Sembra
impossibile ma...
Il
Bolton Strid, un grazioso ruscello che serpeggia fra pietre coperte
di muschio nel verde della campagna inglese, è il corso d'acqua più
letale al mondo. A memoria d'uomo nessuno fra quelli che vi sono
finiti dentro ne è uscito vivo.
In
realtà lo Strid è un tratto del fiume Wharfe nello Yorkshire, a due
passi dalle rovine del Bolton Priory, un antico monastero; molte
persone sono morte cercando di attraversarlo o cadendo in acqua nel
tentativo di saltare i circa due metri che separano le due sponde nel
tratto più stretto. La pericolosità infatti sta anche nell'aspetto
innocente del torrente che attraversa un paesaggio bucolico: nessuno
immaginerebbe che lì sotto si celino insidie mortali. Pochi metri
più a monte il fiume è poco profondo e largo una quindicina di
metri, poi all'improvviso si restringe e le acque iniziano a fluire
verticalmente in un sistema di caverne e di grotte subacquee
invisibile dalla superficie, dove tutto è apparentemente calmo.
Nessuno sa davvero quanto sia profondo, ma in quel tratto violente
correnti risucchiano ogni cosa: l'erosione delle pareti sotto le
sponde crea un vero crepaccio e chiunque ha la sventura di finire in
acqua resta intrappolato e viene sbattuto con violenza contro le
rocce subacquee. E, sostiene la gente del luogo, , nessuno è mai
riemerso: il tasso di mortalità di chi vi cade dentro è del 100%.
Un
bilancio ufficiale delle vittime dello Strid non c'è: storia,
cronaca e leggenda si intrecciano. La fonte più antica risale al
1154 quando un giovane di nome William de Romilly tentando di saltare
da una sponda all'altra durante una battuta di caccia sarebbe stato
spazzato via, per non essere mai più visto. Anche un pretendente al trono di
Scozia avrebbe fatto la stessa fine. William Wordsworth cita il
Bolton Strid all'inizio del 1800 nel poema "The Force of Prayer"
e Gertrude Atherton ne parla nel 1896 nel racconto "The Striding
Place", in entrambe i casi con storie di giovinetti annegati.
Più di recente, nel 1998, marito e moglie sono scomparsi qui il
secondo giorno della luna di miele, e nel 2010 il fiume si è portato
via un bambino di 8 anni, scivolato dalla sponda, e con lui un
vecchio che ha tentato di salvarlo. Oggi la cupa fama del luogo
attira turisti e visitatori, e vistosi cartelli rossi avvertono della
pericolosità del luogo. Ah già, non poteva mancare la storia di
fantasmi, con uno spettrale cavallo bianco che fa la sua apparizione
emergendo dalle acque nel momento preciso in cui qualcuno annega.
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