Sembra
impossibile ma…
Questa
è una storia vera. Il protagonista è Jackie, soldato sudafricano
che per tre anni combatte nell’inferno della Grande Guerra, perde
un braccio in battaglia e torna a casa con una medaglia al valor
militare e la promozione a caporale in tasca. Una storia come
tantissime altre. E allora? Allora il caporale Jackie, soldato
modello promosso e decorato sul campo, è un babbuino.
La
storia comincia al distretto militare di Potchefstroom, 120
chilometri a ovest di Johannesburg. Siamo nell’agosto del 1915, in
Europa infuria la guerra e il venticinquenne Albert Marr di Pretoria
si presenta per arruolarsi volontario. A condizione di poter portare
con sé Jackie, la sua inseparabile scimmia. C’è bisogno di uomini
per il fronte: abili e arruolati, terzo reggimento di fanteria del
Transvaal.
Jackie
riceve uniforme e razioni di cibo come qualunque soldato. E’ la
mascotte del reggimento. E impara in fretta un sacco di cose:
obbedisce agli ordini, fa il saluto militare ai superiori, mangia con
la forchetta, accende le sigarette ai compagni. E soprattutto grazie
al suo udito e all’olfatto è il primo a segnalare l’arrivo del
nemico.
A
Senussi in Egitto nel febbraio del 1916 Albert, ferito a una spalla,
viene protetto da Jackie fino all’arrivo dei barellieri. Seguono
tre anni nelle trincee delle Fiandre. Nell’aprile del 1918 a
Passchendale in Belgio il reggimento viene annientato da un
bombardamento. Albert si ripara in una buca e vede la scimmia
ammassare pietre intorno a lui nel tentativo di fare barriera. Poi
sviene.
I
soccorritori trovano il soldato privo di sensi, e il babbuino, con un
braccio tranciato dalle schegge, che continua ad ammassare pietre. I
due finiscono in ospedale. Qui Jackie viene promosso caporale e
decorato. A guerra finita, saranno protagonisti di una tournée in
Inghilterra per raccogliere fondi per i soldati feriti. Jackie è
famoso come una star. Poi si ritireranno nella fattoria di Pretoria.
Il 22 maggio del 1921 il caporale Jackie, reduce della Grande Guerra,
lascerà questa Terra.
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