Sembra
impossibile ma…
Qualche
volta, raramente, certe brutte storie si chiudono con eventi che
fanno pensare all’intervento di una giustizia divina. O se
preferite agli esiti di maledizioni e malauguri ben indirizzati.
Carlo
II di Navarra nasce a Evreux nel 1332. Nel 1349 alla morte della
madre Giovanna sale al trono di Navarra; si considera però il
legittimo erede del trono di Francia, quindi la sua principale
attività è complottare contro il re Giovanni II. Che nel 1351 per
limitare i pericoli, gli promette in moglie la figlia Giovanna di
Valois, che ha 8 anni. Il matrimonio si celebra l’anno dopo, ma le
illusioni di tranquillità del re durano poco. Il genero infatti
continua a cospirare, e nel tentativo di rovesciare il trono si allea
con i nemici della Francia: l’Inghilterra in primis, ma anche
Castiglia e Aragona.
Quando
Giovanni II viene catturato dagli inglesi e sul trono sale il
giovanissimo delfino, Carlo II gioca tutte le sue carte, e fra
intrighi e tradimenti acquisisce notevole potere in Francia. E si
segnala per una serie di efferati eccidi. Il più tragico è quello
del 1858, quando reprime nel sangue una rivolta contadina facendo
uccidere più di 20.000 persone. “Le sue carneficine vanno ben
oltre i limiti della giustizia e della ragione“, scrive di lui
Diego Ramirez de Avalos de la Piscina. I sudditi lo odiano
profondamente, lo maledicono e gli augurano una morte atroce. Saranno
esauditi.
Il
primo gennaio 1387 a Pamplona Carlo non sta bene, soffre di forti
dolori agli arti, ha la febbre, è debole. Per rinvigorirlo i medici
gli prescrivono impacchi di alcol su tutto il corpo. Decidono così
di avvolgerlo completamente con teli impregnati di brandy, un
bendaggio stretto che dovrebbe favorire la circolazione. Le pezze
vengono abbondantemente bagnate col brandy, poi un servitore viene
incaricato del bendaggio. Al termine dell’operazione il valletto
deve recidere l’ultimo lembo di stoffa. Anziché tagliarlo con le
forbici o un coltello, pensa bene di usare la fiamma di una candela.
E’ un attimo: il re diventa una torcia umana. Muore bruciato vivo
fra atroci sofferenze. La notizia si sparge in un baleno nel regno.
La giustizia divina? Le maledizioni? Non importa. La gente festeggia.
Non è dato di sapere che fine abbia fatto il valletto. E forse è
meglio così.
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