giovedì 11 giugno 2020

577 - UN BRANDY ALLA SALUTE DEL RE




Sembra impossibile ma…
Qualche volta, raramente, certe brutte storie si chiudono con eventi che fanno pensare all’intervento di una giustizia divina. O se preferite agli esiti di maledizioni e malauguri ben indirizzati.

Carlo II di Navarra nasce a Evreux nel 1332. Nel 1349 alla morte della madre Giovanna sale al trono di Navarra; si considera però il legittimo erede del trono di Francia, quindi la sua principale attività è complottare contro il re Giovanni II. Che nel 1351 per limitare i pericoli, gli promette in moglie la figlia Giovanna di Valois, che ha 8 anni. Il matrimonio si celebra l’anno dopo, ma le illusioni di tranquillità del re durano poco. Il genero infatti continua a cospirare, e nel tentativo di rovesciare il trono si allea con i nemici della Francia: l’Inghilterra in primis, ma anche Castiglia e Aragona.

Quando Giovanni II viene catturato dagli inglesi e sul trono sale il giovanissimo delfino, Carlo II gioca tutte le sue carte, e fra intrighi e tradimenti acquisisce notevole potere in Francia. E si segnala per una serie di efferati eccidi. Il più tragico è quello del 1858, quando reprime nel sangue una rivolta contadina facendo uccidere più di 20.000 persone. “Le sue carneficine vanno ben oltre i limiti della giustizia e della ragione“, scrive di lui Diego Ramirez de Avalos de la Piscina. I sudditi lo odiano profondamente, lo maledicono e gli augurano una morte atroce. Saranno esauditi.

Il primo gennaio 1387 a Pamplona Carlo non sta bene, soffre di forti dolori agli arti, ha la febbre, è debole. Per rinvigorirlo i medici gli prescrivono impacchi di alcol su tutto il corpo. Decidono così di avvolgerlo completamente con teli impregnati di brandy, un bendaggio stretto che dovrebbe favorire la circolazione. Le pezze vengono abbondantemente bagnate col brandy, poi un servitore viene incaricato del bendaggio. Al termine dell’operazione il valletto deve recidere l’ultimo lembo di stoffa. Anziché tagliarlo con le forbici o un coltello, pensa bene di usare la fiamma di una candela. E’ un attimo: il re diventa una torcia umana. Muore bruciato vivo fra atroci sofferenze. La notizia si sparge in un baleno nel regno. La giustizia divina? Le maledizioni? Non importa. La gente festeggia. Non è dato di sapere che fine abbia fatto il valletto. E forse è meglio così.
 
 

 



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