Sembra
impossibile ma…
Questa
è una storia vera. Avete presenti quelli che si fanno un selfie sul
luogo di un incidente, in mezzo a gente che agonizza? Niente di nuovo
sotto il sole. James Sligo Jameson nasce nel 1856 ad Alloa in Scozia.
Erede della Jameson Irish Whiskey, produttori di Whiskey ancora oggi
fra i più importanti, nel 1886 si reca in Africa a capo di una
missione esplorativa inviata dal re Leopoldo II del Belgio per
ampliare gli insediamenti coloniali. La spedizione parte da Zanzibar
il 25 febbraio; il giornalista Henry Morton Stanley che la
raggiungerà in un secondo tempo parla del pessimo stato di salute
della maggior parte dei portatori e degli uomini di servizio,
trattati come schiavi e costretti a vivere in condizioni disumane.
Ma
questo è niente in confronto a ciò che succederà a Ribakiba,
l’attuale Lokandu nel Congo; lasciamolo raccontare all’interprete
di Jameson, il siriano Assad Farran, nella testimonianza resa due
anni dopo al processo in contumacia all’esploratore, evento che
calamita l’attenzione dell’opinione pubblica inglese. “Jameson
era curioso sulla pratica del cannibalismo, che riteneve cosa comune
tra i nativi. Mi chiese di vedere con i propri occhi un rito in cui
una persona veniva mangiata. Pagò sei fazzoletti per acquistare una
bambina di 10 anni, che fu poi portata in un villaggio di cannibali.
Mi fece riferire che quello era un regalo dell’uomo bianco, e che
desiderava vederla mangiata“. Cosa che avverrà subito dopo. Vi
risparmio i dettagli, minuziosi e raccapriccianti. Farran racconta
poi che lo scozzese disegnò sei tavole per descrivere l’episodio.
Jameson,
che è ancora in Africa, muore prima della sentenza. Nel 1890 il New
York Times pubblica una sua lettera postuma che la moglie dice di
aver ricevuto. E che a suo dire lo giustifica. Nella lettera
l’esploratore conferma gli eventi, ma li descrive come se non
fossero stati sotto il suo controllo. “Non volevo credere al
cannibalismo, ma un mercante di schiavi mi chiese 6 fazzoletti per
dimostrarmi il contrario. Pensavo che l'intera faccenda fosse un
trucco che la tribù voleva giocarmi, e volevo vedere come andava a
finire. Poi è successo tutto troppo in fretta, e non mi restò che
assistere alla cerimonia. La cosa più straordinaria - conclude con
la freddezza di un entomologo - è che la ragazza non ha mai emesso
un suono, né ha lottato. Quando sono tornato a casa ho fatto alcuni
schizzi della scena ancora fresca nella mia memoria”. Come detto,
Jameson dopo una serie di disavventure e l’insuccesso della sua
missione, morirà il 17 agosto 1888 a Bangala, l’attuale Makanza
sul fiume Congo, per una malattia tropicale, ed è sepolto su
un’isola di fronte al villaggio. Sarà solo un caso, ma da quelle
parti 11 anni più tardi Joseph Conrad ambienterà il suo “Cuore di
tenebra”.
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