Sembra
impossibile ma...
Questa
è una storia vera. Luglio 1928, ad Amsterdam si disputano i giochi
olimpici. Per la prima volta le donne vengono ammesse a disputare le
gare di atletica leggera. Il programma si apre con i 100 metri. Vince
la statunitense Betty Robinson, appena diciassettenne, con il tempo
di 12”2. Alle spalle ha una carriera agonistica tanto breve quanto
inconsueta: appena un anno prima il suo insegnante di biologia la
nota mentre corre per prendere un treno, la sottopone a un test
cronometrico nel corridoio della scuola, poi la iscrive alla prima
gara ufficiale. Mancano poche settimane alle olimpiadi, e lei al
debutto stabilisce il record mondiale sui 100 metri con il tempo di
12”, primato che sarà battuto solo nel 1932. La vittoriosa prova
olimpica è appena la quarta gara della sua vita. Nella stessa
edizione si aggiudica anche l'argento con la staffetta 4×100. Al
ritorno da Amsterdam, Betty viene accolta in patria con tutti gli
onori, per lei vengono organizzate parate a Broadway e a Chicago, e i
suoi concittadini a Riverdale fanno una colletta e le regalano un
orologio con diamanti. Fin qui tutto “normale”, ora viene
l'incredibile.
Nel
1931 la ragazza sta volando sui cieli di Chicago sul biposto di suo
cugino. L'aereo cade, arrivano i soccorritori: per lei non c'è più
niente da fare. La trasportano all'obitorio. Dove resta qualche ora,
finché un flebile lamento segnala che no, non è morta, ma in coma
profondo, in gravissime condizioni. Le speranze che sopravviva sono
poche, visto anche il livello della medicina dell’epoca: ha una
commozione cerebrale, un braccio schiacciato, una gamba spezzata e le
articolazioni del ginocchio compromesse. Invece dopo 7 settimane di
coma si risveglia; seguono due anni su una sedia a rotelle, e un
lungo percorso di riabilitazione per riprendere a camminare. Ma
Betty vuole tornare a correre.
Però
non può più flettere il ginocchio, quindi non può piegarsi ai
blocchi di partenza. Addio alle gare di velocità? Macché, c'è la
staffetta, lì la partenza avviene in piedi. Così nel 1936 la
convocano per le olimpiadi di Berlino. Le tedesche sono favoritissime
ma hai visto mai? E Betty trascina la sua squadra, la staffetta 4x100
è medaglia d'oro. Poi si ritira dalle competizioni, e diventa
giudice di gara. Nel 1939 si sposa e ha due figli. Muore a Denver nel
1999. Ha quasi 88 anni, ne sono passati 68 dalla sua prima morte.
Nessun commento:
Posta un commento