Sembra
impossibile ma...
Il
536 d.C è stato in assoluto l’anno peggiore a memoria d'uomo per
il pianeta Terra. Un anno senza sole, un inverno interminabile che
provocò carestie ovunque disegnando scenari da fine del mondo.
“Per
18 mesi il sole ha dato la sua luce senza calore: fredda e senza
raggi, come la luna o un'eclissi” scrive lo storico bizantino
Procopio di Cesarea. “Dal 24 marzo di quest'anno (536) fino al 24
giugno del successivo il sole si è oscurato di giorno, la luna di
notte e l'oceano è stato sempre tumultuoso; un inverno severissimo,
tanto che per la grande quantità di neve tutti gli uccelli sono
morti, mentre gli uomini hanno vissuto nell'angoscia e nella paura
delle cose malvage" aggiunge Zaccaria di Mitilene nella sua
Cronaca. Europa e Asia furono coperte da una fitta coltre di nebbia
secca che oscurò il cielo, le temperature precipitarono
drasticamente (poco più su dello zero durante tutta l’estate,
polari negli altri mesi), in Cina nevicò in luglio, ovunque i
raccolti andarono perduti, carestia, fame ed epidemie falcidiarono la
popolazione.
Ma
come si era formato quel denso manto di nebbia? Gli studiosi dapprima
hanno cercato le prove del 536 “annus horribilis”. E le hanno
trovate sugli anelli degli alberi e nei ghiacci artici e antartici.
Che hanno anche fornito l'identikit del colpevole: una violentissima
eruzione vulcanica avvenuta tra la fine del 535 e l’inizio del 536.
Una traccia indelebile rimasta incisa nel legno degli alberi in
Irlanda Svezia, e Finlandia, nella Sierra Nevada della California e
nei cipressi Fitzroya in Cile. I cilindri di ghiaccio estratti in
Groenlandia e nell'Antartide mostrano poi depositi di solfati
sostanziali, prova di un ampio velo di polvere acida. Negli anni gli
scienziati hanno puntato l'indice su diversi vulcani; l'ipotesi più
recente è del 2018, basata su particelle ritrovate nei ghiacciai con
una composizione chimica simile alle rocce vulcaniche dell'Islanda:
il grande freddo del 536 sarebbe dovuto all’eruzione di un vulcano
islandese.
Tutti
d'accordo invece sul “day after”: siccità, carestia, epidemie e
disordini civili, conseguenze dirette del cambiamento del clima,
hanno indotto eventi epocali in tutto il pianeta, come la peste di
Giustiniano che causò la morte di 100 milioni di persone (un terzo
della popolazione), le sorti della guerra gotica, il declino degli
Avari, la migrazione a ovest delle tribù mongole, la fine
dell'Impero Sassanide, il crollo dell'Impero Gupta, la caduta di
Teotihuacán.
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