sabato 14 dicembre 2019

233 - FOREST MAN




Sembra impossibile ma...
Jadav Payeng a 16 anni ha piantato un albero. Il giorno dopo un altro, poi un altro e un altro ancora. Ha continuato a piantare un albero al giorno per 40 anni, e oggi quello che era un luogo arido e semidesertico si è trasformato in una foresta di 550 ettari.

Jadav nasce nel 1963 a Majuli, l’isola fluviale più grande del mondo; fa parte della tribù indiana dei Mising, nell'Assam. Nel 1979 sulle sponde del fiume Brahmaputra vede un gran numero di animali morire di fame per la siccità. In particolare su un grande banco di sabbia senza alberi l'eccesso di calore uccide centinaia di serpenti. Colpito e dispiaciuto, pianta una ventina di piantine di bambù nel terreno arido. Decide poi di piantare un alberello ogni giorno, e inizia con quelli più facili da coltivare, come il bambù e il pioppo nero. Dopo qualche mese, le autorità locali lanciano un programma di riforestazione e Jadav inizia a lavorare per loro. Il progetto dura 5 anni, dopodiché lui torna al suo lavoro: alleva bufali e mucche e ne vende il latte. E continua a piantare i suoi alberi.

La gente lo considera un po' pazzo, ma nel 2007 un giornalista scopre per caso il “Forest Man of India” e racconta la sua storia. Jadav diventa un eroe civile per il governo e un ambientalista modello a livello internazionale. Oggi continua a vivere nella sua capanna nella foresta con la moglie Binita e i suoi 3 figli, alleva
bestiame e si mantiene vendendo il latte; di recente ha ricevuto il dottorato honoris causa da due università. I suoi alberi sono diventati la foresta Molai: grande come 800 campi da calcio, ospita rinoceronti, oltre 100 elefanti, conigli, scimmie, decine di cervi, cinghiali, rettili, diverse varietà di uccelli e anche alcune tigri del Bengala. Payeng ha perso il conto degli alberi che ha piantato, ma ritiene siano molte decine di migliaia. “Non l'ho fatto da solo – dice -
piantate uno o due alberi e loro faranno i semi; poi il vento sa come piantarli, gli uccelli sanno come seminarli, le mucche sanno, gli elefanti sanno, persino il fiume sa. L’intero ecosistema sa cosa fare e come farlo. Io continuerò a piantare alberi fino al mio ultimo respiro. Spero di lasciare 2.000 ettari di foresta”.



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