martedì 14 aprile 2020

435 - V COME VENDETTA




Sembra impossibile ma...
Questa è una storia vera. Mariya Oktyabrskaya nasce nel 1905 in Crimea, ultima di 10 figli di una famiglia che nella russia zarista vive in condizioni di estrema povertà, veri e propri servi della gleba. La rivoluzione del 1917 è accolta come una liberazione, Mariya può andare a scuola, poi trova lavoro prima in una fabbrica dove si confeziona il latte, poi come operatrice telefonica. Nel 1925 sposa Ilya Oktyabrsky, ufficiale dell'esercito sovietico, e in ambito militare diventa infermiera e impara a usare le armi e guidare veicoli. Nel 1941 i nazisti invadono la Russia; lei si rifugia a Tomsk in Siberia, mentre Ilya va al fronte. Dopo pochi giorni muore in battaglia vicino a Kiev, ma la moglie lo saprà soltanto molti mesi dopo.

Sconvolta dalla notizia, ha un solo obiettivo: vendicare la morte del marito. Così vende tutto ciò che possiede e impiega il ricavato, 50.000 rubli, per costruire un carrarmato T-34. Poi riesce a farsi ricevere da Stalin, gli mette a disposizione il mezzo corazzato e lo convince: andrà al fronte e sarà lei a pilotarlo. Cinque mesi dopo, finito l'addestramento, la donna si aggrega alla ventiseiesima Brigata carristi come pilota meccanico, e nel settembre 1943 parte per Smolensk. In mezzo ai corazzati ce n'è uno strano, che spicca per la torretta decorata con su scritto il nome, voluto da Mariya: la Fidanzata combattente. I commilitoni la guardano storto, per molti è una sorta di trovata pubblicitaria. Ma tutti si ricredono il 21 ottobre. Per il T-34 è il battesimo del fuoco. La donna è un ciclone, da mesi attendeva quel giorno: il corazzato attacca le postazioni tedesche e distrugge diversi nidi di mitragliatrice, finché viene colpito. Mariya esce fuori sotto il fuoco nemico, riesce ad aggiustare il guasto e riporta a casa la Fidanzata combattente. Gli uomini ora la guardano con occhi diversi, viene anche promossa sergente. La scena si ripete dopo un mese in un'altra durissima battaglia notturna a Novaje Siało, e anche qui la Oktyabrskaya è una furia vendicatrice. Ormai al fronte tutti parlano di lei. Il 17 gennaio 1944 Mariya e il suo equipaggio sono in prima linea nell'offensiva Leningrado-Novgorod, e fanno il vuoto fra le truppe tedesche; quando un colpo d'artiglieria rompe un cingolo del carrarmato, la donna ancora una volta esce all'aperto coperta dal fuoco dei compagni per ripararlo. I frammenti di una granata però la colpiscono alla testa; la trasportano priva di sensi in un ospedale militare sovietico a Fastiv. Il 15 marzo, dopo due mesi di coma, muore.

A fine guerra Mariya Oktyabrskaya sarà proclamata Eroina dell'Unione Sovietica. E il suo T-34? Prima di perdere conoscenza aveva fatto in tempo a riparare i cingoli, così era riuscito a tornare alla base. E il 2 maggio 1945 fra i primi mezzi che sono entrati a Berlino spiccava la Fidanzata combattente.

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