giovedì 19 marzo 2020

402 - IL CAMPIONE CANCELLATO




Sembra impossibile ma…
Leone Jacovacci, straordinario boxeur, campione italiano ed europeo dei medi nel 1928, è stato cancellato dall’albo d’oro e dalla storia del pugilato. Motivo: la sua pelle nera.

Jacovacci nasce nel 1902 a Sanza Pombo, nell’attuale Angola. Il padre è un ingegnere romano, la madre di etnia Babuendi. A 3 anni si trasferisce nel viterbese dove viene cresciuto dai nonni. A 16 anni scappa a Taranto e si imbarca come mozzo su una nave inglese. A Londra esordisce nel pugilato con lo pseudonimo di John Walker, vince numerosi incontri e si trasferisce in Francia. Pugile di enorme potenza fisica, ma agile e dotato di un’ottima tecnica, infila una serie di 25 vittorie consecutive. Ma il suo sogno è tornare in Italia.
Lo fa nel 1922, quando affronta il campione italiano Bruno Frattini a Milano. Domina il match, ma per i giudici vince ai punti l’avversario.

Ripreso il suo vero nome, Jacovacci si trasferisce a Roma e avvia l’iter, che sarà lungo e tormentato, per farsi riconoscere la nazionalità. Nel frattempo passa di vittoria in vittoria, e “er nero de Roma” diventa un idolo per il popolo della capitale. Il 24 giugno 1928 il match che deciderà la sua vita: di fronte a quarantamila persone nello stadio Nazionale sfida Mario Bosisio, milanese, bianco, biondo, il “toro fascista”; in palio ci sono i titoli italiano ed europeo. Balbo, Bottai e D’Annunzio sono in prima fila. Jacovacci domina, la sua vittoria è nitida. La gente canta ''Non ti arrabbiare, caro Bosisio, se Jacovacci ti ha rotto il viso''. I giudici danno verdetto pari. Poi ci ripensano e gli assegnano a malincuore la vittoria. Chi se lo aspettava? Il “negro” di Roma che batte il bianco lumbard davanti alle massime autorità in camicia nera.

Non glielo perdoneranno. E’ l’inizio della fine. Non esiste una sola foto che testimonia il successo, e nei cinegiornali dell'epoca vengono eliminate le sequenze finali del match: quel che resta del filmato dell’Istituto Luce finisce di colpo, mancano gli ultimi minuti. Verrà trasmesso sì nei cinegiornali, ma col commento di Bosisio, lo sconfitto, che sostiene di essere lui il vero vincitore.
Jacovacci, ostracizzato dalla federazione del pugilato, non trova più un ring per combattere. Dopo qualche triste incontro di catch, si ritira e lavora fino agli ultimi giorni a Milano come portiere di un condominio. La sua storia sarà ricostruita da Mauro Valeri nel libro “Nero di Roma: storia di Leone Jacovacci: l'invincibile mulatto italico” e da Tony Saccucci nel docufilm “Il pugile del duce”. Leone Jacovacci muore nel 1983. Quattro anni dopo Sumbu Kalambay diventa campione del mondo. E’ il primo italiano con la pelle nera.

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