Sembra
impossibile ma...
In
Russia (e non solo) esistono diverse “città chiuse”: non si trovano sulle mappe, gli abitanti non compaiono nei registri di
residenza, i nuovi nati non vengono iscritti all’anagrafe. E non si
tratta di piccoli centri: nel 2008 il governo russo ha ammesso
l’esistenza di 44 città segrete, per un totale di un milione e
mezzo di abitanti.
Le
città chiuse nascono alla fine degli anni quaranta per ospitare
strutture militari, industriali o scientifiche, come fabbriche di
armamenti e siti di ricerca nucleare. In gergo le chiamano "caselle
postali" perché la posta per queste città, che ufficialmente
non esistono, viene indirizzata a caselle postali nelle città
vicine. L'ingresso è vietato agli stranieri, e precluso anche ai
cittadini in mancanza di uno speciale permesso. Gli accessi a questi
centri, circondati da filo spinato, sono pattugliati da guardie
armate. Gli abitanti sono gli addetti al sito (militari, scienziati,
operai delle fabbriche) con le loro famiglie, e godono di trattamenti
privilegiati; la scomparsa dal mondo viene pagata con servizi
eccellenti: ci sono teatri, biblioteche, scuole di alta qualità,
povertà e criminalità sono assenti, e lo Stato investe risorse
ingenti e provvede a tutto. Ma i siti nucleari inquinano terra, acqua
e aria, gli incidenti sono frequenti e le città non vengono
evacuate: non esistono. Sul lago Karachay negli Urali, soprannominato
poi “il lago di plutonio”, migliaia di persone muoiono per le
acque avvelenate; nel 1957 avviene uno dei più gravi disastri
nucleari della storia: un'area di ventimila chilometri quadrati viene
contaminata dalle radiazioni. Lo chiamano “incidente di Kyshtym”,
ma in realtà non avviene a Kyshtym, ma nella vicina città segreta
di Ozyorsk. I suoi 270.000 abitanti saranno evacuati gradualmente
solo molto tempo dopo.
Con
la caduta del muro cambiano molte cose, l'esistenza delle città
chiuse viene riconosciuta e la Russia rende pubblica una lista di 44
centri di questo tipo. Ma è sicuro che esistano ancora oggi almeno
15 città segrete. Del resto ce ne sono con certezza anche in Cina,
Arabia Saudita, Sudafrica e Stati Uniti. In Cina si parla di una
città nel deserto di Gobi (indicata col numero 104) costruita
durante la corsa al nucleare, negli States di Mercury nel Nevada
(10.000 abitanti negli anni sessanta) e di un grosso centro nel
Nebraska, mentre altre città coinvolte nel progetto Manhattan (Los
Alamos, Oak Ridge, Dugway) una volta chiuse, sono oggi tranquille
cittadine come tante.
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