Sembra
impossibile ma…
Questa
è una storia vera. Paul Grappe nasce nella Haute Marne nel 1891. A
20 anni si sposta a Parigi, dove prende un diploma di ottico. A un
corso di mandolino conosce Louise Landy: colpo di fulmine e
matrimonio. Poi parte militare, ma riesce a restare nei dintorni
della capitale. Dopo due anni va a casa col congedo in tasca. Ma di
lì a pochi mesi lo chiamano: è scoppiata la guerra. Finisce in
prima linea dove combatte i tedeschi nella “battaglia delle
frontiere”. I morti sono centinaia di migliaia, 25.000 in un solo
giorno il 22 agosto 1914. Dove Paul resta ferito ad una coscia. Lo
curano e lo rimandano in trincea due mesi dopo. Nuova ferita al dito
indice. I superiori sospettano l’automutilazione, si salva per
miracolo dall’esecuzione sul campo. Torna in ospedale, dove riesce
a restare per 4 mesi: lo accusano di riaprirsi da solo le ferite.
Deve presentarsi subito alla caserma. Non lo fa: sceglie di
disertare. Lo condannano a morte, ora è un latitante; braccato, si
rifugia a casa della suocera dove per tre volte evita di un soffio
l’arresto.
Ormai
è un recluso, le giornate passano lente e monotone. Una sera,
annoiato, indossa un abito della moglie, si guarda allo specchio e ha
un’illuminazione. Si rasa minuziosamente, la moglie lo trucca, un
tailleur, un cappellino da signora, e i due escono in strada, vanno
in un locale: nessuno nota niente di strano. Anzi, qualche avventore
fischia compiaciuto al loro passaggio. Da quel momento e per ben 9
anni per il mondo saranno una coppia di donne che vivono insieme.
Paul si acconcia e si trucca con cura, impara a modificare la voce e
le movenze, cambia nome e si procura documenti falsi: diventa Suzanne
Landgard. Finisce la guerra, ma non la caccia ai disertori. I due
continuano il loro menàge, due lesbiche come tante altre nella
Parigi libertina dei primi anni Venti. Poi, non si sa se per portare
a casa un po’ di soldi, o perché ci ha preso gusto, Paul comincia
a frequentare il Bois de Boulogne. In breve ne diventa una delle
“regine”, si prostituisce con uomini e donne. Louise per un po’
partecipa agli incontri erotici.
Nel
1924 arriva l’amnistia. La mattina stessa Paul esce in strada in
abiti maschili gridando “sono un uomo”. E’ l’inizio della
fine, la storia finisce su tutti i giornali e arrivano le
discriminazioni che non avevano colpito le due “garconnes”: la
coppia viene sfrattata, lei perde il lavoro. Paul si rifugia nel
vino: 5 litri al giorno; inizia a picchiare la moglie che scappa con
Paco, un amante spagnolo, poi torna col marito e partorisce un figlio
di paternità incerta. Il 28 luglio 1928 dopo l’ennesima lite
Louise spara due pallottole in testa a Paul, poi si costituisce. Il
processo diventa un evento mediatico, un celebre avvocato accetta di
difendere la donna, che in quei mesi perde il figlio colpito da
meningite. Nel 1929, Louise Landy viene dichiarata innocente. Si
risposa e muore nel 1981.
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