giovedì 16 aprile 2020

438 - LA LANA DELLA SALAMANDRA




Sembra impossibile ma...
C'è una sostanza che gli alchimisti hanno usato per secoli per scopi magici e rituali, e che la gente comune ha sempre guardato con timore e deferenza perché considerata misteriosa e malefica. Nel Medioevo si pensava che fosse tessuta con lana filata dalla pelle della salamandra; per altri era di origine vegetale, una canapa rara (no, non quella a cui state pensando) dai poteri prodigiosi.

La resistenza agli agenti corrosivi dei tessuti di lana di salamandra è conosciuta da tempi antichissimi: Persiani e Romani ci tessevano sudari per avvolgere i cadaveri “importanti” da cremare, allo scopo di ottenere ceneri più pure e chiare, non contaminate. In molti templi, sicuramente in quelli delle vergini vestali, con la sostanza si ricavavano stoppini per le lampade perpetue, e la loro inestinguibilità per il popolo era un prodigio. Fra storia e leggenda, si racconta che di questa lana fosse fatta la tovaglia che Carlomagno, al termine dei banchetti con ambasciatori stranieri, lanciava nel fuoco del camino per impressionarli quando dopo un po' la estraeva intatta. Gli arabi la utilizzavano fra le componenti per le armature, e il Gran Khan ci avvolgeva i gioielli per proteggerli.

Sarà Marco Polo nel Milione a sfatare la leggenda della lana di salamandra, raccontando che nella provincia cinese di Chingitalas tessuti di questo tipo venivano ottenuti filando un minerale. Nel Seicento il medico naturalista Boezio la utilizza in una ricetta per “un unguento miracoloso per il lattime e per le ulcerazioni delle gambe col quale si unge il capo del fanciullo per farlo rapidamente guarire”, e come medicinale sarà presente nei farmaci fino a 50 anni fa: in una polvere contro la sudorazione dei piedi e in una pasta dentaria per le otturazioni. Bisognerà aspettare l'Ottocento per l'uso della sostanza su scala industriale, negli Stati Uniti.

Oggi ne sappiamo un po' di più: sappiamo che riguardo alle proprietà infauste, quelli che consideravano malefica la lana della salamandra non avevano torto ad evitarla; e forse lo facevano perché le persone che la lavoravano morivano in giovane età. Già, perché noi che la chiamiamo Amianto, sappiamo che se inalato o ingerito è cancerogeno, la sua nocività per la salute è accertata e l'uso è vietato in molti Paesi. Insomma l'intuito degli antichi aveva colto nel segno, e a noi ci sono voluti centinaia di anni e migliaia di vittime di asbestosi e tumori polmonari per rendercene conto. 
 
 

 
 
 

 
 


 

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