Sembra
impossibile ma…
Un
brano portato al successo dai Bee Gees negli anni settanta, Staying
Alive, è di grande aiuto per praticare la rianimazione
cardiopolmonare, tecnica di primo soccorso utilizzata nei casi di
arresto cardiaco. Del resto se lo traduci in italiano è “Restiamo
vivi”.
Da
uno studio condotto dall'Università dell'Illinois emerge che la hit
del 1977 che accompagna le evoluzioni di John Travolta in “La
febbre del sabato sera” favorisce la rianimazione perché è in
forte sintonia col battito cardiaco. Il professor David Matlock del
Dipartimento di medicina dell'Università di Peoria, ha fatto
ascoltare vari brani a 15 medici mentre effettuavano su un manichino
una manovra di rianimazione cardiopolmonare. La ricerca ha dimostrato
che la canzone giusta può fornire un forte aiuto all'equilibrio dei
battiti del cuore. Nella manovra salvavita infatti è necessario
tenere un ritmo specifico, intorno alle cento compressioni al minuto.
Utilizzando la giusta frequenza di pressioni sullo sterno si riesce a
dare al massaggio la cadenza più corretta per intervenire con
efficacia. E il ritmo migliore è risultato quello di “Staying
alive”.
I
medici che hanno imparato ad eseguire il massaggio a tempo di musica
sono stati capaci non solo di farlo più efficacemente degli altri,
ma di ricordare meglio la tecnica a 5 settimane di distanza, anche
senza riascoltare il brano ma solo canticchiandolo: dopo 5 settimane
il numero delle compressioni, senza la musica è stato di 109 al
minuto; con le note di sottofondo 113, in perfetta armonia col ciclo
di movimento e pausa del cuore. Il supporto musicale fra l’altro
può essere prezioso per insegnare ad operatori e volontari di pronto
soccorso come eseguire una rianimazione. Su queste basi al New York
Presbyterian Hospital è già stata realizzata una playlist di 40
canzoni che comincia con “Staying Alive” e continua con classici
del rock ("Sweet Home Alabama" dei Lynyrd Skynyrd, “MMMBop”
degli Hanson, “Another One Bites the Dust” dei Queen..). Per i
bambini poi, dove il massaggio deve essere più veloce perché il
loro battito è più veloce, servono brani diversi. Ci penserà
Cristina D’Avena?
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