mercoledì 3 settembre 2025

816 - L'UOMO CON L'OMBRELLO ROSSO


 

Ora, giudicate voi se il protagonista della storia che vi racconto oggi non potrebbe essere un personaggio da film o un eroe da graphic novel. E magari se non fosse nato a Bergamo lo sarebbe anche stato.

Per raccontare quello che ha fatto nella sua vita avventurosa non basterebbe un libro. Ciò che segue non è che un breve riassunto. Il suo nome non è Tex Willer e neanche Buffalo Bill, ma Giacomo Costantino Beltrami, e nasce appunto nella città lombarda nel 1779.

Figlio di un doganiere generale della Serenissima, dopo aver servito sotto le armi con Napoleone diventa giudice a Macerata, ma gli basta poco per capire come vanno le cose e dimettersi indignato per la corruzione. E' uomo di cultura e frequenta il salotto della contessa fiorentina D’Albany, in compagnia di Foscolo e Canova. Ma è anche un libertino, bello e prestante, e in breve si fa fama, si direbbe oggi, di playboy.

Dopo il Congresso di Vienna le Marche tornano sotto lo Stato Pontificio, e a lui le regole papaline vanno strette. Così, il 3 novembre 1822 si imbarca da Le Havre: due mesi di traversata tra stenti e malattie, fino a Philadelphia. In breve si fa conoscere anche oltreoceano, tanto che a Washington incontra il presidente James Monroe, e resta colpito dal nuovo mondo “senza titoli né fasti”.

Spinto dal mito del West raggiunge Pittsburgh, discende l’Ohio e sale sul Virginia, il primo piroscafo che risale il Mississippi fino a Fort St. Anthony, oggi Fort Snelling. Con sé porta un ombrello rosso da cui non si separa mai, che diventerà il suo segno distintivo. Sul ponte conosce William Clark, il grande esploratore, e il capo dei Sauk chiamato Great Eagle. E' il primo contatto con i nativi americani, che avranno grande importanza nella sua storia.

Il 7 luglio 1823 si unisce – quasi da intruso tollerato – alla spedizione ufficiale del maggiore Stephen H. Long, che risale i territori a nord del Mississippi per conto del governo americano. Marcia con loro per alcune settimane, prende appunti e osserva ogni dettaglio. Ma il 3 agosto, insofferente alla disciplina militare e deciso a inseguire da solo il suo sogno, la ricerca delle sorgenti del “Grande fiume”, si stacca dal gruppo. Prima accompagnato da due guide native, poi completamente solo, si avventura nelle foreste e nelle paludi dove Sioux e Chippewa si contendono il territorio.

In breve anche in quei territori ostili riesce grazie a doni, scambi e buoni intermediari ad ottenere l'amicizia ed il rispetto degli indiani, che gli danno l'appellativo di “Gitchi Okiman”, “Grande capo”. E lui è ospite di un villaggio dopo l'altro: l’ombrello rosso in mano diventa un segno di pace, e lo fa accogliere con gioia da tutte le tribù.

A Kaposia riceve in regalo un cradleboard (una culla verticale) Dakota, oggi al Museo Caffi di Bergamo, tra i più antichi conservati. I Chippewa gli donano tamburi e oggetti rituali. Il suo sguardo è quello dell'etnografo ante litteram, ben oltre il mito del “buon selvaggio”: curioso di usi, lingue e rituali, per lui i nativi sono uomini di pari dignità, più liberi perché privi di smanie di potere.

Il 26 agosto giunge allo spartiacque dell’Height of Land, dove scopre un lago che battezza “Giulia”. Il sogno è realizzato: la sorgente più settentrionale del Mississippi. In realtà la principale sarà scoperta 10 anni più tardi, ma a Beltrami resta il merito di aver descritto per primo il ramo più remoto del fiume. Torna al forte stremato, inseguito da branchi di lupi e tormentato da febbri notturne; con sé ha il suo diario e il dizionario Dakota-inglese che ha trovato il tempo di scrivere.

Pubblica a New Orleans nel 1824 *La découverte des sources du Mississippi et de la Rivière Sanglante*, lasciando sulla carta non solo mappe ma anche i nomi degli amici italiani (Giulia de’ Medici Spada, Compagnoni, Monteleone, Torrigiani, Antonelli) con cui ha battezzato i laghi. Poi viaggia in Messico e ad Haiti, prima di rientrare a Filottrano, dove muore il 6 gennaio 1855.

Negli Stati Uniti dal 1866 una contea del Minnesota, la Beltrami County, porta il suo nome. In Italia suoi oggetti sono conservati a Bergamo e a Filottrano. E niente più: la storia dell'uomo che risalì il Mississippi con un ombrello rosso in mano, che i nativi chiamavano “Grande capo”, la conoscono in pochi. E non c'è bisogno di essere sciovinisti per chiedersi: come abbiamo fatto a dimenticarlo?

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