Sembra impossibile ma…
Un
detenuto che stava scontando una lunga pena nel penitenziario di
Pietras Gordas in Perù, da dove non era mai fuggito nessuno, ha
realizzato una delle più incredibili evasioni della storia
sostituendosi al fratello gemello che lo era andato a trovare.
10
gennaio 2017, Giancarlo Delgado, 28 anni, va a trovare il fratello
gemello Alexander Jheferson condannato nel 2015 a 16 anni di carcere
per violenza sessuale. I due si incontrano nell’area comune,
Giancarlo consegna al fratello cibo e lettere di amici, tutto
accuratamente controllato all’ingresso, poi lo segue nella cella,
dove beve una bibita. E la massiccia dose di sedativi aggiunti a sua
insaputa. Il filmato della telecamera della prigione poi mostra
Alexander che, indossati i vestiti del fratello, attraversa
tranquillo sei posti di controllo. Nessuno controlla il timbro sul
braccio che viene fatto ai visitatori, il che per lui vuol dire
uscire senza problemi dalla porta principale di Piedras Gordas, e più
tardi per il direttore del penitenziario e per diverse guardie il
licenziamento in tronco.
Intanto
i secondini un po’ preoccupati entrano nella cella e vanno a
svegliare quel detenuto che dorme ormai da parecchio tempo. Il povero
Giancarlo, intontito dai sedativi, chiede alle guardie dov’è e
cosa gli è successo, e alle loro risate racconta di aver bevuto la
bibita e di non ricordare più niente, e giura di essere solo un
visitatore, ma nessuno gli crede. Solo molte ore dopo le autorità
verificano per scrupolo le sue impronte digitali, e scoprono che ha
ragione. Problemi finiti per lui? Macché: tutti credono che sia
complice del fratello. Arrestato e indagato per aver favorito
l’evasione, riuscirà solo dopo parecchio tempo e molte difficoltà
a provare la sua innocenza. Alexander intanto è latitante, la
polizia gli dà la caccia e sulla sua testa c’è una grossa taglia.
Lo arrestano un anno dopo a Callao. Al giudice spiega di aver
“sacrificato” il gemello per il grande desiderio di vedere la
madre, dopodiché mica poteva rientrare in cella. Giancarlo dal canto
suo dice di volere ancora bene ad Alexander, ma visto quello che ha
passato gli ci vorrà un po’ per perdonarlo. Andare a trovarlo?
Difficile, anche perché dovrebbe salire fino ai 5.000 metri di
Challapalca, il gelido carcere di massima sicurezza nel cuore delle
Ande dove è rinchiuso.
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