 anni non esistono.
E
allora si rifugia a Marwencol (dall'unione del suo nome con Wendy e
Colleen, due donne di cui sarebbe stato innamorato), una cittadina
belga in miniatura con tanto di abitanti in scala. La costruisce
giorno dopo giorno nel giardino della sua casa-roulotte: una specie
di set dove negli anni ambienta le storie che inventa, e le fotografa
con una vecchia Pentax. L'epoca è la seconda guerra mondiale, il
protagonista è Captain Hogie, il suo alter ego che combatte i
nazisti aiutato dalle donne della città. Storie di violenza e di
paura: in alcune 5 SS massacrano di botte Captain Hogie, che poi però
si vendica. Il suo universo parallelo cresce ogni giorno: per i
concittadini, che lo vedono in giro col modellino di una vecchia jeep
e i personaggi dei suoi set, è “quello strano”; il fotografo
David Naugle vede i suoi scatti e gli organizza una mostra. Di lui
parlano giornali e tv, e “quello strano” diventa un artista
affermato. Strana è la vita, “Una lunga sceneggiatura della quale
siamo i protagonisti” dice Mark con un sorriso che non sai se è
suo o di Captain Hogie. Nel 2018 Robert Zemeckis racconta tutto in
Benvenuti a Marwen. Il film, dicono i critici, non è bellissimo. La
storia di Mark sì.
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