Sembra
impossibile ma…
Questa
è una storia vera. Marion van Binsbergen nasce nel 1920 ad
Amsterdam, il padre Jacob è un giudice liberale che la educa alla
tolleranza e all’antirazzismo negli anni in cui l’ombra del
nazismo si allunga sull’Europa. Nel maggio 1940 i tedeschi occupano
i Paesi Bassi; pochi mesi dopo la ragazza viene arrestata per aver
violato il coprifuoco con degli amici. Alcuni di questi a sua
insaputa avevano trascritto messaggi della BBC. Torturata a lungo,
Marion resta in carcere per 7 mesi. Nella primavera del 1942 la donna
è testimone di una violenta retata di bambini ebrei. “Rimasi
scioccata e in lacrime - scriverà - e capii che il mio impegno per
salvarli era più importante di qualsiasi altra cosa potessi fare”.
Così
inizia a collaborare con la Resistenza olandese. Porta cibo e vestiti
a chi si nasconde dai nazisti, falsifica documenti e tessere per le
razioni e li fornisce ai fuggitivi insieme a beni di prima necessità.
Ma la sua specialità è quella che in gergo chiamano la "missione
della disgrazia": si dichiara falsamente madre non sposata
di un bambino per nasconderne l'identità ebraica, e lo registra come
figlio proprio, nascondendolo poi in case di non ebrei. Un trucco che
ripeterà decine di volte. Alla fine saranno più di 150 gli ebrei
salvati direttamente da Marion, la maggior parte bambini.
Per
tre anni poi nasconde la famiglia di Fred Polak, famoso filosofo di
religione ebraica, negli alloggi del personale della villa di un
amico a Huizen. I Polak nel tempo si erano allenati a scivolare sotto
le assi del pavimento in 17 secondi, e per impedire al bambino di
piangere gli davano dei sonniferi. Nel 1944 l’ennesima ispezione
dei nazisti guidati da un olandese non dà risultati; quest’ultimo
però è solito tornare mezz’ora dopo nei luoghi visitati. Anche
quella volta, come spesso accadeva, i rifugiati sono usciti dai
nascondigli. A Marion non rimane che sparare al collaborazionista. Il
suo cadavere, nascosto in una bara che conteneva già un’altra
salma, non sarà mai scoperto, e l’intera famiglia Polak si
salverà.
Finita
la guerra, Marion lavora nei campi per sfollati dell’Onu, poi si
sposa con l’americano Tony Pritchard e si trasferìsce nello stato
di New York, dove si laurea ed esercita la professione di
psicoanalista e assistente sociale per bambini. Nel 1981 riceve
l’onorificenza di “Giusto tra le nazioni”. Muore l’11
dicembre 2016 a 96 anni.
Guarda i video con la storia di Marion e la sua testimonianza integrale per l'Archivio della Shoah.
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