Sembra
impossibile ma…
Questa
è una storia vera. Ai confini della scienza, dell’etica, della
realtà, ma vera. Il'ja Ivanov nasce nel 1870 a Kursk, nella Russia
degli zar. Si laurea in biologia a Kharkov e nel 1907 diventa
professore ordinario. Dopo la rivoluzione lavora come ricercatore per
l'Istituto veterinario sperimentale di stato e per l'Istituto
superiore di zootecnica di Mosca. Studia e perfeziona le tecniche di
inseminazione artificiale per la riproduzione dei cavalli. Poi
allarga il campo delle sue ricerche, e negli anni riesce ad ottenere
diversi ibridi fra specie diverse. E’ il primo ad ottenere
risultati tra il topo e il ratto, il topo e la cavia di Guinea, il
coniglio e la lepre, la zebra e l'asino, la mucca e il bisonte, la
mucca e l'antilope. Avete già capito dove porta questa strada: già
nel 1910 a Graz Ivanov espone al Congresso mondiale degli zoologi le
sue teorie sull’ibridazione fra l’uomo e la scimmia con tecniche
di inseminazione artificiale.
In
Unione Sovietica ha estimatori ma anche oppositori, così nel 1924 a
Parigi ottiene il sostegno e il finanziamento dell'Istituto Pasteur
con il permesso di compiere esperimenti a Kindia, nella Guinea
Francese. L’anno dopo l’interesse suscitato in Francia convince
anche l'Accademia delle Scienze Sovietica a finanziare gli studi di
Ivanov, che nel 1926 sbarca a Kindia. Dove però non ci sono
scimpanzé sessualmente maturi. Tornato in Francia, si accorda per
proseguire la sperimentazione nell'orto botanico di Conakry. Qui
Ivanov e suo figlio guidano la cattura di decine di scimmie. E nel
febbraio del 1927 lo scienziato inietta sperma umano (non suo né del
figlio) in tre femmine di scimpanzé. Seguono mesi in cui il primo
uomo-scimmia sembra vicino ad essere una realtà, poi gli esami
dicono che l’esperimento è fallito.
Le
tre scimmie muoiono.
Gli
Ivanov tornano in Francia con una decina di animali. I test
proseguono nella stazione primatologica creata a Sukhumi in Georgia.
E inizia una nuova fase: il tentativo di inseminare donne con sperma
di scimmia. Estate 1929: lo scienziato cerca 5 volontarie. Se ne
presenta una, ma arriva tardi: il giorno prima l’unico maschio di
scimmia superstite, un orango, è morto. Non ne potranno arrivare
altri prima dell’estate successiva. Ma nella primavera del 1930 gli
oppositori di Ivanov hanno la meglio: lui perde il posto e in
dicembre viene arrestato: “complice della borghesia capitalista e
colpevole di attività antisovietiche” viene esiliato ad Alma Ata
in Kazakistan. Dove muore per un colpo apoplettico nel 1932. Lo
“scimpanzuomo” per ora non nascerà.
Una
decina d’anni dopo il famigerato dottor Josef Mengele mostrerà
alcune foto di scimpanzé molto simili a maschi umani, dicendo che
erano frutto di esperimenti eugenetici fatti con lo sperma di
internati nei campi di sterminio. Il sonno della ragione genera
mostri (Goya).

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