Sembra
impossibile ma...
La
tomografia computerizzata di una statua del Buddha di mille anni fa
ha svelato a un gruppo di ricercatori olandesi la presenza di uno
scheletro umano all'interno. Ulteriori esami hanno accertato che era
il risultato di un'antica straziante pratica di automummificazione.
Gli
studiosi del Meander Medical Centre di Amersfoort hanno poi
scoperto
che il corpo contenuto come in uno scrigno nella scultura del XII
secolo era privo di organi interni; nella cavità toracica vuota
c'era
un rotolo di carta in decomposizione. Il testo in lingua cinese ha
rivelato che l'uomo si chiamava Liuquan, un monaco cinese che
all'inizio del 1100 si sottopose al Sokushinbutsu (“Buddha nel suo
stesso corpo") un allucinante percorso di automummificazione.
Mettiamoci
negli scomodi panni di Liuquan, che un giorno dopo anni di
meditazione sceglie la via del Sokushinbutsu per diventare un Buddha;
inizia così il rituale per predisporre l'organismo al processo di
automummificazione. Nella prima fase, che dura mille giorni, medita,
si sottopone a un duro esercizio fisico, mangia solo noci e semi che
trova nei boschi e beve acqua; così elimina il grasso corporeo.
Nella seconda fase per altri mille giorni si nutre solo di piccole
quantità di corteccia, aghi e radici di pino, sempre mantenendo in
piena attività il corpo e la mente: oltre a un'ulteriore drastica
perdita di peso, induce così uno squilibrio nel bilancio idrico del
corpo. Verso la fine di questa fase assume un tè a base di urushi,
una pianta tossica che provoca forte nausea, sudorazione e diuresi.
Così perde ancora liquidi corporei, e i suoi tessuti assorbono la
tossina che respingerà, una volta cadavere, larve e insetti.
Nella
terza fase il monaco viene collocato in una tomba di pietra appena
più grande del suo corpo; per respirare ha una cannula di bambù, e
con sé porta una campanella che suona ogni giorno per far sapere che
è ancora vivo. Senza cibo né acqua, sono le sue ultime ore; quando
la campana smette di suonare la tomba
viene sigillata. Verrà riaperta dopo mille giorni. Se il corpo è
mummificato, sarà venerato nei templi come un Buddha. Il Giappone ha
vietato questa pratica nel 1877; l'ultimo monaco che l'ha intrapresa
è morto nel 1903. In più di mille anni centinaia di monaci si sono
sottoposti a questo calvario. Di loro solo 24 si sono mummificati. I
loro resti sono visibili in alcuni templi giapponesi: per i buddhisti
non sono morti, ma in stato di profonda meditazione.
Nessun commento:
Posta un commento