lunedì 9 dicembre 2019

216 - IL CANNIBALE IMPUNITO




Sembra impossibile ma...
Uno studente giapponese ha prima ucciso, poi violentato, quindi divorato una compagna di studi. Dopo la cattura ha confessato, ma il suo crimine è rimasto impunito. E lui è diventato una celebrità.

Issei Sagawa nasce a Kōbe nel 1949. A 2 anni contrae l’encefalite, che lo debilita e lo conduce a un passo dalla morte. Guarisce, ma resta molto debole. La madre, una donna dura e severa, lo costringe a mangiare per rinforzare il fisico debilitato. E' in quel periodo che sviluppa fantasie cannibali, e sogna più volte di mangiare una persona. Con l'adolescenza le tensioni si acuiscono; Issei non ha amici ed evita soprattutto le ragazze. Lo attraggono le donne occidentali; una notte entra in camera di una studentessa tedesca da una finestra indossando una maschera di Frankenstein, la ragazza si sveglia, urla, lo immobilizza e chiama la polizia. Lo accusano di tentato stupro e lui, tranquillo, nega: “Avevo solo un desiderio irrefrenabile di mangiarle le natiche”. Il padre di Issei è un miliardario; paga alla ragazza una forte somma, e lei ritira la denuncia. Il caso viene insabbiato e per calmare le acque il ragazzo viene mandato a studiare letteratura a Parigi. Dove le cose non cambiano: lui rifiuta ogni contatto sociale. Renée Hartevelt, una studentessa olandese, è l'unica che cerca di fare amicizia con lui.

Innamorarsi e cominciare ad avere fantasie cannibali su di lei, per Issei è tutt'uno. Nel giugno del 1981 con una scusa la invita a casa sua. Mentre Renée è seduta alla scrivania, le spara un colpo alla schiena con un fucile e la uccide. Subito dopo le asporta un pezzo di natica e lo mangia, crudo. Poi fa sesso con il cadavere e lo smembra, asporta 7 chili di carne e li mette in frigorifero. Il resto del cadavere lo mette in due valige, chiama un taxi e si fa portare in un parco dove le abbandona. Pochi giorni dopo la polizia le ritrova e parte la caccia all'uomo. Il taxista li porta a casa di Issei, che confessa subito. E' tranquillo, per niente dispiaciuto. Ha registrato in un audio il momento della morte di Renée, e ha fotografato il cadavere a pezzi e i piatti da lui cucinati nei giorni seguenti: in uno si vede un seno al centro contornato di piselli e patate. I vicini raccontano che la notte dell'omicidio dall'appartamento si udivano urla di felicità da parte del giapponese. Che, dichiarato infermo di mente, finisce in un istituto psichiatrico. Per pochi giorni però. Il padre paga il migliore avvocato francese, che lo fa estradare in Giappone. Qui lo trattengono 15 mesi in una casa di cura, poi lo rilasciano.

Ora vive libero, sotto falso nome. Rilascia interviste nelle quali racconta con distacco e freddezza i dettagli più raccapriccianti del suo crimine e scrive per un quotidiano. E' autore di bestseller nei quali racconta la sua storia, e partecipa a film (fra cui un porno) e spot pubblicitari dove “gioca” col suo ruolo di cannibale. 
 
 




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