Le
fotografie di Liu Bolin sono tutti autoritratti, lui è l’elemento
principale di ogni scatto, ma chi le guarda ha bisogno di un po’ di
tempo per rendersene conto: lui è praticamente invisibile. Lo so, si è parlato molto dell’artista cinese, e molti di
voi conoscono già questa storia. Ma lo straordinario lavoro
dell’uomo camaleonte merita di essere raccontato nel blog
dell’impossibile.
Liu
Bolin nasce nella provincia dello Shandong, sul mar cinese, 48 anni
fa. Si diploma a Pechino dove vive e lavora. La serie Hiding the city
del 1998 gli dà fama internazionale, ma la svolta per la sua arte
avviene nel 2005: il Suojia Village, il villaggio degli artisti
indipendenti in cui abita e lavora, viene smantellato dalle autorità.
Lui per dimostrare il suo essere parte del luogo, si mimetizza con le
rovine del suo studio. Nasce così la sua incredibile arte di fondere
il corpo con l'area circostante attraverso un accurato lavoro di
body-painting.
A
fine 2008 è in Italia, ispirato da un patrimonio storico artistico
unico in cui mimetizzarsi e dalla sua tutela e conservazione. Nasce
così Hiding in Italy. Il rapporto con il Bel Paese proseguirà negli
anni successivi con una serie di altri progetti anche nel segno
dell’impegno sociale. Oltre alle foto, Liu Bolin è protagonista di
performance nelle quali si mimetizza con l’ambiente “dal vivo”,
come quella realizzata di fronte alla piramide del Louvre di
Parigi. Negli anni l’artista è diventato un vero mago nel dosare
mimetismo, trasparenza, studio delle angolazioni e tecnica
fotografica, raccogliendo consensi e premi in tutto il mondo.
In Italia il Complesso del Vittoriano di Roma ha ospitato di recente una bella mostra con 70 opere “impossibili” di Liu Bolin,
abiti di scena” per le sue performance da body-painter e
filmati che raccontano come nascono le sue opere. Mi fermo qui,
perché mai come in questo caso le immagini parlano più delle
parole. Seguite il link e date un’occhiata alla galleria delle sue opere più famose.

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