lunedì 11 maggio 2020

496 - IL MONDO PERDUTO




Sembra impossibile ma…
Esistono ancora sul pianeta luoghi totalmente inesplorati dove, come nel “Mondo perduto” di Conan Doyle, ancora oggi è possibile scoprire piante ed animali sconosciuti. La notizia, (ringrazio l’amico Enrico Spagnoli per la segnalazione) è recente, e magari ne avrete già sentito parlare. Ma ha davvero dell’incredibile.

Avete presente quei romanzi d’avventura (Conan Doyle ma anche Verne, Wells…) e fumetti nei quali i protagonisti trovano l’accesso di una misteriosa valle inesplorata abitata da animali sconosciuti o estinti da migliaia di anni? Bene, è accaduto proprio questo. Tutto inizia quando il professor Julian Bayliss, biologo ed esploratore della Oxford Brookes University, scopre su Google Earth (!) una foresta sconosciuta in mezzo al cono di un vulcano. «Qui - esclama - non c’è mai stato nessuno, bisogna andare a vedere cosa c’è».

Il dito dello scienziato indica Mount Lico in Mozambico, un vulcano inattivo. E’ alto 700 metri. Ma una formidabile e ripidissima parete rocciosa lo rende inaccessibile: a memoria d’uomo nessuno ci ha mai messo piede. Nasce così una spedizione scientifica internazionale composta da 28 tra biologi, entomologi, botanici. E da due rocciatori famosi. Perché scalarlo non è facile. Seguono due anni di preparazione (con corsi di alpinismo), poi, poche settimane fa, l’arrampicata, con i due rocciatori che raggiunta la vetta tendono due corde fino al campo base e recuperano uno per uno gli scienziati. Una faticata tremenda, ma ne vale la pena.

Davanti agli occhi degli studiosi, l’istantanea di un mondo scomparso. «È stato come entrare in una macchina del tempo» dice Bayliss: una foresta pluviale incontaminata, con piante e animali mai visti. I bruchi sono migliaia e sono ovunque sugli alberi, i loro escrementi cadono come una pioggia secca e soffice. E poi farfalle serpenti, rane, rospi, roditori, insetti granchi e persino pesci del tutto sconosciuti, un anfibio mai visto simile a un serpente, un roditore dal naso camuso, e piante e fiori di cui si ignorava l’esistenza. «Solo per catalogare tutto ci vorranno almeno due anni» conclude il capospedizione appena rientrato da Mount Lico.

Che conserva un ultimo mistero: chi ha fabbricato gli antichi vasi semisepolti avvistati con stupore dal team, se nessuno è mai salito lassù? Sarà una spedizione di antropologi a dare una risposta.
Guarda nei video Julian Bayliss raccontare la sua straordinaria spedizione in un documentario National Geographic e in una sua conferenza al Museo di storia naturale di Oxford.





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